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Discussione: Alieni e mostri (letto 11953 volte) |
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dhr
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Re:Alieni e mostri « Rispondi #15 data: 11 Novembre 2009, 14:35:13 » |
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"Voglio libri di fantascienza in stile Armagheddon (il film): l'eroe che deve salvare il mondo da oscure oscurità; alieni che si combattono a tutto spiano finchè non arrivano i nostri..."
Interessante dibattito. Altrove si dice che la SF, per sopravvivere, dovrà sempre di più mescolarsi con altri generi. Qui però vari appassionati viscerali sostengono l'opposto. Chi fa le regole di mercato? Personalmente adoro la fantascienza vecchiostile, soprattutto nelle sue versioni su poster; poi però scrivo cose un po' sperimentali (con contaminazioni letterarie, NON ingegneristiche, eh). C'è spazio per tutti i gusti. Una cosa però andrebbe detta una volta per tutte: basta con questi profluvi di paroloni saputelli! ridateci gli omini verdi che dicono "portatemi dal vostro leader" o al massimo "Klaatu barada nikto".
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Re:Alieni e mostri « Rispondi #16 data: 11 Novembre 2009, 15:00:45 » |
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Citazione da: luciana il 11 Novembre 2009, 14:12:06 Purtroppo, in Italia le case editrici (quelle poche, serie, che pubblicano fantascienza) stanno chiedendo agli autori di sviluppare UN solo genere di fantascienza, trascurando tutto il resto, cioè quelle belle avventure romantiche con astronavi, mostri e alieni che ci piacciono tanto.
| Come va tanto di moda adesso, estrapolo una frase dal contesto, prescindo da tutto il resto, e ci ricamo su... Spiega un po', Luciana, 'sto concetto (che peraltro mi sembra che tu abbia buttato lì, anche se con altre parole, in almeno un'altra occasione). Qual è questo UN solo genere che le case editrici chiederebbero agli autori di sviluppare? Ciao Cletus
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Re:Alieni e mostri « Rispondi #17 data: 11 Novembre 2009, 18:14:29 » |
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Citazione da: dhr il 11 Novembre 2009, 14:35:13
"Voglio libri di fantascienza in stile Armagheddon (il film): l'eroe che deve salvare il mondo da oscure oscurità; alieni che si combattono a tutto spiano finchè non arrivano i nostri..."
Interessante dibattito. Altrove si dice che la SF, per sopravvivere, dovrà sempre di più mescolarsi con altri generi. Qui però vari appassionati viscerali sostengono l'opposto. Chi fa le regole di mercato? Personalmente adoro la fantascienza vecchiostile, soprattutto nelle sue versioni su poster; poi però scrivo cose un po' sperimentali (con contaminazioni letterarie, NON ingegneristiche, eh). C'è spazio per tutti i gusti. Una cosa però andrebbe detta una volta per tutte: basta con questi profluvi di paroloni saputelli! ridateci gli omini verdi che dicono "portatemi dal vostro leader" o al massimo "Klaatu barada nikto".
| Paroline magiche che mi mettono sempre di buon umore. Ancora una volta eviterò di distruggere la Terra. Gort
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Re:Alieni e mostri « Rispondi #20 data: 11 Novembre 2009, 19:05:46 » |
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Citazione da: Cletus il 11 Novembre 2009, 15:00:45
Citazione da: luciana il 11 Novembre 2009, 14:12:06 Purtroppo, in Italia le case editrici (quelle poche, serie, che pubblicano fantascienza) stanno chiedendo agli autori di sviluppare UN solo genere di fantascienza, trascurando tutto il resto, cioè quelle belle avventure romantiche con astronavi, mostri e alieni che ci piacciono tanto.
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Come va tanto di moda adesso, estrapolo una frase dal contesto, prescindo da tutto il resto, e ci ricamo su... Spiega un po', Luciana, 'sto concetto (che peraltro mi sembra che tu abbia buttato lì, anche se con altre parole, in almeno un'altra occasione). Qual è questo UN solo genere che le case editrici chiederebbero agli autori di sviluppare?
