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Discussione: Infect@ (letto 896 volte) |
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doralys
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Infect@ « data: 27 Aprile 2007, 11:32:49 » |
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Infect@: titolo quanto mai appropriato per questo romanzo che, pur non amando il genere, è stato per me una piacevole sorpresa. Una Milano al di fuori di parametri temporali o forse al di là anche del nostro universo, una città 'infetta' dove regnano sporco, liquami, pioggia fredda e rottami. Rottami non solo di veicoli e di edifici ma anche di esseri umani e di cartoon. La vicenda che è una sorta di 'spy story' o 'poliziesco' si svolge in una ambientazione onirica, ma non da sogno bensì da incubo. Tutto è unto, appiccicoso, tutto fa ribrezzo a toccarlo e i protagonisti sono immersi nel luridume (sembra che gli unici posti puliti siano i 'cessi') e interagiscono con i cartoon (o cartoons?). La realtà è nascosta sotto un velo creato dalle nuove droghe: xtoons e lo scenario in cui si muovono i protagonisti è caratterizzato da una umanità disperata, drogata, terminale e dai cartoon, muti ma capaci di comunicare, che vivono della energia vitale di chi li ha 'creati' guardandoli. Un poco Ballardiana la desolata Milano di Tonani e un poco come la San Francisco di Frank Carlucci, città arrivate al limite della loro vita, così come gli esseri che ci vivono.. Se devo fare un appunto all'autore è la lunghezza del romanzo, una stesura più incisiva avrebbe reso il romanzo più 'veloce' da leggere; poi alcune minime incongruenze sfuggite sicuramente alla revisione.
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Re:Infect@ « Rispondi #1 data: 27 Aprile 2007, 13:03:13 » |
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Buona idea, Dory. Trascrivo anch'io il mio commento: Citazione:Appena comprato, mi sono immediatamente tuffato nella lettura di questo originalissimo e inusuale romanzo italiano. Alla fine, però, sono rimasto interdetto, tanto che ho atteso che qualcun altro inserisse dei commenti, prima di poter dire la mia. Gli elementi di forza del romanzo sono sicuramente l'originalità (o genialità) dell'idea di base (i +toon e il conseguente disfacimento della realtà); l'ambientazione credibile e futuribile; uno stile teso e avvincente; le descrizioni minuziose, a tratti realistiche a tratti allucinate. Ciò che non mi ha convinto pienamente sono invece la trama (troppo lineare e semplice per un noir futuristico), la fuga del protagonista arricchita all'inverosimile da scene di malvagità umana, e il finale, confuso e insoddisfacente (Molto bello, invece, l'epilogo). Il voto, però, non può che essere positivo (con un pizzico in più perché italiano!!! ). |
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Sto leggendo Epix su Urania.
"Dio è ciò che la mente diviene quando arriva al di là della nostra comprensione." Freeman Dyson |
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Re:Infect@ « Rispondi #3 data: 27 Aprile 2007, 17:10:27 » |
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Citazione da: doralys il 27 Aprile 2007, 16:30:23 Appendice ad Infect@: Grande Fratello di V.E.
Intrigante lo spunto dal quale parte l'autore, fumosa la trama, inesistente il finale. Avrebbe potuto scrivere un raccontino divertente, ironico e graffiante ma... Non trova di meglio che descrivere, cambiando soltanto i nomi, alcuni concorrenti delle passate edizioni. Senza dubbio un autore come lui non avrebbe avuto difficoltà a creare dei personaggi, sì stereotipi, ma non riconducibili a persone reali. Per quanto riguarda il finale, vabbè lasciare spazio alla fantasia del lettore ma qui ha lasciato un abisso. Mi ha lasciato la bocca amara.
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Non sono d'accordo. L'utilizzo di personaggi reali con nomi fittizi a mio parere è perfetto: cosa può esserci di più stereotipato di un "personaggio" del Grande Fratello, che si ripete ogni anno e che il telespettatore ricerca con affanno, come alla ricerca di qualcosa di abituale, familiare, che lo faccia sentire a "casa"? Nel finale, metafisico e allucinato (dickiano, assolutamente dickiano!!!), io ci ho letto proprio questa fungibilità dei protagonisti: il "reality" che diviene irreale, fabbricato, smontato e ricostruito all'infinito. Un'irrealtà non solo a livello mediatico, ma soprattutto a livello esistenziale.
