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Discussione: Urania 1593- echo (letto 4239 volte) |
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #17 data: 22 Maggio 2013, 16:48:59 » |
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Citazione da: MarcoF. il 22 Maggio 2013, 14:53:16
A me sinceramente fa piangere il comportamento di chi vive solo ed esclusivamente nel passato aggrappandosi sempre agli stessi (validissimi, per carità) nomi e smettendo a priori di cercare nuovi stimoli in nuovi autori contemporanei. Un vero amante della fantascienza non smette mai di cercare e secondo me è questa la chiave per far sopravvivere il genere.Per me "Echo" rimane una valida lettura e gioisco del fatto che sia un romanzo del 2010 e non del 1940 o giù di lì.
| Io invece piango perchè tra la pubblicazione in lingua e la comparsa sui mercati italiani passano circa 6-7 anni, di media, arrivando in certi casi a 10-12 anni, (un caso che Echo sia stato pubblicato in solamente tre anni). Pertanto noi italiani siamo sempre in arretrato con le ultime novità. Mi erano piaciuti i primi di Alex Benedict e mi è piaciuto l'ultimo, ancora da tradurre e pubblicare. Chi vive nel passato è Urania che ci ha portato via almeno una nuova pubblicazione facendo ristampe che si trovano ancora nel mercato degli usati, e questo mi dispiace molto, perchè anche se ho letto già il libro in inglese mi piace anche molto rileggermelo in italiano. Sapessi quanti autori nuovi ci sono in giro oltre i nostri confini (e quanto poco sono conosciuti da noi), molti racconti li trovi già in ebook, racconti che hanno partecipato al premio Nebula appena disputato (2013) e che se va bene li troverai da noi in Odissea o Robot in breve termine (racconti brevi, generalmente), per i romanzi dovremo aspettare qualche anno. Conclusione: non credo che ci siano molti di noi che vivono solamente ed esclusivamente nel passato, in fondo stiamo parlando di fantascienza e non di archeologia. w.
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******************************************** Traduttore di: 'Fratello della Nave' di Aliette De Bodard; 'Veritas' di Robert Reed; 'La Stanza delle Anime Perdute' della Rusch. Co-traduttore di 'Santiago' di Resnick; di 'Oggi sono Paul' di Shoemaker pubblicato su Quasar, e di 'Base di Settore: Venice' della Rusch. Nel 2020 di M.D.Rivera 'Nel Buio tra le stelle' e 'Il velo delle stelle'. |
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #18 data: 22 Maggio 2013, 19:31:56 » |
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Intanto faccio anch'io i complimenti a Marco per il blog... ...e poi dico la mia: vecchia o nuova, quando è buona...quando è SF con la S e la F maiuscole, è una goduria. Certo tutto va inquadrato, visto in prospettiva storica (anche quando si ascolta un album... non posso giudicare Country Joe and the Fish coi criteri che userei per i Radiohead...sarebbe sbagliato, ma restano 2 grandissimi gruppi): ho da poco terminato con somma goduria la lettura di "Costa dei barbari" di Kim Stanley Robinson e di "Novilunio" di Fritz Leiber. Sono state 2 esperienze di lettura superbe, che importa se uno è degli anni '50 e l'altro solo di qualche anno fa ? Certo che, come dice Wafer, in Italia siamo penalizzati perchè le "novità" arrivano quando ormai sono in realtà datate.
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« Ultima modifica: 22 Maggio 2013, 19:32:12 di Arne Saknussemm » |
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #20 data: 23 Maggio 2013, 09:20:51 » |
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Vorrei chiudere questa polemica scatenata in maniera del tutto involontaria a causa di una riflessione che ha evidentemente urtato una sensibilità troppo accentuata con alcun considerazioni quanto più distaccate ed oggettive possibili.
1) Io amo svisceratamente la fantascienza ma questo non mi impedisce di giudicare una schifezza per quello che è e chiamarla col suo nome, vivo con i piedi ben radicati nel presente e so riconoscere e valutare un testo. Se un autore non ha niente da dire io sono in grado di capirlo, non importa se si tratta di McDevitt o magari di un grosso calibro (esemplificando brutalmente faccio l'esempio di F. Pohl che, come nel cinema W. Allen, è ancora vivo ma artisticamente parlando è defunto un quarto di secolo fa ).
