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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: I libri di Maxpullo «prec succ»
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  Autore  Discussione: I libri di Maxpullo  (letto 37148 volte)
PabloE


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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #135 data: 09 Febbraio 2014, 23:12:16 »
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Citazione da: maxpullo il 27 Dicembre 2013, 23:18:37

Il bilancio del 2013

....


E' sempre un piacere leggerti Max!
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #136 data: 20 Febbraio 2014, 08:57:29 »
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Conferme e... sorprese!

Jack Vance, con il suo Glystra del '52, non era riuscito a risollevare più di tanto il trend negativo di questo inizio 2014 e sono dovuto quindi andare sul sicuro: mi sono giocato (a distanza ormai di quasi tre anni dalla degustazione di un suo romanzo) la "carta Sawyer". Ho preso dalla cantina una delle sue preziose bottiglie, l'ho stappata e l'ho gustata: l'elisir ha subito fatto effetto e la fantascienza "doc" ha subito ripreso il suo giusto posto nell'ordine delle cose.
Soddisfatto mi sono ritrovato in un momento di grande incertezza: cosa gustare dopo? Continuare il trend positivo con un bicchierino di Shaw o con una mescita di Brussolo, oppure ricominciare a tentare la sorte? Visto che la cantina si sta assottigliando ho optato per la seconda scelta e stavolta, dopo aver controllato bene l'etichetta ho provato a sorseggiare un nuovo Tubb... il sapore iniziale mi ha un po' disorientato, ma devo dire che, alla fine, nonostante un retrogusto un po' amarognolo, posso dire di aver scelto molto molto bene.
Scherzi a parte, ecco il commento alle ultime due letture: "Rollback" di Sawyer e "La corsa del manichino" di Tubb, due romanzi destinati ad entrare di diritto nel mio personale olimpo dei classici.



Sebbene personalmente non riesca a considerare "Rollback" la miglior opera di Sawyer tra tutte quelle sinora lette, devo dire che questo romanzo mi è piaciuto molto, soprattutto perchè offre diversi spunti felicissimi e nient'affatto banali.
La vicenda presenta più di un punto di interesse e propone due vicende intrecciate alla perfezione ed incentrate su temi solo apparentemente diversi tra loro. La decodifica dei messaggi provenienti da Sigma Draconis sembrerebbe essere l'argomento principale del libro nonchè, probabilmente, il simpatico modo scelto da Sawyer di strizzare l'occhio a Carl Sagan proponendoci una trama sulla falsariga di "Contact", infarcita di citazioni e di riferimenti espliciti al romanzo, al film ed alla sua protagonista.
Ma su questa trama, apparentemente scontata, si innesta una seconda vicenda, dai risvolti più drammaticamente umani che, sebbene mi abbia ricordato la situazione di "Rischio calcolato", si rivela completamente diversa da quella descritta da Maine un po' meno romanzata ma molto più profonda: l'esperimento di ringiovanimento, o "Rollback" cui vengono sottoposti i suoi protagonisti, offre, infatti, a Sawyer la possibilità di proporre una serie di argomenti di riflessione per nulla scontati, consentendoci di analizzare la condizione in cui deve trovarsi una persona che ha la "forma mentis", la maturità e l'esperienza di vita di un ultraottantenne e che si trova a riavere il corpo di un venticinquenne. I risvolti psicologici di questa condizione, le difficoltà di inserimento del protagonista nella società e nella sua stessa famiglia sono trattati in modo approfondito e geniale, facendo conquistare al libro parecchi punti e rendendo difficile interrompere la lettura.
La trattazione degli argomenti scientifici, poi, come in quasi tutti i libri dell'autore, è condotta in maniera superba grazie alla rara capacità di Sawyer di riuscire a spiegare concetti complessi con parole semplici: assolutamente meravigliosa è ad esempio l'immagine che scaturisce da un dialogo tra i due protagonisti in cui sembra delinearsi il concetto secondo cui l'universo in cui viviamo possa essere in effetti una simulazione costruita in laboratorio da esseri superiori, una realtà virtuale di cui noi siamo elementi inconsapevoli.
L'unico appunto che mi sento di fare a questo libro sta nel fatto che entrambe le vicende terminano nella maniera più scontata e melensa che si possa immaginare e che, in effetti, se togliessimo tutte le riflessioni, gli spunti e le idee, del romanzo rimarrebbe una storia ba naluccia ed assolutamente prevedibile.
Un libro ottimo ma che, con un tocco di pathos in più e senza i "draghetti" del finale, avrebbe potuto essere un capolavoro immortale della fantascienza.




