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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: A noi vivi «prec succ»
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  Autore  Discussione: A noi vivi  (letto 810 volte)
Free Will


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Faber est suae quisque fortunae

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A noi vivi
« data: 13 Novembre 2006, 18:41:10 »
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Mi piacerebbe che gli amici di UM esprimessero un'opinione sul libro di RAH in oggetto (Urania 1505).
Per questo motivo riporto qui di seguito il commento che ho lasciato sulla scheda.
Penso che valga un dibattito.


Non è un romanzo. Come detto da Robinson, è "qualcosa di più". Ma non è chiaro che cosa. Non è un saggio, perché non possiede la peculiarità di voler dimostrare una tesi (scientifica o sociale o politica). In realtà è un gran pasticcio, un manifesto politico travestito da romanzo di fantascienza. Però di fantascienza ha ben poco: il mondo futuro immaginato da Heinlein è certamente diverso da quello del 1939, ma non è così strabiliante, nonostante le innumerevoli invenzioni tecnologiche; alcune tecnologie sono incredibilmente azzeccate (la televisione, il computer, gli aerei a decollo verticale...), altre sono clamorosamente sbagliate (la posta pneumatica...), altre sono effettivamente futuribili (i tapis roulants...). Una bizzarria interessante riguarda la presenza ripetuta del fumo di sigaretta: evidentemente dipende dal fatto che nel 1939 c'era un'abitudine diffusa e manacava la consapevolezza dei rischi; oggi, se immaginassimo un futuro fra 150 anni, forse lo vedremmo senza fumo.
Ma se di fantascienza si può parlare è soprattutto per gli aspetti sociali e politici di questo mondo di Utopia del 2086: il nostro RAH immagina un'assurda struttura sociale che potremmo definire "liberal-comunista", cioè un evidente ossimoro, come dire "democrazia totalitaria". Arriva ad immaginare una legge sulla privacy veramente esagerata e contemporaneamente un terribile Grande Fratello che porta alla riprogrammazione psichiatrica di coloro che hanno ideee e comportamenti "non conformi".
Dal punto di vista storico, pur proiettandoci indietro al 1939, è incomprensibile come l'Autore fosse così fuori dal suo tempo: Hitler aveva già annesso l'Austria, invaso la Cecoslovacchia e si accingeva a fare altrettanto in Polonia, il Giappone aveva invaso la Cina, l'Italia aveva colonizzato l'Eritrea, l'Etiopia e l'Albania, in Spagna c'era stata la guerra civile, in Unione Sovietica le grandi purghe; come poteva RAH pensare che la guerra fosse confinata all'Europa?
E come fantapolitica, come si può immaginare un mondo civilissimo ristretto ai soli Stati Uniti mentre il resto del mondo crollato nella barbarie e inciviltà più assoluta?
Non parliamo dell'economia sociale concepita da RAH per il 2086, che definire balzana è decisamente riduttivo: quelle bizzarre formule non possono reggere neppure un microsecondo.
Dal punto di vista letterario, lo stile è semplicemente ridicolo: pur tollerando alcuni arcaismi tipici dell'epoca, sembra di leggere un racconto scritto da un adolescente, non certo da un uomo maturo di 32 anni. E poi quante ingenuità! Come quella sulla nudità senza i condizionamenti psicologici millenari della nostra società.
Ma allora perché ho dato voto 10?
Non lo so, però:
1) E' significativo il fatto che, in qualunque epoca sia scritto un libro di SF, nell'immaginare il futuro si parta sempre dallo stato dell'arte di quel momento, così a volte si indovina e a volte no: le ingenuità, gli errori, le assurdità di un Autore del 1939 che immagina il 2086, probabilmente ci sono anche in un Autore del 2006 che immagina il mondo del 2153, solo che ora non ce ne accorgiamo e tante idee, anche estremamente fantasiose, ci sembrano plausibili (fra 70 anni forse rideremmo di noi stessi).
2) Orwell immaginò il Grande Fratello solo 10 anni dopo RAH, e questo è veramente inquietante.
3) Quando avevo 15-17 anni scrivevo con lo stesso stile e con le stesse ingenuità: è bello pensare ad un uomo maturo che ha ancora lo spirito incorrotto di un adolescente.
4) Il mio primo libro di fantascienza è stato "La Luna è una severa maestra": quel libro di RAH mi ha illuminato ed ha segnato una vita di passione per la SF.
Ho un senso di riconoscenza illimitata per Heinlein.
Quindi il mio voto può essere soltanto 1 oppure 10: nessun altro intermedio ha significato.
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Re:A noi vivi
« Rispondi #1 data: 13 Novembre 2006, 19:24:16 »
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Questo è uno dei romanzi più commentati: 13 valutazioni delle quali 8 positive e 5 negative; vi metto il link della scheda libro per facilitarvi la ricerca.

