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Discussione: I libri di Maxpullo (letto 37006 volte) |
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Re:I libri di Maxpullo « Rispondi #195 data: 30 Settembre 2014, 10:36:52 » |
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Licantropi: la bibbiaRicordate la scheda multipla sui lupi mannari? Noooo? Beh, allora andate a rinfrescarvi la memoria qui. Intanto che la leggete sappiate che sono appena riemerso dalla lettura di un volume mammut (nel vero senso della parola, visto che la collana della Newton si chiama proprio così) interamente dedicato ai Lupi Mannari. Questo qui. A tutta prima, uno trovandosi di fronte ad un gigalibro monotematico di oltre 1500 pagine, gli verrebbe da esclamare "sai che p@lle!", ma in questo caso sbaglierebbe: i racconti scelti da Gianni Pilo hanno un grande potere di intrattenere e di divertire e così la lettura scivola via con piacere. Tutti i racconti sono mediamente interessanti e sufficientemente variati per non annoiare mai: si va dalle classiche storie della maledizione della strega a quelle che contaminano il mito del licantropo con elementi fantascientifici, insomma ce ne è per tutti i gusti. Su tutti mi sento di annoverare: - "Il marchio della bestia" di Rudyard Kipling, stupendo per atmosfera ed in grado di suscitare veri brividi di paura;
- "Gabriel-Ernest" e "Gli intrusi" di Hector Hugh Munro, entrambi molto ben scritti e con finali che rimangono impressi;
- "Lupo che corre" di Algernon Blackwood, una bella storia da ricordare, per sfatare il mito del mostro;
- "Il marchio del mostro" di Jack Williamson, un racconto semplicemente perfetto e niente affatto scontato con un finale che rovescia tutta la storia e trascende i clichè delle storie "licantropesche";
- "Lupo mannaro" di Manly Wade Wellmann, leggermente ironico e con un finale sorprendente nonostante il titolo abbastanza piatto;
- "La maledizione della strega" di Arington Eadie, semplicemente orribile e crudele
E poi meritano menzione i due racconti del curatore Gianni Pilo, " Azuna" e " Gesù", proprio per la loro capacità di inserire il fenomeno della licantropia in un contesto fantascientifico, in grado di gettare nuova luce sul mito. Completano ed impreziosiscono la raccolta i romanzi " La maledizione eterna" di Jesse Douglas Kerruish e " Il figlio della notte" di Jack Williamson, entrambi già recensiti in passato: piuttosto scontato il primo, giocato soprattutto sulle atmosfere horror e sulla psicologia dei personaggi, molto interessante il secondo, con una visione del mito del licantropo molto originale e suggestiva. E adesso, dopo questa abbuffata, passo di nuovo alla fantascienza con " Wormhole" di Serena M. Barbacetto, il primo ebook che abbia mai acquistato sinora: mi è venuta voglia di leggerlo dopo aver letto il commento del nostro Arne su fessobuc!
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Re:I libri di Maxpullo « Rispondi #197 data: 30 Settembre 2014, 12:32:28 » |
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Re:I libri di Maxpullo « Rispondi #200 data: 30 Settembre 2014, 14:17:23 » |
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*********************************************************Ho appena letto: Sto leggendo: |
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Re:I libri di Maxpullo « Rispondi #202 data: 30 Settembre 2014, 19:57:11 » |
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Re:I libri di Maxpullo « Rispondi #204 data: 01 Ottobre 2014, 08:43:23 » |
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Re:I libri di Maxpullo « Rispondi #206 data: 07 Novembre 2014, 23:20:50 » |
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Un'opera interessanteA volte accadono cose strane ed è stato così che, da una discussione su un gruppo di fessobuc, complice un caso di omonimia, mi è capitato di acquistare e leggere " Wormhole" di Serena M. Barbacetto. L'omonimo del nostro Miles Vorkosigan, infatti, ha postato lì una sua recensione del romanzo che ha finito per incuriosirmi, spingendomi a leggerlo: spero che il mio commento che affido a questo forum abbia lo stesso potere e riesca a portare altri colleghi di letture alla scoperta di una scrittrice nuova, probabilmente ancora tutta da scoprire. Iniziamo col dire che " Wormhole" è stato un libro per me del tutto inatteso, un'opera abbastanza imponente e che non esiterei a definire ambiziosa se non addirittura "coraggiosa": l'autrice, infatti, non solo mi è sembrata sfidare i canoni del genere fantascientifico, inserendo nella trama numerosi elementi "romantici" che spesso finiscono per risultare prevalenti, ma ha anche cercato di racchiudere in un unico romanzo temi ed argomenti che avrebbero richiesto forse una trilogia. Con un incipit molto accattivante ed una azione molto serrata, il libro ha catturato subito la mia attenzione, dandomi l'illusoria impressione di poter essere un "boccone facile" nonostante la mole. Dopo le prime pagine, tuttavia, mi sono accorto di avere un po' di difficoltà nel seguire la storia a causa di alcuni elementi di disturbo: da un lato ho avuto l'impressione di una certa qual ripetitività di dialoghi e situazioni e