Questo libro è una delle classiche sorprese che non ti aspetteresti mai.
Per carità, il titolo è evocativo, la quarta di copertina produce la giusta dose di curiosità e la copertina di Thole per l'edizione Urania è semplicemente splendida... ma qualcosa nel complesso tende a far si che questo romanzo passi pressochè inosservato.
Perchè lo dico? Innanzitutto perchè non se ne parla mai; poi, per qualche motivo, questo mio è il primo commento che riceve qui su UM ed infine, per quanto mi riguarda, pur avendo fatto parte della mia collezione praticamente da sempre, ne avevo sempre rimandato la lettura per motivi che non saprei esattamente precisare.
Ebbene, ci tengo a dire che questo romanzo non merita affatto l'anonimato: potremmo forse paragonarlo a "Gli orrori di Omega" di Sheckley, o a qualcuna delle distopie della coppia Pohl/Kornbluth (vedi "Gladiatore in legge") e leggerci addirittura qualche spunto alla Simak (vedi "Infinito" o "Anni senza fine") sulla crioconservazione e sulla sua liceità, ma in realtà gli faremmo quasi un torto perchè il libro di Tubb è qualcosa di semplicemente unico, originale e geniale.
La distopia che nasce dall'analisi di una società che è riuscita a sopprimere la violenza mediante l'utilizzo di droghe, che ha trasformato il desiderio di aver figli in una vergogna per i genitori e che sembra avviata verso una catastrofe, viene fuori prepotentemente ed autonomamente dalle pagine di una storia piena di azione, ironia e colpi di scena, descrivendosi praticamente da sola, senza che debba intervenire un narratore per parlarcene.
Tubb si limita infatti a presentarci una serie di personaggi impegnati in vicende apparentemente scollegate tra loro, ciascuno dei quali alle prese con un problema posto dalla società: tutte queste storie contribuiscono alla fine a raffigurare un quadro sociale che mette i brividi ed a preparare il lettore per il finale al contempo ironico e pessimistico, un finale perfetto.
E' uno di pochi romanzi di FS "sociologica" (mi verrebbe da dire l'unico) che non mi abbia annoiato a morte...
Per me è un capolavoro


E, dopo questa inaspettata sorpresa, mi appresto a "stappare" un altro fedele compagno della mia esistenza: l'antologia "Le città che ci aspettano", sperando che non sia andato in aceto visto che ne rimando la lettura da ormai oltre trent'anni...
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #137 data: 20 Febbraio 2014, 11:59:02 »
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Citazione da: maxpullo il 07 Febbraio 2014, 22:36:23








Questo romanzo ha annoiato molto anche me .... una storiellina insipida, senza spessore... gran delusione !!
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #138 data: 21 Febbraio 2014, 10:47:01 »
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Io non credo d'essere fatto per Vance e viceversa.
La corsa del manichino invece non mi ha mai attratto, ma sembra molto interessante!
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #139 data: 02 Marzo 2014, 22:46:11 »
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La terza antologia

Chi segue questo thread da molto tempo si ricorderà che, quando ero piccolo, i miei libri preferiti erano tre antologie: di due di esse ho già parlato e, se seguite i link, trovate qui le recensioni di "Dentelungo e altri estranei" e de "I topi meccanici", ma della terza, "Le città che ci aspettano", ho sempre nominato solo il titolo, perchè, nonostante l'attrazione che esercitava su di me la splendida copertina di Thole, ne avevo sempre rimandato la lettura. Sino all'altro ieri.