Ciao Cletus
| Credo che il termine "cyberpunk" sia riduttivo. Nel senso che gli ultimi libri di fantascienza che ho tentato di leggere e che sono stata costretta a mettere via o perchè non ci capivo niente, o perchè mi annoiavano a morte erano pieni di "strutture tecnologiche" minuziosamente descritte con paroloni interessantissimi e, immagino, innovativi di cui non riuscivo a capire il significato. A me sembra che la fantascienza italiana abbia preso questa direzione. Ma una bella storia d'amore fra robot senza necessariamente descriverci i congegni che li abilitano alle varie funzioni, è troppo brutta? E' possibile descrivere l'invasione di un pianeta senza descrivere i meccanismi di ciascuna delle 250 astronavi coinvolte nell'avvenimento? Un "a tutta velocità" senza descrivere le mirabolanti qualità dell'ultramodello fantafuturistico è troppo scadente come frase? E' possibile inserire un cyborg nella storia senza che mi debba sorbire la lettura di tutti i microchip che ne fanno parte? Ecco, io non so definire questo genere letterario. Come lo vogliamo chiamare: casino spaziale? Non è elegante. Cyberpunk? Forse, ma non mi convince. E-lytterature? Bleah! Insomma... provate a pensare che nel futuro magari esisterà ancora qualcuno a cui piacerà andare a raccogliere fiori in un prato; fermarsi in un luogo sacro a pregare; scrivere un'e-mail d'amore. Mica tutti devono essere per forza schizofrenici, amanti delle droghe, sessodipendenti, umanamente-anarchici e amanti solo del tecnologico. E se si vuole raccontare una guerra, ricordati che la descrizione di astronavi che combattono fra di loro è spettacolarmente bella da vedere al cinema, ma è una noia mortale a trovarsela descritta in un libro. Insomma, io chiedo meno tecnologia nei libri di fantascienza, e più storia.
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"Ci vuole molto più della consapevolezza di Dio per creare la pace. Bisogna decidere in che modo utilizzare questa informazione." (Il mondo di Spock - di Diane Douane) |
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Re:Alieni e mostri « Rispondi #25 data: 12 Novembre 2009, 12:37:16 » |
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Non sto invecchiando, sto diventando vintage. |
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Re:Alieni e mostri « Rispondi #26 data: 12 Novembre 2009, 13:40:03 » |
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Citazione da: luciana il 11 Novembre 2009, 19:05:46
Citazione da: Cletus il 11 Novembre 2009, 15:00:45
Citazione da: luciana il 11 Novembre 2009, 14:12:06 Purtroppo, in Italia le case editrici (quelle poche, serie, che pubblicano fantascienza) stanno chiedendo agli autori di sviluppare UN solo genere di fantascienza, trascurando tutto il resto, cioè quelle belle avventure romantiche con astronavi, mostri e alieni che ci piacciono tanto.
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Come va tanto di moda adesso, estrapolo una frase dal contesto, prescindo da tutto il resto, e ci ricamo su... Spiega un po', Luciana, 'sto concetto (che peraltro mi sembra che tu abbia buttato lì, anche se con altre parole, in almeno un'altra occasione). Qual è questo UN solo genere che le case editrici chiederebbero agli autori di sviluppare?
