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Home Forum | UraniaMania Forum... | Generico | Discussione: D.F.Wallace - Un discorso... «prec succ»
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  Autore  Discussione: D.F.Wallace - Un discorso...  (letto 1442 volte)
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D.F.Wallace - Un discorso...
« data: 13 Luglio 2011, 11:30:04 »
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Visto che qualcuno ha citato D.F.Wallace, mi è tornato in mente questo passaggio di un suo discorso... passaggio che in qualche modo mi ha influenzato...sopratutto dal momento che non vivo piu in Sicilia ma a Roma, dove la "configurazione automatica di base" tende ad attivarsi piu di frequente, visto che la citta ed i suoi ritmi ti fagocitano e non vivi tanto seguendo i ritmi della natura come ero abituato a fare nella mia Isola.
Questo all'inizio mi procurava grandissimo stress... poi, anche grazie a D.F.Wallace... mi sono adattato, ho reagito.

Un frammento di un discorso di David Foster Wallace ad una cerimonia di consegna delle lauree, 2005.

".....
E vi dico anche quale dovrebbe essere l’obiettivo reale su cui si dovrebbe fondare la vostra educazione umanistica: come evitare di passare la vostra confortevole, prosperosa, rispettabile vita adulta, come dei morti, incoscienti, schiavi delle vostre teste e della vostra solita configurazione di base per cui “in ogni momento” siete unicamente, completamente, imperiosamente soli. Questo potrebbe suonarvi come un’iperbole o un’astrazione senza senso. Cerchiamo di essere concreti. Il fatto puro e semplice è che voi laureati non avete ancora nessun’idea di cosa “in ogni momento” significhi veramente. Questo perché nessuno parla mai, in queste cerimonie delle lauree, di una grossa parte della vita adulta americana. Questa parte include la noia, la routine e la meschina frustrazione. I genitori e i più anziani tra di voi sapranno anche troppo bene di cosa sto parlando.
Tanto per fare un esempio, prendiamo una tipica giornata da adulto, e voi che vi svegliate la mattina, andate al vostro impegnativo lavoro da colletto-bianco-laureato-all’università, e lavorate duro per otto o dieci ore, fino a che, alla fine della giornata, siete stanchi e anche un po’ stressati e tutto ciò che vorreste sarebbe di tornarvene casa, godervi una bella cenetta e forse rilassarvi un po’ per un’oretta, per poi ficcarvi presto nel vostro letto perché, evidentemente, dovrete svegliarvi presto il giorno dopo per ricominciare tutto da capo. Ma, a questo punto, vi ricordate che non avete nulla da mangiare a casa. Non avete avuto tempo di fare la spesa questa settimana a causa del vostro lavoro così impegnativo, per cui, uscendo dal lavoro, dovete mettervi in macchina e guidare fino al supermercato. È l’ora di punta e il traffico è parecchio intenso. Per cui per arrivare al supermercato ci mettete moltissimo tempo, e quando finalmente arrivate, lo trovate pieno di gente, perché naturalmente è proprio il momento del giorno in cui tutti quelli che lavorano come voi cercano di sgusciare in qualche negozio di alimentari. E il supermercato è disgustosamente illuminato e riempito con della musica di sottofondo abbrutente o del pop commerciale, ed è proprio l’ultimo posto in cui vorreste essere, ma non potete entrare e uscire rapidamente, vi tocca vagare su e giù tra le corsie caotiche di questo enorme negozio super-illuminato per trovare la roba che volete e dovete manovrare con il vostro carrello scassato nel mezzo delle altre persone, anche loro stanche e di fretta come voi, con i loro carrelli (eccetera, eccetera, ci dò un taglio poiché è una cerimonia piuttosto lunga) e alla fine riuscite a raccogliere tutti gli ingredienti della vostra cena, e scoprite che non ci sono abbastanza casse aperte per pagare, anche se è l’ora-di-punta-di-fine-giornata. Cosi la fila per pagare è incredibilmente lunga, che è una cosa stupida e che vi fa arrabbiare. Ma voi non potete sfogare la vostra frustrazione sulla povera signorina tutta agitata alla cassa, che è superstressata da un lavoro la cui noia quotidiana e insensatezza supera l’immaginazione di ognuno di noi qui in questa prestigiosa Università.
Ma in ogni modo, finalmente arrivate in fondo a questa fila, pagate per il vostro cibo, e vi viene detto “buona giornata” con una voce che è proprio la voce dell’oltretomba. Quindi dovete portare quelle orrende, sottili buste di plastica del supermercato nel vostro carrello con una ruota impazzita che spinge in modo esasperante verso sinistra, di nuovo attraverso il parcheggio affollato, pieno di buche e di rifiuti, e guidare verso casa di nuovo attraverso il traffico dell’ora di punta, lento, intenso, pieno di SUV, ecc.
A tutti noi questo è capitato, certamente. Ma non è ancora diventato parte della routine della vostra vita effettiva di laureati, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, anno dopo anno. Ma lo sarà. E inoltre ci saranno tante altre routine apparentemente insignificanti, noiose e fastidiose. Ma non è questo il punto. Il punto è che è proprio con stronzate meschine e frustranti come questa che interviene la possibilità di scelta. Perché il traffico e le corsie affollate del supermercato e la lunga coda alla cassa mi danno il tempo di pensare, e se io non decido in modo meditato su come pensare e a cosa prestare attenzione, sarò incazzato e infelice ogni volta che andrò a fare la spesa. Perché la mia naturale configurazione di base è la certezza che situazioni come questa riguardino solo me. La MIA fame e la MIA stanchezza e il MIO desiderio di andarmene a casa, e mi sembrerà che ogni altra persona al mondo stia lì ad ostacolarmi. E chi sono poi queste persone che mi ostacolano? E guardate come molti di loro sono repellenti, e come sembrano stupidi e bovini e con gli occhi spenti e non-umani nella coda alla cassa, o anche come è fastidioso e volgare che le persone stiano tutto il tempo a urlare nei loro cellulari mentre sono nel mezzo della fila. E guardate quanto tutto ciò sia profondamente e personalmente ingiusto.
