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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: Urania 1540 - Il dono di Svet. «prec succ»
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  Autore  Discussione: Urania 1540 - Il dono di Svet.  (letto 8471 volte)
attiliosfunel


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Re:Urania 1540 - Il dono di Svet.
« Rispondi #105 data: 17 Agosto 2009, 16:47:31 »
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Ciao!

Lungi da me da fare polemica... però devo correggere Bibliotecario quando dice che i miei voti sono tutti tra 1 e 3, e tutti contro Mondadori? Non è affatto vero. Basta vedere il voto che ho dato a Mater Maxima, proprio di Donato Altomare, che mi era piaciuto. Cerco sempre di dare voti ragionati, se possibile. Altro esempio: parecchi hanno dato votacci all'ultimo di Roshwald, criticando Lippi per l'"anzianità" delle sue ultime scelte, e invece io no. Mediamte la gestione di Lippi non è affatto male. Gli rimprovero più che altro balzanate tipo i cicli interrotti, i blurb ai limiti del ridicolo e/o dell'offensivo (anche se magari non li scrive più lui), le rubriche mai iniziate o affossate appena iniziate.

E' che ci sono alcune che, come diceva Gioele Dix, mi fanno inc...re come una bestia, quindi certe volte il mio giudizio riflette l'onda emotiva del momento.   Ripeto che in particolare, nel Dono di Svet mi era sembrata particolarmente assurda la forzatura iniziale. Però Donato, come gli dicevo, sa scrivere, quindi non ho alcun problema ad attendere con ansia un Dono 2.

A latere, devo però confessare di essere stato un po' deluso dagli ultimi romanzi italiani pubblicati dalla mia amata collana. Avevo letto con interesse roba tipo La notte dei Pitagorici, il primo Altomare, i Mongai, i Ricciardielli, i Grassi (specie il secondo) e avevo divorato gli Evangelisti. Invece non mi è piaciuto, specie ultimamente, sorbirmi due-dico-due Fabriani scritti piuttosto male, un orripilante Di Marino, l'innominabile (dis?)Onorato, poi Il dono, il deludente (forse strombazzarlo meno avrebbe giovato) Bad Prisma, e quindi forse sono entrato in fase-Dix!

Spero di avere chiarito. A presto!
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Re:Urania 1540 - Il dono di Svet.
« Rispondi #106 data: 17 Agosto 2009, 16:56:39 »
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Citazione da: don il 13 Agosto 2009, 19:47:19


Ciò che non accetto non è un parere negativo su una mia opera, sarebbe presuntuoso, visto che di pareri negativi ne hanno collezionati anche altri (veri) scrittori di gran lunga più famosi e importanti di me, sia italiani che stranieri, ma l'assurdo è che detto parere sia condizionato dal fatto che un determinato evento possa o meno verificarsi. Credo di averlo già detto: scriviamo di fantascienza o no? Probabilmente Attilio metterebbe 1 anche a Viaggio allucinante di Asimov in quanto parte da un artificio narrativo impossibile a verificarsi. E gli esempi simili si sprecherebbero. Ma forse comincio a ripetermi, segno di senescenza.
Come ha detto qualcuno, continuate a parlare di me, bene o male non importa. E' l'indifferenza che mi spaventa.
don


Colgo anche l'occasione per tornare su un punto citato dal buon Donato. Mah, devo dirti che tante volte ho letto con gusto trame chiaramente bislacche, e rigettato roba più plausibile... Vaccapì perché? Magari uno guarda con piacere un James Bond d'annata senza accorgersi che è una boiata, forse perché ha un sottofondo ironico che fa andare avanti, mentre uno di quelli moderni fanno schifo perché si avverte che sono diventati dei meri contenitori pubblicitari. Ieri ho letto un racconto di Benford (Millemondi n.44, "Il muro d'idrogeno") in cui si dava a idee così ardite da rasentare l'impossibile, che magari in altre situazioni mi avrebbero infastidito: ma è riuscito a trattarle in modo così esperto, e creando una cornice così affascinante, che sono andato avanti senza problemi per tutte le 30 e più pagine dell'opera.