Ciao Cletus
| Credo che il termine "cyberpunk" sia riduttivo. Nel senso che gli ultimi libri di fantascienza che ho tentato di leggere e che sono stata costretta a mettere via o perchè non ci capivo niente, o perchè mi annoiavano a morte erano pieni di "strutture tecnologiche" minuziosamente descritte con paroloni interessantissimi e, immagino, innovativi di cui non riuscivo a capire il significato. A me sembra che la fantascienza italiana abbia preso questa direzione. Ma una bella storia d'amore fra robot senza necessariamente descriverci i congegni che li abilitano alle varie funzioni, è troppo brutta? E' possibile descrivere l'invasione di un pianeta senza descrivere i meccanismi di ciascuna delle 250 astronavi coinvolte nell'avvenimento? Un "a tutta velocità" senza descrivere le mirabolanti qualità dell'ultramodello fantafuturistico è troppo scadente come frase? E' possibile inserire un cyborg nella storia senza che mi debba sorbire la lettura di tutti i microchip che ne fanno parte? Ecco, io non so definire questo genere letterario. Come lo vogliamo chiamare: casino spaziale? Non è elegante. Cyberpunk? Forse, ma non mi convince. E-lytterature? Bleah! Insomma... provate a pensare che nel futuro magari esisterà ancora qualcuno a cui piacerà andare a raccogliere fiori in un prato; fermarsi in un luogo sacro a pregare; scrivere un'e-mail d'amore. Mica tutti devono essere per forza schizofrenici, amanti delle droghe, sessodipendenti, umanamente-anarchici e amanti solo del tecnologico. E se si vuole raccontare una guerra, ricordati che la descrizione di astronavi che combattono fra di loro è spettacolarmente bella da vedere al cinema, ma è una noia mortale a trovarsela descritta in un libro. Insomma, io chiedo meno tecnologia nei libri di fantascienza, e più storia.
| La riflessione che suggerisci, cara Luciana, è davvero interessante e credo che ci porterebbe molto lontano. Dato che come autore di fantascienza italiana mi sento parte in causa, provo ad aggiungere il mio punto di vista ripromettendomi di "rimanere nei pressi"... Sono assolutamente convinto che la fantascienza parli al fanciullino che è in noi molto di più di quanto facciano per esempio il noir, il giallo e il thriller. Questo mi porta a dire che il divertissement e il sense of wonder - che ciascuno di noi appassionati può ritrovare e apprezzare nei robot, negli alieni, nelle battaglie spaziali - siano ingredienti fondamentali, in assenza dei quali rimane davvero poco per poter distinguere una buona storia di SF da una di altro genere. Però, se mi permetti, non la butterei sul piano di meno tecnologia vs più storia (nel senso di trama, vero?): la fantascienza ha anche una forza speculativa e visionaria alla quale non può per sua natura rinunciare (perché è oltrettutto quello che ci invidiano gli altri generi, la forza trainante dei libri che amiamo leggere). Abdicare a questo quid equivarebbe a succhiarle via linfa vitale, anzi a toglierle i fiori. Hai pienamente diritto, come lettore, di pretendere storie comprensibili, di reclamare chiarezza, di rivendicare piacere di lettura e divertimento, ma questo rimane un fatto "privato" tra te e l'autore, non tra te e la fantascienza tout court. Sappiamo bene quante anime ha la SF, molte più di quante ne possano vantare la maggior parte degli altri generi letterari. Questa è una ricchezza, oltre a essere una complicazione (ma tutte le ricchezze sono di per sé complicazioni, a partire dalle vincite al "gratta e vinci"). Noi abbiamo Charles Stross e Vernor Vinge, te lo concedo, ma - deo gratias - anche molti autori solubili in due dita d'acqua... Il punto, Luciana, che ti chiedevo di spiegarmi era, però, questo: " Purtroppo, in Italia le case editrici (quelle poche, serie, che pubblicano fantascienza) stanno chiedendo agli autori di sviluppare UN solo genere di fantascienza, trascurando tutto il resto, cioè quelle belle avventure romantiche con astronavi, mostri e alieni che ci piacciono tanto". Scusa, ma credo che non sia affatto così, anzi lo trovo un tantino ingeneroso: non tanto con gli autori (che, dopotutto, mettono la faccia su tutto quello che scrivono e non si sottraggono alle critiche. E ci mancherebbe!), ma soprattutto con le case editrici e con Urania in particolare, che - ti assicuro - nulla chiede ai propri autori. Prove ne è quella sottile alchimia di equilibrio e varietà che ogni mese mostra in edicola, alternando autori tra loro diversissimi come McLeod, Reynolds, Sawyer, McDevitt, Somers, Niven, Haldeman ecc. Un abbraccio sincero, Lù! Cletus