2) Se si ha qualcosa da dire e si sa come raccontarla e metterla nero su bianco non si dovrebbero fare differenze fra antichi, moderni, classici, contemporanei. Si è scrittori e basta, punto. Negli anni '40 scrittori come Kuttner, Bradbury, Kornbluth scrivevano cose che si possono tranquillamente leggere oggi, altri come E.E. Doc Smith, Hamilton, Campbell (!) no. Non è una questione di ideologie, è che evidentemente la cifra stilistica dei primi era superiore, non esistono altre spiegazioni.
3) And è stato quello che ha colto meglio il significato del mio intervento iniziale, è vero, mi riferivo esattamente a quello, la povertà dell'offerta editoriale oggi nel nostro paese ( notate che la ristrettezza dell'offerta "normalmente" dovrebbe suggerire a chi pubblica di selezionare accuratamente in base a criteri rigorosi di qualità dei testi, oggi in Italia sembrano invece prevalere altri parametri...) Ma non solo a quello mi riferivo, ma anche al panorama complessivo internazionale abbastanza desolante, forse oggi come vero Autore paragonabile ai grandi del passato c'è solo G.Egan che produce vera fantascienza per il terzo millennio, altri pur validi e in gamba assecondano forse troppo le richieste del pubblico e non è detto che non possano prima o poi eclissarsi al mutare delle mode. Dove sono gli autori che creano, i "fabbricanti di universi" di una volta, scrittori come Malzberg capaci di scrivere racconti che contengono universi come "Una galassia di nome Roma" che oggi ci sogniamo, oppure Ballard con i suoi straordinari romanzi concentrati? Non esistono, o se esistono sono stati espulsi dal settore da una editoria che ha privilegiato autori di serial (serial Killer?) e che cerca di imporre questo modello a tutti i costi per motivi esclusivamente commerciali, poi magari c'è chi si adegua e chi no, McDevitt (credo che su questo possano convenire tutti ) non deve aver opposto molta resistenza.
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #22 data: 23 Maggio 2013, 14:34:28 » |
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Io credo che ognuno di noi può fare critica quanto gli pare e piace, ma, alla fine deve sempre scrivere, SECONDO ME !! Perché ognuno di noi non è ne la verità ne la via ne la vita. Qui si parla di gusti soggettivi, altrimenti saremmo tutti seriali. Poi c'è l'effettivamente bello e l'effettivamente brutto , dove tutti concordano. Neanche il tuo paragone, Theom , su Campbell, Hamilton vs Bradbuty e Kornbluth regge, due tipi di SF completamente diversa, dove i primi sono assolutamente indirizzati verso la Space Opera e i secondi verso la SF Psicologica, ma dove la prima potrebbe avere decadimento negli anni , la seconda essendo Psicologia , risulta invariata nel tempo, un matto visionario lo è nel 1800 come nel 2050 .
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #28 data: 24 Maggio 2013, 13:47:19 » |
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Citazione da: tehom il 24 Maggio 2013, 13:05:46
Vabbè, tutto è soggettivo, allora però mettiamo dei punti fermi, così, tanto per non far deragliare le discussioni future:
1) Una rosa è una rosa è una rosa 2) Un cane è un cane è un cane 3) McDevitt ha scritto alcune serie di libri pubblicate in America 4) Urania sta pubblicando in Italia questi libri
Sperando che su questa piattaforma minima i posteri possano esercitarsi in meno estemporanei e più costruttivi dibattiti letterari per quanto mi riguarda pongo la parola fine a questa interessante chiacchierata.
| Errore ai punti 3 e 4: 3- McDevitt ha scitto una serie di 6 libri imperniata su Benedict. 4- Urania ha pubblicato solamente il numero 3 ed il numero 5. Posso dissentire sui punti 1: la rosa può essere di diverse colorazioni. 2: un cane può essere anche una cagna. Punto e Fine.
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« Ultima modifica: 24 Maggio 2013, 13:49:41 di waferdi » |
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