Ciao e a presto
Attila
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Re:Urania 1540 - Il dono di Svet.
« Rispondi #107 data: 19 Agosto 2009, 14:15:35 »
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Bè, questa discussione è molto interessante, e mi dispiace che sia "preso a pretesto" il dono di Swet, al cui autore rinnovo i complimenti, ma tant'è...
Il problema, che avevo già segnalato sul blog di Urania, è che i gli uomini per capire e capirsi fra loro abbisognano di nomi che poi, essi diventino etichette è una specie di  effetto collaterale che non dovrebbe però inficiarne il valore. Mi spiego. Se ho due figli li chiamo Francesco e Paolo e, anche se voglio loro bene nella stessa quantità, se in questo momento devo dire una cosa a Francesco, ecco chiamo lui e non mi sta bene che arrivi Paolo. Quindi se acquisto un romanzo di fantascienza, ove come già detto da altri, una cosa per quanto stramba deve avere una possibile base (fanta) scientifica, mi aspetto Francesco e non Paolo (leggasi un elemento fantastico nella narrazione che non ha alcuna base scientifica). Questo non c'entra nulla con la contaminazione dei generi, che peraltro a me piace, quantunque mi piaccia più la fantascienza e meno il fantastico tout-court, e nè, a mio parere c'entra con il lasciare la SF in un ghetto, semplicemente essa è un genere letterario da cui ci si aspetta un certo qualcosa, Francesco ha i capelli rossi, Paolo neri...
« Ultima modifica: 19 Agosto 2009, 14:16:50 di AgenteD » Loggato
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Re:Urania 1540 - Il dono di Svet.
« Rispondi #108 data: 23 Agosto 2009, 21:00:13 »
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Scusate se intervengo con un certo ritardo, ma sono scappato via da internet, cellulare e orologio per una settimana. Anche se nel paesino nel quale mi sono rifugiato (scupolosamente tenuto segreto) c'era un campanile che scandiva le ore e i quarto d'ora (le dodici e tre quarti non finivano mai...).
Devo subito dire che mi piace la piega che ha preso il discorso. E devo aggiungere che finalmente ho trovato un ambiente nel quale possa parlare con serenità. E non è poco, credetemi.
Riguardo la contaminazione penso che oggi sia difficilissimo scrivere fantascienza senza contaminazioni. E non mi riferisco soltanto a interferenze horror (ormai frequentissime se non irrinunciabili), ma anche pressocché di tutti gli altri generi (anche 'estranei' al fantastico). Questo mi ha fatto pensare che forse il genere che noi tutti amiamo sino all'auto annichilimento è l'unico che può prestarsi a una simile commistione, senza per questo venirne penalizzato. Penso che più si va avanti, più il genere subirà gli assalti delle contaminazioni perché forse ciascun autore si rende conto che la fantascienza pura viene letta da un numero alquanto ridotto di lettori, mentre un genere 'a ventaglio ampio' può intrufolarsi in altri canali e aumentare il numero di interessati. Credo che Lippi e Altieri l'abbiano capito o seguano determinate scelte per istinto. Personalmente ho avuto un mucchio (ma davvero tante) manifestazioni di apprezzamento dell'ultimo mio libro da lettori del tutto estranei alla fantascienza. E non certo lettori, come dire... superficiali.
Questo ci riconduce alla gabbia. Una gabbia impedisce a chiunque di uscire, ma anche di entrare. E' come se ciascuno di noi decidesse di accettare di restare confinati in un piccolo spazio, impedendo di fatto a chi è estraneo di penetrarvi.
Insomma, meglio re in uno stagno che caporale nel mare.
Ora è il momento di scrollarci di dosso questa gabbia, il lettore medio è propenso a leggere 'roba' del nostro genere, purché non gli si spiattelli davanti agli occhi che si tratta dell'orribile fantascienza.
Insomma, conquistando nuovi elttori con generi contaminati di aftto si aumenta il nacino di fruitori del genere fantastico e, di rifòesso, di fantascienza.
ciao
d.
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