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Re:Alieni e mostri « Rispondi #27 data: 12 Novembre 2009, 14:06:44 » |
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Citazione da: luciana il 11 Novembre 2009, 19:05:46 Credo che il termine "cyberpunk" sia riduttivo. Nel senso che gli ultimi libri di fantascienza che ho tentato di leggere e che sono stata costretta a mettere via o perchè non ci capivo niente, o perchè mi annoiavano a morte erano pieni di "strutture tecnologiche" minuziosamente descritte con paroloni interessantissimi e, immagino, innovativi di cui non riuscivo a capire il significato. A me sembra che la fantascienza italiana abbia preso questa direzione. Ma una bella storia d'amore fra robot senza necessariamente descriverci i congegni che li abilitano alle varie funzioni, è troppo brutta? E' possibile descrivere l'invasione di un pianeta senza descrivere i meccanismi di ciascuna delle 250 astronavi coinvolte nell'avvenimento? Un "a tutta velocità" senza descrivere le mirabolanti qualità dell'ultramodello fantafuturistico è troppo scadente come frase? E' possibile inserire un cyborg nella storia senza che mi debba sorbire la lettura di tutti i microchip che ne fanno parte? Ecco, io non so definire questo genere letterario. Come lo vogliamo chiamare: casino spaziale? Non è elegante. Cyberpunk? Forse, ma non mi convince. E-lytterature? Bleah! Insomma... provate a pensare che nel futuro magari esisterà ancora qualcuno a cui piacerà andare a raccogliere fiori in un prato; fermarsi in un luogo sacro a pregare; scrivere un'e-mail d'amore. Mica tutti devono essere per forza schizofrenici, amanti delle droghe, sessodipendenti, umanamente-anarchici e amanti solo del tecnologico. E se si vuole raccontare una guerra, ricordati che la descrizione di astronavi che combattono fra di loro è spettacolarmente bella da vedere al cinema, ma è una noia mortale a trovarsela descritta in un libro. Insomma, io chiedo meno tecnologia nei libri di fantascienza, e più storia.
| in linea di massima sono d'accordo sulla questione dei troppi termini tecnici o di descrizioni lunghissime e annoianti, però non credo che togliendole del tutto per dare più spazio alla sola storia porterebbe ad un miglioramento, anzi secondo me la fantascienza senza la scienza sarebbe parecchio menomata, in fondo quelle descrizioni "tecniche" sono proprio la parte più "scientifica" della storia, basterebbe secondo me non esagerare o si rischia appunto di annoiare. Poi è vero che esistono anche bravissimi scrittori, che sfornano bellissime storie di Fantascienza con pochissimi accenni a qualcosa di "scientifico", viene tutto tradotto in termini più umani e ci sono poche righe che riguardano le tecnologie di cui parla la storia, ma comunque qualcosa c'è sempre, altrimenti a parer mio non sarebbe più fantascienza ma solo "fantaQualcosaltro". non condivido invece il tuo pensiero sulle guerre spaziali con combattimenti tra astronavi, a te forse non piacciono e ti annoiano, ma io trovo i romanzi in cui si raccontano storie e vicende di questo tipo molto divertenti, mi appassionano i combattimenti, le guerre e le storie militari in cui i protagonisti combattono sulle loro navi, le loro strategie, gli errori, le azioni eroiche e tutto il resto... ognuno ha i suoi gusti
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E quando ci domanderanno cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: "Noi ricordiamo". (Ray Bradbury, gli Uomini-Libro in Fahrenheit 451) |
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Re:Alieni e mostri « Rispondi #28 data: 12 Novembre 2009, 14:17:45 » |
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Dario non vogliono criticare gli autori. Ognuno scrive quello che ha nel cuore. Mi sento, però, di criticare le scelte editoriali di alcune case editrici (e non parlo solo di Urania) che, mi sembra, vadano in un'unica direzione. Io, su 31 libri di fantascienza letti quest'anno, ne ho finiti 20. E tra questi 20 ce ne sono alcuni che non mi hanno soddisfatto. Quelli che mi sono piaciuti di più sono i "vecchi" libri.