dall'altra quella di un linguaggio e di un atteggiamento dei protagonisti non sempre adeguato a quello che avrebbe dovuto essere il proprio ruolo, un po' la stessa impressione che mi avevano dato i personaggi di " Olympos" di Dan Simmons. Per dirla breve i personaggi mi sono apparsi, senza alcuna eccezione, eccessivamente "sopra le righe" e poco credibili: quasi tutti indistintamente legati al prototipo del "bel tenebroso" visto da un teenager; inoltre, nonostante l'azione serrata (quasi frenetica), la trama sembrava non voler approdare da alcuna parte e la storia stentava a scorrere. In alcuni casi ho avuto persino la sconcertante sensazione che l'autrice avesse dato maggior enfasi e risalto ad episodi/situazioni che non arricchivano la storia e che non la facevano progredire, sorvolando invece su passaggi essenziali con "inesplicabili" e bruschi salti da un episodio all'altro. E' stato proprio in occasione del primo di questi salti (quasi come l'attraversamento di un vero e proprio "Wormhole") che il romanzo è finalmente decollato: la storia del protagonista, vissuta e raccontata attraverso il suo ricordo, ha iniziato a gettare legna nel fuoco della trama e, con un ritardo di quasi 200 pagine, l'affresco di civiltà cosmiche ideato dall'autrice ha iniziato a prendere corpo, regalandoci momenti di fantascienza di alto livello. A mio avviso il peggior difetto di questo libro sta forse nel fatto che l'autrice da l'impressione di non esser riuscita a trovare il giusto equilibrio tra tutti gli elementi della trama: laddove, infatti, sarebbe stato opportuno spendere qualche parola in più sulla relazione tra la Terra ed il "Primo mondo" oppure sulla natura del protagonista, ci ritroviamo a leggere invece pagine e pagine in perfetto stile "Harmony" o (peggio) dialoghi assolutamente inadeguati a quello che dovrebbe essere il carisma dei protagonisti (un po' come se Dart Fener fissando Obi Wan Kenobi con aria truce esclamasse: "Metti giù la spada, nonno, o ti faccio a fettine!"). Eppure alla fine del romanzo ci si arriva e, nonostante queste "stranezze", inadeguatezze o difetti che dir si voglia, mi è rimasta l'impressione di aver letto qualcosa di grandioso, proprio alla "Star Wars", segno che la storia c'è e che, se si fosse fatta maggiore attenzione a qualche dettaglio, ne sarebbe venuta fuori un'opera senza uguali nel panorama fantascientifico italiano (almeno per quel che ne conosco io). In conclusione ho trovato "Wormhole" un'opera molto ambiziosa, che, anche se ha deluso parzialmente le mie aspettative, rimane un esperimento interessante da parte di una autrice che - imho - ha i numeri per fare molto molto bene.
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Re:I libri di Maxpullo « Rispondi #207 data: 08 Novembre 2014, 09:06:17 » |
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« Ultima modifica: 08 Novembre 2014, 09:06:46 di Edmeo Piras » |
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Re:I libri di Maxpullo « Rispondi #208 data: 08 Novembre 2014, 11:40:56 » |
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Un altro Fredric BrownEsaurire la produzione di un autore, soprattutto se si tratta di un "massimo" del suo genere, può lasciare una sensazione di vuoto o di tristezza: egli infatti non potrà più sorprenderci con parole nuove e la rilettura delle sue opere, per eccellenti che siano, avrà sempre un vago sapore di "minestra riscaldata"... tuttavia, almeno nel caso di Fredric Brown, questo rischio è stato scongiurato! Esaurito il Fredric Brown "fantascientista", infatti, ho scoperto il Fredric Brown "giallista" e la lettura de " Il bicchiere della staffa" è stata per me una lieta sorpresa! Quando uno scrittore è bravo e bravo. Sono sicuro che se Fredric Brown avesse scritto i messaggini per gli incarti dei Baci Perugina, anche questi sarebbero stati dei capolavori da collezionare... E così, pur abbandonando per una volta il sentiero della fantascienza, non mi sono affatto smarrito, ma, guidato da uno che conosceva il suo mestiere come pochi, mi sono ritrovato avvinto nella trama di un giallo non troppo pretenzioso, scorrevolissimo e di piacevole lettura. I personaggi sono molto ben delineati e, già dopo poche pagine, si ha l'impressione di trovarseli vivi davanti. Anzi, un po' tutto il romanzo, vive di vita propria ed è facilissimo immaginarsi i volti, i luoghi e le situazioni che compongono la storia, quasi come se si fosse nella sala di un cinema piuttosto che in casa propria con un libro in mano. C'è da dire che la trama è molto semplice, con pochi personaggi e rari colpi di scena, ma che forse, proprio per questa scelta oculata degli ingredienti, il piatto risulta alla fine gustoso e nutriente; la rivelazione finale del colpevole giunge, poi, del tutto inaspettata, senza tradire - imho - le aspettative del lettore appassionato giallista. Un libro molto buono che mi ha regalato non solo momenti piacevoli, ma anche e soprattutto mi ha aperto un nuovo filone di letture di un autore di cui avevo ormai esaurito tutta la produzione fantascientifica. E adesso, sotto con la scoperta di Kim Stanley Robinson, attraverso il suo " Icehenge"!
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