Una bella antologia anche se tutti i racconti sono incentrati sul pessimismo più cupo, senza alcuna ombra di luce, come del resto suggerito dalla bellissima copertina di Thole che turba i miei sogni sin dall'infanzia.
Il futuro della città è nero per tutti gli autori qui raccolti e, ad essere sinceri, non avrebbe guastato un raccontino per spezzare l'atmosfera, come una storia ironica alla Sheckley oppure pervasa da un sottofondo di ottimismo alla Clarke, ma tant'è.
I racconti sono tutti di ottima fattura, con pochissime eccezioni, ma su tutti mi sento di menzionare:
- "Ore straordinarie", anche se con ben poca fantascienza, molto ben scritto ed angosciante nel descrivere una situazione che ha del surreale e del grottesco.
- "Contravvenzione", rapido e imprevedibile come una fucilata a sorpresa, uno dei migliori racconti dell'antologia.
- "L'appartamento", di una tristezza senza limiti come "X Agosto" del Pascoli, a mio avviso il miglior racconto tra quelli proposti.
- "Il burocrate", curioso, insolito ed avventuroso, ti lascia un senso di insoddisfazione per il finale e con un ventaglio di ipotesi praticamente infinite su ipotetici finali alternativi nel caso in cui il protagonista si fosse comportato diversamente di fronte alla sua scelta.
- "Chicago", che ricorda vagamente l'utopia di Simak di "Anni senza fine"; anche qui la tristezza la fa da padrona, ma almeno, nonostante il dramma del robotico protagonista, all'umanità è concesso di sperare in un futuro migliore.
- "480, secondi" e "Nova" che condividono il senso di una vana agonia che si protrae fino all'inevitabile conclusione; molto bello e poetico il primo, più crudo e drammatico il secondo.
Se queste sono le città che ci aspettano preferisco non vederle mai

E adesso che la giusta rotta delle letture si è finalmente ristabilita, riprende il mio moto "ondivago": stavolta, complice la parola "città" contenuta nel titolo toccheremo l'isola misteriosa rappresentata dal romanzo di Charles Platt il "Crepuscolo sulla città" che rappresenta un incognita totale. Speriamo di non essere mangiato dai cannibali!  
« Ultima modifica: 02 Marzo 2014, 22:52:25 di maxpullo » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #140 data: 16 Marzo 2014, 18:15:42 »
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Catastrofi: un libro sorprendente

Riprendiamo dopo tanto tanto la scheda multipla sulle catastrofi (il cui inizio trovate qui) e lo facciamo con un romanzo piuttosto interessante e ricco di motivi di fascino: "Crepuscolo sulla città" di Charles Platt.



Davvero un bel romanzo che proprio non mi aspettavo: la storia sembra quasi l'ideale prosecuzione dell'antologia "Le città che ci aspettano" curata da Roger Elwood ed è pervasa dallo stesso senso di disfattismo, pessimismo, desolazione e tristezza che traspare da tutti quei racconti.
La catastrofe descritta da Platt e cioè la fine della città come ideale luogo di ritrovo per l'uomo e la distruzione della società come siamo abituati a conoscerla non è dovuta a cause naturali o sovrannaturali: non ci sono terremoti, inondazioni, venti che soffiano impetuosi o rughe che squarciano la superficie del pianeta; la rovina che coinvolge l'umanità, infatti, ha esclusivamente connotazioni economico-sociali che sono la logica conseguenza di un mondo pervaso da forti disuguaglianze sociali, distopico quanto vogliamo ma assai simile al nostro attuale.
Un po' tutto il libro possiede un indiscutibile timbro ballardiano, riconducibile principalmente alla descrizione degli scenari di rovina, della guerriglia tra le diverse organizzazioni e della follia dei personaggi, ma quello che davvero colpisce ed affascina è il fatto che l'attenzione è posta prevalentemente sulla relazione amorosa "aperta" dei due protagonisti, usata come pretesto per l'analisi dei diversi strati sociali e della loro interazione.
Ma l'accostamento con Ballard non è l'unico che mi è balzato agli occhi durante la lettura; il libro, infatti, mi è sembrato possedere il pessimismo dei romanzi di David Guy Compton, la forza descrittiva di quelli di John Cristopher ed il realismo dei protagonisti delle storie di D.F. Jones.
Insomma: questo libro è stato, in tutto e per tutto, una piacevole rivelazione e lo consiglio caldamente, soprattutto per il finale, pregno di speranza per il futuro ma assolutamente privo di melensaggine; un finale finalmente realistico e ben scritto.