E' indubbio che la letteratura sia sempre in evoluzione. Ed è giusto che gli autori sappiano inventare storie e linguaggi che stimolino, come dicevi tu, il nostro fanciullino. Ma... qualcuno ha mai riflettuto su che cos'è stata la grandezza di Asimov? Forse (???) la sua semplicità nel cogliere con un solo termine , o con pochissimi termini, un concetto evocativo. Hai mai letto "The making of Star Trek" di Gene Roddenberry? Lì spiega benissimo tutti i suoi tormenti nel trovare un linguaggio semplice, che fosse adatto a un pubblico che di fantascienza non ne capiva una mazza di niente. E dal momento che Star Trek dura da 40 anni (romanzi compresi), penso che ci sia riuscito.
"Meno tecnologia e più storia" significa meno descrizioni tecniche di cui la gente normale (come me) non capisce nulla, per dare spazio alla trama.
La forza speculativa e la visionarietà, secondo te, non vanno d'accordo con la semplicità linguistica? Vorrei che fosse chiaro che non è un problema di storia. Ripeto, ogni autore scrive quello che ha nel cuore, e le storie sono tutte buone (purchè scritte bene). Il problema che sollevo io è quello del linguaggio tecnologico contorto che appesantisce la storia e la rende noiosa.
Quest'anno ho letto "Il castello dei Carpazi" di Jules Verne. Fa tenerezza leggere, oggi, gli autori che scrivevano libri di fantascienza giocando con l'invenzione dell'energia elettrica. Eppure, è un libro scritto con una semplicità tale che a distanza di quasi un secolo lo si legge ancora volentieri. Al contrario di alcuni libri pubblicati oggi che non sono neanche riuscita a finire.
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Re:Alieni e mostri « Rispondi #29 data: 12 Novembre 2009, 14:20:20 » |
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Citazione da: Cletus il 12 Novembre 2009, 13:40:03 (...) Però, se mi permetti, non la butterei sul piano di meno tecnologia vs più storia (nel senso di trama, vero?): la fantascienza ha anche una forza speculativa e visionaria alla quale non può per sua natura rinunciare (perché è oltrettutto quello che ci invidiano gli altri generi, la forza trainante dei libri che amiamo leggere). Abdicare a questo quid equivarebbe a succhiarle via linfa vitale, anzi a toglierle i fiori. (...)
| Quello che dici, Cletus, non è senza fondamento, ma forse sarebbe necessario non dedicare tanto spazio alla “parte tecnica”, almeno non più del necessario. Ma in attesa che si chiarisca quale sia “quel genere che le case editrici stanno chiedendo”, dico la mia. D’accordo con quanto si è detto sinora, ma non soltanto omini verdi e botte da orbi tra astronauti più o meno alieni. Per me è anche importante come si scrive. Faccio un esempio della fantascienza che mi piacerebbe leggere ed è appena il caso di dire che la mia opinione è una tra le tante diverse. Leggiamo l’incipit di “Cittadino della Galassia” di Heinlein. Entra in argomento sin dal primo rigo e già a metà della prima pagina sappiamo tutto quello che è necessario sapere per andare avanti nella lettura. E che lettura! Scorre facilmente e ha il potere di farti tenere il libro in mano il più a lungo possibile. Certo, il finale è un po’ approssimativo, ma questo è un altro discorso; dipende forse dal fatto che il romanzo non doveva andare oltre un determinato numero di pagine. Parlando di autori non italiani è anche vero che chi traduce ci mette un po’ del suo e le traduzioni tendono dunque ad avere caratteristiche comuni, ma se l’autore è tosto lo si vede comunque. Cordialità, Den Heb
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La distinzione fra passato, presente e futuro è solo un'illusione, anche se ostinata. Albert Einstein |
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