Parto, infine, per le odiate, cosiddette vacanze. Sono riusciti a fiaccare la mia disperata quanto inutile resistenza. La mia poltrona non avrà più il piacere di reggere il mio peso, i miei libri non avranno la mia compagnia, il mio computer ha iniziato a lamentarsi minacciando di aprire le porte ad ogni genere di virus o batteri che siano: dice che io da lui non scannerizzerò più alcunché perché lui si scannerà da solo. I libri più affezionati cadono al suolo e alcuni restano aperti sulle pagine da me più amate, qualche frase la vedo addirittura autosottolineata come estremo tentativo di farmi restare tra loro. C'è un libro che amo particolarmente, forse di più tra tutti: "Le nozze di Cadmo e Armonia", ieri l'ho trovato fuori posto e vicino a "Umiliati e offesi" di Dostoevskij; la copertina era imbrattata di inchiostro: aveva pianto. Mentre cerco di rincuorarli tutti, sento un forte rumore improvviso; un libro cade dall'ottava fila direttamente sul computer che si spegne: è "La morte nell'anima" di Sartre. Non ho il coraggio di rimetterlo al suo posto e lo lascio dove è caduto. Voglio rispettare il suo dolore che è anche il mio.

        Un saluto.