Oppure, se la mia configurazione di base è più vicina alla coscienza sociale e umanistica, posso passare un bel po’ di tempo nel traffico di fine giornata a essere disgustato da tutti quei grossi, stupidi SUV e Hummers e furgoni con motori a 12 valvole, che bloccano la strada e consumano il loro costoso, egoistico serbatoio da 40 galloni di benzina, e posso anche soffermarmi sul fatto che gli adesivi patriottici e religiosi sembrano essere sempre sui veicoli più grandi e più disgustosamente egoisti, guidati dai più brutti, più incoscienti e aggressivi dei guidatori. (Attenzione, questo è un esempio di come NON bisogna pensare…) E posso pensare che i figli dei nostri figli ci disprezzeranno per aver sprecato tutto il carburante del futuro e avere probabilmente fottuto il clima, e che noi tutti siamo viziati e stupidi ed egoisti e ripugnanti, e che la moderna civiltà dei consumi faccia proprio schifo, e così via.
Avete capito l’idea.
Se scelgo di pensare in questo modo in un supermercato o sulla superstrada, va bene. Un sacco di noi lo fanno. Tranne che il fatto di pensare in questo modo diventa nel tempo così facile e automatico che non è più nemmeno una vera scelta. Diventa la mia configurazione di base. È questa la modalità automatica in cui vivo le parti noiose, frustranti, affollate della mia vita da adulto, quando sto operando all’interno della convinzione automatica e inconscia di essere il centro del mondo, e che i miei bisogni e i miei sentimenti prossimi sono ciò che determina le priorità del mondo intero.
In realtà, naturalmente, ci sono molti modi diversi di pensare in questo tipo di situazioni. Nel traffico, con tutte queste macchine ferme e immobili davanti a me, non è impossibile che una delle persone nei SUV abbia avuto un orribile incidente d’auto nel passato, e adesso sia cosi terrorizzata dal guidare che il suo terapista le ha ordinato di prendere un grosso e pesante SUV, così che possa sentirsi abbastanza sicura quando guida. O che quell’Hummer che mi ha appena tagliato la strada sia forse guidato da un padre il cui figlio piccolo è ferito o malato nel sedile accanto a lui, e stia cercando di portarlo in ospedale, ed abbia quindi leggitimamente molto più fretta di me: in effetti sono io che blocco la SUA strada.
Oppure posso sforzarmi di considerare la possibilità che tutti gli altri nella fila alla cassa del supermercato siano stanchi e frustrati come lo sono io, e che alcune di queste persone probabilmente abbiano una vita molto più dura, noiosa e dolorosa della mia.
Di nuovo, vi prego di non pensare che vi stia dando dei consigli morali, o vi stia dicendo che dovreste pensare in questo modo, o che qualcuno si aspetta da voi che lo facciate. Perché è difficile. Richiede volontà e fatica, e se voi siete come me, in certi giorni non sarete capaci di farlo, o più semplicemente non ne avrete voglia.
Ma molte altre volte, se sarete abbastanza coscienti da darvi la possibilità di scegliere, voi potrete scegliere di guardare in un altro modo a questa grassa signora super-truccata e con gli occhi spenti che ha appena sgridato il suo bambino nella coda alla cassa. Forse non è sempre così. Forse è stata sveglia per tre notti di seguito tenendo la mano del marito che sta morendo di un cancro alle ossa. O forse questa signora è l’impiegata meno pagata della motorizzazione, che proprio ieri ha aiutato vostra moglie a risolvere un orribile e snervante problema burocratico con alcuni piccoli atti di gentilezza amministrativa.
Va bene, nessuno di questi casi è molto probabile, ma non è nemmeno completamente impossibile. Dipende da cosa volete considerare. Se siete automaticamente sicuri di sapere cos’è la realtà, e state operando sulla base della vostra configurazione di base, allora voi, come me, probabilmente non avrete voglia di considerare possibilità che non siano fastidiose e deprimenti. Ma se imparate realmente a concentrarvi, allora saprete che ci sono altre opzioni possibili. Avrete il potere di vivere una lenta, calda, affollata esperienza da inferno del consumatore, e renderla non soltanto significativa, ma anche sacra, ispirata dalle stesse forze che formano le stelle: amore, amicizia, la mistica unità di tutte le cose fuse insieme. Non che la roba mistica sia necessariamente vera. La sola cosa che è Vera con la V maiuscola è che sta a voi decidere di vederlo o meno.
Questa, credo, sia la libertà data da una vera educazione, di poter imparare ad essere “ben adattati”. Voi potrete decidere con coscienza che cosa ha significato e che cosa non lo ha. Potrete scegliere in cosa volete credere. Ed ecco un’altra cosa che può sembrare strana, ma che è vera: nella trincea quotidiana in cui si svolge l’esistenza degli adulti non c’è posto per una cosa come l’ateismo. Non è possibile non adorare qualche cosa. Tutti credono. La sola scelta che abbiamo è su che cosa adorare. E forse la più convincente ragione per scegliere qualche sorta di dio o una cosa di tipo spirituale da adorare – sia essa Gesù Cristo o Allah, sia che abbiate fede in Geova o nella Santa Madre Wicca, o nelle Quattro Nobili Verità, o in qualche inviolabile insieme di principi etici – è che praticamente qualsiasi altra cosa in cui crederete finirà per mangiarvi vivo
.... "

