La discussione si fa interessante. Mi ci tuffo... Io credo che nello stesso vocabolo, collezionismo, siano insite alcune peculiarità in assenza delle quali avrebbe altro e diverso significato. Se io colleziono determinate cose, siano esse bottoni, francobolli, collane di libri, figurine e chi ne ha più ne metta, vado, anche e soprattutto, alla ricerca dell’errore, del difficilmente trovabile, di quel qualcosa, insomma, che pochi possono vantarsi di avere. Non chiedetemi il perché di questo strano comportamento poiché io so soltanto che è nella natura di ogni collezionista; Gronchi Rosa docet e non ditemi che sono cose differenti, perché non è vero. Un errore è stato commesso nella stampa di un francobollo e un errore è stato commesso, nel nostro caso di specie, in una certa quantità  o in tutti gli esemplari nell’ambito di una tiratura di un libro. Da un punto di vista squisitamente e strettamente collezionistico le due cose si equivalgono, anche se le conseguenze pratiche dei due errori non sono nemmeno lontanamente paragonabili. Ora è innegabile che in UM c’è anche una componente collezionistica, altrimenti, tra l’altro, non si spiegherebbe la ricerca spasmodica del Cosmo Oro “non emesso”, “La mente di Schar”, la stessa Anastatica, che il Trifide mi perdoni per averla nominata, le ristampe dei Cosmo Oro o Argento che siano e chissà quant‘altro. Certo, forse ad alcuni di UM non interessa più di tanto avere le ristampe predette, oppure la prima o coeve  e successive stampe e ristampe del mitico numero 1 “Le sabbie di Marte”. Ma ad altri importa eccome!