http://www.uraniamania.com/index.php?action=scheda&serie=aaaaaaaa&subserie=aj&numero=1505&startnum=1500

Il post di Free Will merita un momento di riflessione prima di rispondere ma lo farò senza dubbio.
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Questi sono i miei fiumi (... o volevo dire fumi?)

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Re:A noi vivi
« Rispondi #2 data: 13 Novembre 2006, 19:49:22 »
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Citazione da: Free Will il 13 Novembre 2006, 18:41:10


Citazione:

Una bizzarria interessante riguarda la presenza ripetuta del fumo di sigaretta: evidentemente dipende dal fatto che nel 1939 c'era un'abitudine diffusa e manacava la consapevolezza dei rischi; oggi, se immaginassimo un futuro fra 150 anni, forse lo vedremmo senza fumo.


Ringraziandoti per il lungo commento da te fatto, mi permetto al momento di estrapolare il sopraquotato significativo passaggio solo per dire che....la società del 1939 per l'aspetto legato al fumo ha la mia totale approvazione!! (Sorvolo al momento su altri aspetti dell'epoca)
Tra 150 anni non sarò più qui a godermi l'illuminata società di quel momento che, fatto scempio di ogni considerazione di quella attuale sui danni del fumo (attivo, passivo, maschile, femminile e neutro!) se la spipazzerà alla grande!! ;D

Citazione:

Quindi il mio voto può essere soltanto 1 oppure 10: nessun altro intermedio ha significato.


per quanto sopra il mio voto è 10 con lode, diritto di pubblicazione e bacio...se non accademico, almeno freesmico.

...e vai, RAH, falli neri!!

Naturalmente mi farò premura di leggere il libro!!

Grazie di nuovo, cugino free e alla prossima

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Felice chi è diverso
essendo egli diverso,
ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.
          (Sandro Penna)
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Re:A noi vivi
« Rispondi #3 data: 14 Novembre 2006, 18:16:19 »
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Mi sono riletta il mio commento, scritto a caldo, appena letto il romanzo.
Adesso che si è sedimentato posso dire che in alcune, in parecchie parti ho faticato a leggerlo, noioso, ingenuo, inconsistente. Ma, avendo letto parecchi romanzi successivi di RHA posso dire di aver trovato i semi delle altre sue storie qui. Storie che che sono partite da idee, da convincimenti, ipotesi fatte qui, in questa noiosa ed evanescente storia. Una storia che è solo un pretesto per dire qualcosa, per fare previsioni sul futuro possibile dell'America e del Mondo. Certo si sente che è stato scritto da un RHA immaturo, forse ancora non padrone della tecnica (ce ne vuole molta) e che vuole a tutti i costi pensare ad una Utopia, ad un futuro diverso da quello che si prospettava allora cadendo in contraddizioni e in assurdità lampanti.
Nonostante questo la lettura di a Noi vivi non ha minimamente sminuito il concetto che avevo di Heinlein che è uno di quei pochissimi scrittori di FS che pongo nell'Olimpo della Fantascineza.
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