E adesso mi tuffo alla scoperta di un autore mai letto in precedenza: Harlan Ellison, con il suo "Se il cielo brucia".
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #141 data: 17 Marzo 2014, 16:57:11 »
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Citazione da: maxpullo il 16 Marzo 2014, 18:15:42

E adesso mi tuffo alla scoperta di un autore mai letto in precedenza: Harlan Ellison, con il suo "Se il cielo brucia".


Lo sto (stavo) per comprare...Leggi in fretta e dacci il tuo giudizio mi raccomando   
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #142 data: 17 Marzo 2014, 17:30:21 »
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Citazione da: Andy Dufresne il 17 Marzo 2014, 16:57:11


Citazione da: maxpullo il 16 Marzo 2014, 18:15:42

E adesso mi tuffo alla scoperta di un autore mai letto in precedenza: Harlan Ellison, con il suo "Se il cielo brucia".


Lo sto (stavo) per comprare...Leggi in fretta e dacci il tuo giudizio mi raccomando   


L'ho quasi terminato. E' una fantascienza che spazia su diversi fronti: la psicologia umana, il rapporto con i robot e gli alieni... l'ho trovato piuttosto interessante e per nulla datato per cui per me andrebbe preso
  


Ricordati però che per me andava preso anche Fluke...

« Ultima modifica: 17 Marzo 2014, 17:31:14 di maxpullo » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #143 data: 17 Marzo 2014, 19:23:44 »
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Citazione da: maxpullo il 17 Marzo 2014, 17:30:21


Citazione da: Andy Dufresne il 17 Marzo 2014, 16:57:11


Citazione da: maxpullo il 16 Marzo 2014, 18:15:42

E adesso mi tuffo alla scoperta di un autore mai letto in precedenza: Harlan Ellison, con il suo "Se il cielo brucia".


Lo sto (stavo) per comprare...Leggi in fretta e dacci il tuo giudizio mi raccomando   


L'ho quasi terminato. E' una fantascienza che spazia su diversi fronti: la psicologia umana, il rapporto con i robot e gli alieni... l'ho trovato piuttosto interessante e per nulla datato per cui per me andrebbe preso
  


Ricordati però che per me andava preso anche Fluke...




Hai ragione, ma Dune mi ha dimostrato che sono allergico proprio a Herbert   Generalmente per altre cose (per esempio Eymerich) mi sono ritrovato nei tuoi giudizi ed Ellison ha un'aura che mi attira molto
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #144 data: 23 Marzo 2014, 18:29:32 »
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I cari, "vecchi" Galassia...

La collana Galassia non finirà mai di sorprendermi: più volumi ne leggo e più mi rendo conto di quanto fosse una serie a suo modo "pregiata" e praticamente perfetta nella sua proposta di titoli.
L'ultima "scoperta" è stata la raccolta di racconti dedicata ad Harlan Ellison, autore che non conoscevo affatto, ed intitolata "Se il cielo brucia", una raccolta che che ha saputo regalarmi più di una emozione.