David Foster Wallace

qui il discorso completo:

http://www.nazioneindiana.com/2008/10/08/kenyon-college-and-me/
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Re:D.F.Wallace - Un discorso...
« Rispondi #1 data: 13 Luglio 2011, 11:36:40 »
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Per cominciare potete magari leggervi La scopa del sistema, che è un po' più abbordabile di Infinite Jest, oppure la raccolta di racconti Oblio.
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Re:D.F.Wallace - Un discorso...
« Rispondi #2 data: 13 Luglio 2011, 12:35:19 »
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Niente da fare: quest'uomo è un genio. Ad alcune delle considerazioni che fa in questo discorso ci ero arrivato anche da solo, ma lui ovviamente le dice in modo mooooolto più convincente. In fondo, buona parte delle sue opere sembra basata su un approccio simile: molti dei suoi personaggi potrebbero sembrare terribilmente banali, invece magari hanno qualche grosso casino (interiore o esteriore, non importa) che li arrovella dentro e, in fondo, li rende unici. E soprattutto, attrae il lettore verso di loro, lo rende compartecipe, perché in fondo anche lui si sente una nullità qualsiasi schiacciata da un mondo gigantesco che gli ruota intorno: sennò non mi spiego come una scrittura così arzigogolata, a spizzichi-e-mozzichi, apparentemente incoerente, possa avergli fatto vendere più di quelle tre copie che gli scrittori della domenica fanno acquistare ad amici compiacenti. La prosa di Wallace poi assomiglia molto a questo continuo rimbalzo di pensieri tra cazzate quotidiane e massimi sistemi di cui il suo discorso è un esempio lampante.
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Re:D.F.Wallace - Un discorso...
« Rispondi #3 data: 13 Luglio 2011, 13:48:14 »
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Citazione da: marben il 13 Luglio 2011, 11:36:40

