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  Autore  Discussione: Urania integrale o no?  (letto 810 volte)
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Urania integrale o no?
« data: 17 Settembre 2003, 21:44:02 »
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Alla prossima laureanda Margherita Bianchini che sta preparando la tesi sulla storia di Urania, dopo avere risposto ad alcune sue domande, le ho chiesto se i romanzi pubblicati fossero stati sempre integrali o rimaneggiati. Questa la Sua risposta:

Rispondo alla sua domanda: fino all'85 molte traduzioni erano tagliate per farle rientrare nel numero di pagine consentito (in media 160) e per motivi di "gusto" personale dei redattori e dei curatori (Fruttero e Lucentini). E' noto infatti che venissero censurate tutte le scene riguardanti sesso e amore e che a volte Lucentini si sia preso la libertà di "migliorare" i finali, cambiandoli.

Da quando la cura editoriale è passata a Montanari e poi a Lippi queste cose non accadono più e i romanzi pubblicato sono integrali.

Grazie per aver risposto alle mie domande,

Margherita

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Re:Urania integrale o no?
« Rispondi #1 data: 18 Settembre 2003, 12:53:03 »
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Ecco una testimonianza di Vittorio Curtoni, traduttore storico di Urania, sulle scelte editoriali della caporedattrice Andreina Negretti, che ha lavorato nella redazione per più di 25 anni.
Andreina Negretti è scomparsa circa 15 anni fa ed era una professionista di grande temperamento e molto seria, ma...

" Aveva un paio di grossi difetti. Almeno dal mio punto di vista. Il primo le derivava dagli standard che hanno contrassegnato per tanti anni la vita di Urania: per lei, tagliare i romanzi in traduzione era cosa del tutto normale e sacrosanta. E se debbo dire che in qualche rara occasione sono stato d'accordo con lei sull'utilità di questa pratica, nella stragrande maggioranza dei casi ho avuto forti perplessità (anche se, noblesse oblige, facendo il mestiere che faccio mi sono trovato costretto a obbedire). Ma non c'era nulla da fare: il libro era accompagnato dall'ordine tassativo "Tagliare tot battute", e ne' lei ne' io avremmo potuto opporci. Com'era tipico del suo carattere, Andreina aveva inventato un delizioso eufemismo per ingentilire la prassi. Non mi diceva mai: "Questo libro va un po' tagliato." Diceva: "Questo libro va un po' asciugato." Bello, eh? E io non ho mai avuto il coraggio di risponderle con la battuta che mi veniva sempre alle labbra: "Perché, scusa, si è bagnato?" Glielo avessi detto una sola volta.
Il secondo difetto era, credo, più connaturato alla sua struttura psicologica, anche se andava in perfetto accordo con certi canoni che hanno regnato a lungo nell'universo di Urania: odiava gli accenni sessuali espliciti in fantascienza. Non li sopportava. Tutti i traduttori lo sapevano, e si comportavano di conseguenza, tagliando (pardon, asciugando) le scene più torride (!) che dovessero incontrare in romanzi e racconti. Lo facevo anch'io, automaticamente; perché in ogni caso, se anche avessi tentato di barare, sapevo già che avrebbe provveduto lei ad asciugare...
Ricordo benissimo un episodio, un brano la cui versione italiana ancora oggi grida vendetta. Il romanzo era "Crepuscolo sulla città" di Charles Platt, un bel libro, onesto, diretto, sincero. A metà circa della storia c'era la scena di un amplesso in riva a un fiume, amplesso descritto con una certa abbondanza di particolari per qualcosa come quattro cartelle; ma l'episodio era tutt'altro che pornografico o fine a se stesso, perché a un certo punto era la donna a prendere il sopravvento sull'uomo, e da quel momento in poi i ruoli all'interno della storia si capovolgevano, e quello era il momento di svolta, reso con mano leggera e in maniera convincente. Sicché, per una volta, tradussi tutto senza tagliare una sola virgola, e quando consegnai la traduzione spiegai ad Andreina la NECESSITA' strutturale della scena, pregandola di chiudere un occhio. Lei mi assicurò che certo, ovviamente, se quella scopata (ah, lasciatemelo dire!) era così necessaria, non l'avrebbe tagliata; poi uscì il numero di Urania col romanzo, e delle quattro cartelle ne era rimasta forse una, e tutto l'impatto del capovolgimento fisico/psicologico era andato a farsi benedire...
Inutile, era più forte di lei!"

(l'articolo di Curtoni è apparso su Delos, ma non so più in quale numero...)

Margherita
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