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Re:Infect@ « Rispondi #6 data: 27 Aprile 2007, 17:22:53 » |
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Doralys, ti ringrazio doppiamente: per la bella recensione e per il fatto che l'hai compilata con uno stoico senso del "dovere" anche se non ami il genere... Mi è piaciuta particolarmente la tua enfasi sul contagio tattile: tutto, ma proprio tutto DOVEVA suggerire schifo, generare ripugnanza. Forse, dopotutto, i cessi si salvavano (non ci si aspetta gran che da loro...). Insomma, l'umanità (e la cartoonità) doveva emergere per contrasto, come un germoglio dal fango... Ciao, a presto Cletus
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doralys
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Re:Infect@ « Rispondi #7 data: 27 Aprile 2007, 17:28:55 » |
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Citazione da: Darkyo il 27 Aprile 2007, 17:10:27 Non sono d'accordo. L'utilizzo di personaggi reali con nomi fittizi a mio parere è perfetto: cosa può esserci di più stereotipato di un "personaggio" del Grande Fratello, che si ripete ogni anno e che il telespettatore ricerca con affanno, come alla ricerca di qualcosa di abituale, familiare, che lo faccia sentire a "casa"? Nel finale, metafisico e allucinato (dickiano, assolutamente dickiano!!!), io ci ho letto proprio questa fungibilità dei protagonisti: il "reality" che diviene irreale, fabbricato, smontato e ricostruito all'infinito. Un'irrealtà non solo a livello mediatico, ma soprattutto a livello esistenziale.
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proprio perché sono sterotipi poteva evitare di trasportare semplicemente dei personaggi reali, e solo alcuni delle decine di protagonisti del GF, nel suo racconto e crearne di suoi, ugualmente stereotipi ma non riconoscibili. Per il resto secondo me ha sbagliato bersaglio, da una buona premessa non ha saputo sviluppare una buona storia. Dark, ma come mai siamo d'accordo su Infect@?
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Re:Infect@ « Rispondi #8 data: 28 Aprile 2007, 01:27:35 » |
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Citazione da: doralys il 27 Aprile 2007, 17:28:55
Dark, ma come mai siamo d'accordo su Infect@?
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Credo che sia perché si tratta di un buon romanzo: finalmente un prodotto italiano originalissimo, sia nei contenuti che nella narrazione. Tuttavia, bisogna ammettere che è un romanzo difficile da leggere (e forse anche da apprezzare)... Il tuffo nella Milano cartoonizzata è drastico e imparare ad orientarsi in un incubo surreale del genere è molto arduo (personalmente l'ho trovato stimolante).
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Re:Infect@ « Rispondi #11 data: 11 Maggio 2007, 00:08:56 » |
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Citazione da: lolinhozzo il 10 Maggio 2007, 23:15:13 Ho inoltre il sospetto che in tutto il libro non compaia neppure una volta un punto e virgola.
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Il dramma dell'estinzione del punto e virgola! Quando scrivo, mi costringo ad inserire almeno un punto e virgola, proprio perché vorrei rivalutarlo, ma è davvero difficile trovare la posizione adatta, il momento giusto per fare una pausa (naturalmente non sto parlando del punto e virgola negli elenchi, ma quello che separa i "concetti legati"). Qualche volta non ci riesco proprio. E scrollo le spalle. Lo stile cambia col tempo e nella nostra epoca di frenesia insensata e velocità è naturale che un segno di interpunzione così "riflessivo" (da scrivere e da leggere) stia svanendo... almeno nella letteratura e nel linguaggio comune. Anche io adoro leggere romanzi (di sf) italiani per gustarne lo stile e il modo di scrivere dell'autore (tenendo fede al detto che tradurre è tradire e che quindi i romanzi americani mi giungono filtrati). Nel caso di Infect@ devo dire che lo stile non è un banale "scimmiottamento" della costruzione inglese delle frasi, ma è congeniale a raccontare una vicenda tesissima e rapidissima (dura solo poche ore), fatta di scene e immagini e aumentano il claustrofobico e l'alienante del romanzo.
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« Ultima modifica: 11 Maggio 2007, 00:16:18 di Darkyo » |
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Re:Infect@ « Rispondi #12 data: 11 Maggio 2007, 10:30:45 » |
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Citazione da: lolinhozzo il 10 Maggio 2007, 23:15:13 E pertanto pretendo che si scriva in italiano come Cristo comanda.
Chiedo pertanto se sia obbligatorio per scrivere SF dimenticarsi dell'esistenza di "cose" come le congiunzioni o gli avverbi o se fa poi tanto schifo usare ogni tanto dei segni di punteggiatura che non siano il punto fermo. Per non parlare poi dei verbi al congiuntivo. Ho inoltre il sospetto che in tutto il libro non compaia neppure una volta un punto e virgola.
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Secondo me non è certo obbligatorio, ma sicuramente consentito. Fortunatamente Cristo aveva cose più interessanti su cui rimuginare che non la grammatica italiana. ;D ;D ;D Da sempre la forza del fantastico si annida nei contenuti... e in fondo si dovrebbe srcivere per trasmettere delle idee, delle visioni, delle suggestioni; non semplicemente come esercizio di stile. Segna in rosso gli errori gravi, in blù quelli veniali ;) ciao
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« Ultima modifica: 11 Maggio 2007, 11:48:04 di Thx 1138 » |
Loggato |
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bye -- Thx 1138 |
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