Per cominciare potete magari leggervi La scopa del sistema


L'ho letto la scorsa estate: STRE-PI-TO-SO!!!
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Re:D.F.Wallace - Un discorso...
« Rispondi #4 data: 13 Luglio 2011, 14:25:01 »
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Citazione da: attiliosfunel il 13 Luglio 2011, 12:35:19

Ad alcune delle considerazioni che fa in questo discorso ci ero arrivato anche da solo, ma lui ovviamente le dice in modo mooooolto più convincente


Concordo.

E' un autore che mi incuriosisce parecchio, ci sono altri titoli che ho segnato qualche tempo fa: La ragazza con i capelli strani, Pensa (o considera non ricordo) l'aragosta, Una cosa divertente che non farò mai più, oltre ai già citati Infinite Jest e La scopa del sistema.

Oblio non lo conoscevo, ma mi sembra il più adatto, per me, per iniziare a conoscere Wallace.
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Re:D.F.Wallace - Un discorso...
« Rispondi #5 data: 13 Luglio 2011, 16:40:25 »
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PabloE, vedo dalla tua firma che gli ultimi 4 libri che hai letto fanno una media di quasi 8,5.... ammazza !!!!

Che invidia !!
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Re:D.F.Wallace - Un discorso...
« Rispondi #6 data: 13 Luglio 2011, 16:42:11 »
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Citazione da: PabloE il 13 Luglio 2011, 14:25:01


Citazione da: attiliosfunel il 13 Luglio 2011, 12:35:19

Ad alcune delle considerazioni che fa in questo discorso ci ero arrivato anche da solo, ma lui ovviamente le dice in modo mooooolto più convincente


Concordo.

E' un autore che mi incuriosisce parecchio, ci sono altri titoli che ho segnato qualche tempo fa: La ragazza con i capelli strani, Pensa (o considera non ricordo) l'aragosta, Una cosa divertente che non farò mai più, oltre ai già citati Infinite Jest e La scopa del sistema.

Oblio non lo conoscevo, ma mi sembra il più adatto, per me, per iniziare a conoscere Wallace.

Oblio è l'ultimo che ho letto, ed è ganzissimo. Inutili stare qui i pregi dell'opera: vi dico solo che in un racconto, incentrato su un tizio che conduce test sulle merendine, Wallace descrive la merceologia della merendina in modo così assurdamente dettagliato che, a un certo punto, mi sono alzato dal letto con una voglia folle di merendina...
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Re:D.F.Wallace - Un discorso...
« Rispondi #7 data: 13 Luglio 2011, 22:08:08 »
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Citazione da: attiliosfunel il 13 Luglio 2011, 16:42:11

  vi dico solo che in un racconto, incentrato su un tizio che conduce test sulle merendine, Wallace descrive la merceologia della merendina in modo così assurdamente dettagliato che, a un certo punto, mi sono alzato dal letto con una voglia folle di merendina...


Già, sembrerebbe uno che nella vita si sia occupato solo di quello..e invece si era occupato di tantissime cose. Serissime come la logica matematica e frivole come il tennis...genio è una parola abusata ma qualcuno lo è veramente.
PS
Se vi piace Wallace vi dovrebbe piacere pure Thomas Pynchon. Siamo da quelle parti là, anche Pynchon è stato un genio precoce (V è uscito che aveva circa 24 anni) enciclopedico e divertentissimo.
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