Risulta assai difficile per me inquadrare l'insieme di questi racconti e trovare per essi un unico filo conduttore: se dovessi provarci però direi che in quasi tutti viene esplorato il rapporto dell'uomo con l'ignoto, il nuovo, il diverso.
Harlan Ellison spazia sugli argomenti fantascientifici più svariati proponendoci una serie di visioni del cosmo e del futuro dell'uomo, senza disdegnare una sbirciatina nello "spazio interno" che pare quasi strizzare gli occhi a Ballard.
Si apre con quello che è uno dei racconti migliori della raccolta, "Il cielo brucia", che inizia all'insegna del puro sense-of-wonder con una fantastica visione dei cieli della terra e dei pianeti del sistema solare attraversati da strisce infuocate di natura sconosciuta. Il fenomeno strano e terribile è destinato dapprima a gettare nuova luce su alcuni aspetti della mitologia egizia, e successivamente a lasciare un segno indelebile sul futuro dell'umanità.
Il secondo racconto ha una impronta indiscutibilmente ballardiana e ci propone la storia di un astronauta mandato a compiere una missione suicida e che ritorna in preda alla follia.
Il terzo racconto, "Il tempo dell'occhio" mi è risultato particolarmente ostico e non ne sono riuscito a comprendere a fondo il messaggio: diciamo che ha ben poco di fantascientifico e che potremmo definirlo un noir che qualche elemento orrorifico, ma che nella confusione della storia finisce per risultare assai fiacco.
Il racconto successivo, "Stazione di soccorso", è a mio parere il migliore: parla di un astronauta che raggiunge faticosamente una stazione di soccorso solo per incappare in quella che appare una trappola crudele e beffarda: se Poe avesse potuto scrivere racconti di fantascienza avrebbe scritto qualcosa di assai simile.
"Battaglia senza bandiere" è un altro nonsense che mi ha ricordato molto da vicino i racconti ballardiani sulla sua esperienza di guerra: per me è risultato delirante e confuso allmeno quanto quelli e non raggiunge neppure lontanamente la sufficienza.
"Il mondo di Walkaway" analizza il delicato rapporto tra l'uomo ed i robot: fedeli ed eterni servitori o spietati concorrenti nella corsa alla sopravvivenza? Un racconto intrigante con un simpatico e davvero inatteso colpo di scena finale e con un unico difetto: una prosa un po' troppo semplicistica ed una narrazione quasi scolastica che rovina l'effetto dell'idea centrale.
Anche "Amico dell'uomo" ha come argomento il rapporto uomo/robot ma lo affronta da un diverso punto di vista: quale fazione favoriscono le guerre di conquista? I conquistatori? I difensori? Oppure possiamo dire che sia vero il proverbio per cui "tra i due litiganti il terzo gode"?
"Noi piangiamo per tutti" è, invece, un altro racconto noir che di fantascientifico ha solo l'ambientazione: un racconto molto crudo e senza fronzoli che rimane impresso.
Il penultimo racconto, "La voce nel giardino" mi ha lasciato perplesso: in una distopica città post-atomica assistiamo all'incontro di quelli che probabilmente sono l'ultimo uomo e l'ultima donna del pianeta; lo scambio dei nomi conclude il racconto e mi lascia la stessa sensazione che mi da il non riuscire a comprendere una barzelletta... nel dubbio do la sufficienza, ma mi sconcerta non averne capito il senso (sempre che ci sia).
"Soldato" è il racconto conclusivo: ancora una volta la follia della guerra è al centro del racconto, ma stavolta il finale rovescerà il corso degli eventi, dimostrando che talvolta dal male può nascere il bene e che uno strumento di morte, opportunamente utilizzato può servire a scopi più nobili.
Tutto sommato una buona antologia con alti e bassi, ma complessivamente più che positiva.


E, da qualche giorno, sono impegnato a leggere "Tra gli orrori del 2000" di Quinn Yarbro.
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #145 data: 23 Marzo 2014, 20:19:57 »
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E' sempre una gioia leggerti.
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« Rispondi #146 data: 31 Marzo 2014, 13:53:44 »
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Citazione da: maxpullo il 23 Marzo 2014, 18:29:32

I cari, "vecchi" Galassia...

La collana Galassia non finirà mai di sorprendermi: più volumi ne leggo e più mi rendo conto di quanto fosse una serie a suo modo "pregiata" e praticamente perfetta nella sua proposta di titoli.
L'ultima "scoperta" è stata la raccolta di racconti dedicata ad Harlan Ellison, autore che non conoscevo affatto, ed intitolata "Se il cielo brucia", una raccolta che che ha saputo regalarmi più di una emozione.



Ottimo, sono in procinto di acquistare diversi Galassia!
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #147 data: 31 Marzo 2014, 18:21:13 »
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Il libro che non ti aspetti

Da quando ho preso la decisione di "forzarmi" a leggere romanzi snobbati per lungo tempo, sto ricevendo diverse sorprese: era già successo con romanzi come "Starbright contro l'orda nera" e "La lunga morte del colonnello Porter" ed ora è capitato di nuovo con "Tra gli orrori del 2000" di Chelsea Quinn Yarbro, autrice che avevo già potuto apprezzare con il pregevole horror "Morti e sepolti".



Stavolta però l'horror è solo nelle premesse di lettura: una delle cover più brutte mai realizzate da Thole ed una quarta di copertina che suscita solo ribrezzo sono il pessimo biglietto da visita di questo romanzo; due ostacoli emotivi da superare di slancio, un po' come va fatto con la descrizione della vita degli Hobbit ne "Il signore degli anelli"... superato questo è... "tutta discesa"

Un romanzo crudo, diretto, senza troppi fronzoli che racconta il viaggio di una coppia attraverso le rovine di una Terra post-atomica, desolata e piena di insidie.
Non ci sono creature da incubo o feroci mostri mutanti perchè la bravura dell'autrice li rende non necessari: per rendere il viaggio un continuo pericolo sono infatti sufficienti alcuni cani, dei ragni velenosi, i rigori invernali di un clima impazzito e soprattutto gli ultimi superstiti della razza umana impegnati a sopravvivere a spese dei più deboli.
Diverse volte in passato avevo preso il romanzo tra le mani e poi me ne ero sbarazzato per l'incipit piuttosto crudo che mi faceva immaginare una trama da splatter vietata ai deboli di stomaco, ma mi sbagliavo: la storia è drammatica ma anche pregna di un soffuso romanticismo che si rivela non solo nella storia dei due protagonisti, ma anche nelle descrizioni dell'ambiente e nel senso di sublime ispirato dalla natura che finalmente si ribella all'uomo; al contempo l'autrice è brava nel non cadere nel facile tranello della fantasia troppo spinta, proponendo una storia di pura fantascienza post-catastrofica perfettamente verosimile, senza mostri, pipistrelli giganti o belve sconosciute.
Il finale di amara rassegnazione e di irragionevole speranza allo stesso tempo è - a mio avviso - il migliore possibile per una storia del genere e contribuisce a farmi esprimere un giudizio ottimo.


E, da qualche giorno mi sto dedicando ad un altro "tabù" della mia giovinezza: "Fossa d'isolamento" di H.L. Lawrence
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #148 data: 01 Aprile 2014, 16:40:34 »
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Ciao Maxpullo, grazie delle dritte sempre utilissime per scegliere nuove letture.

Volevo chiederti una cosa che magari ti è già stata chiesta altre volte e/o hai già fatto ma mi sono perso io...

Hai mai pensato di raccogliere tutte queste tue SCHEDE in un documento da condividere con la community di UM?!

Questo perchè proprio oggi mi ha preso il pirlo di copia-incollare le varie schede appunto a mano 1 a 1 in un DOC da conservare in chiavetta USB per poterlo consultare all'occorrenza anche off-line.

Cosa ne pensi al riguardo?

CIao!
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #149 data: 01 Aprile 2014, 19:50:31 »
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Ciao Claudio,
il documento esiste già almeno per le prime edizioni (dal 2008 al 2010) ed è in formato pdf o epub (trasformazione a cura di wawawa).
Poi mi sono stufato di fare la raccolta annuale, le copertine, etc...   
Ed ho semplicemente smesso
Appena trovo i vecchi link li posto qui.
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