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Home Forum | UraniaMania Forum... | Generico | Discussione: Sparizione improbabile [racconto] «prec succ»
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  Autore  Discussione: Sparizione improbabile [racconto]  (letto 5415 volte)
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #30 data: 18 Aprile 2011, 08:51:06 »
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“Certo, Hercule Poirot de noantri, che ho guardato nel forno a microonde. Te l’ho detto che avevo esaminato pure i posti più improbabili.”
“Cari amici, in piedi. È ora del brindisi finale” decretò Mauro, di ritorno dalla cucina con un vassoio pieno di calici di Prosecco della Valdobbiadene.
Appena tutti ebbero ritirato il proprio bicchiere, Mauro espresse ad alta voce l’inno festaiolo del club di F & S:
“Affinché il sacro tomo non abbia mai a mancare negli scaffali di ognuno, alziamo i calici e brindiamo al terrore di tutte le bancarelle!”
Il segretario, un distinto ingegnere genovese appassionato di golf, aggiunse:
“Non possiamo assolutamente dimenticarci di augurare una pronta guarigione all’amico Vittorio, che torni presto all’opera con i suoi lavoretti.”
Tutti brindarono e ingollarono il liquido dorato e spumeggiante.
Da un angolo giunse anche un rumore gutturale proveniente dallo stomaco ripieno di un socio, salutato da un’ovazione.
Mentre la cena si avviava alla conclusione e i padroni di casa provvedevano a ritirare dal tavolo le stoviglie per rimpiazzarle con quantità industriali di caffè e liquori, si formarono alcuni capannelli per fare conversazione. Michele, Lucio e Osvaldo erano appartati a poca distanza, mentre Vanni e Andrea erano intenti a parlare di automobili. Stefano era impegnato con la moglie in un vivace match di ping-pong; quest'ultima, però, lo stava inesorabilmente umiliando con una serie di schiacciate imprendibili.
Inevitabile che intorno a Gianfranco, Vincenzo e Dario si formasse il gruppo più numeroso.
Tra i più attenti, oltre al padrone di casa, c’erano Fabio, Salvo, Enrico il Massimo campano e il Massimo marchigiano, tutta gente con profonda erudizione fantascientifica e ancora più profonda cultura enogastronomica.
Era ormai chiaro che la voce riguardante il mistero del cosiddetto cofanetto fantasma aveva raggiunto tutti, ed erano pochi quelli che ritenevano la faccenda di scarso interesse.
Vincenzo e Gianfranco, stravaccati su due poltrone di vimini poste una di fronte all’altra parevano due giocatori di scacchi pronti alla sfida finale.
Dario, seduto all’estremità di una panca presa a prestito in oratorio, si era posizionato perpendicolarmente ai due.
Vincenzo ripartì all’attacco:
“Scusa, tornando al discorso poc’anzi interrotto, hai detto di aver guardato in ogni angolo del locale, anche in quello più insolito.”
“Sì, e ho guardato anche nel forno a microonde. Del resto, l’ufficio occupa solo una quindicina di metri quadrati, non è che ci siano molti posti in cui guardare.”
Dario appariva sempre più pensieroso, e non resistette alla tentazione di interrogare ulteriormente:
“Perdonami Gianfranco se ti chiedo anch’io una cosa che hai già affermato in precedenza; hai guardato nel forno a microonde?”
“Sì, te lo ripeto per la terza volta.”
“Ma l’hai aperto per infilarci dentro la mano?”
“No, non l’ho aperto. Dopo aver visto attraverso la finestra trasparente che all’interno non c’era niente, ho lasciato perdere.”
“Aaahh, forse qui sta l’inghippo.”
“Cosa vorresti dire?” chiesero all’unisono tutti i presenti.
Dario si risistemò meglio sulla panca, e prendendosi la testa fra le mani, proseguì:
“Adesso mi prenderete per pazzo, ma io sono uno scrittore di fantascienza. Ho masticato Astounding a colazione e Analog a cena per venticinque anni, e forse la mia mente ha perso un po’ il contatto con la realtà su certe cose. A volte ho desiderato che qualche vicenda fantastica raccontata da Fredric Brown o da Sheckley si trasferisse nella vita di tutti i giorni.”
“Come ti capisco” concordò Vincenzo “Anch’io penso che la Fantascienza provochi un’apertura mentale che pochi altri generi sono in grado di darti.”
Poi Dario riprese il filo del discorso:
“Quello che secondo me è successo nella mansarda di Vittorio è stato qualcosa di eccezionale, ma allo stesso tempo è necessario restringere il campo delle ipotesi nell’ambito del possibile, del concreto; non so se mi spiego.”
“… E quindi? Stringi, dai!” esclamò Gianfranco impaziente.
“Come diceva Sherlock Holmes, ‘quando hai scartato tutte le soluzioni possibili, quella che rimane, anche se improbabile, è quella giusta’. Sono convinto che il cofanetto sia rimasto, e tuttora sia collocato, nel forno a microonde.”
« Ultima modifica: 26 Novembre 2012, 09:43:05 di marco.kapp » Loggato
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #31 data: 19 Aprile 2011, 08:57:22 »
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Gianfranco si alzò, con la faccia contratta in una smorfia di scetticismo:
“Ma cosa stai dicendo?”
Dario, rimanendo seduto e perfettamente calmo, guardò verso l’alto l’amico:
“Era chiuso lo sportello del forno?”
“Sì.”
“È entrato qualcuno prima di te nell’appartamento?”
“No, neanche la moglie, in effetti non sale mai in mansarda, solo qualche volta i due nipoti piccoli ma in questi giorni non erano presenti.”
“Allora converrai anche tu che, non avendo trovato il cofanetto da nessuna parte significa che la lavorazione era terminata, altrimenti avresti rinvenuto sulla scrivania lo scheletro da rivestire o il foglio appena stampato ancora da incollare. Hai anche detto che sul monitor c’era un messaggio di stampa ultimata, ulteriore testimonianza che il cofanetto era sicuramente in fase finale.”
Gianfranco annuì con il capo.
Dopo aver ripreso fiato, Dario si alzò e cominciò a passeggiare, quasi come se si apprestasse a tenere una recita teatrale:
“Dunque, se Vittorio ha ricevuto una forte emozione, causa probabile del suo infarto, significa con tutta probabilità che stesse ammirando il risultato finale del proprio lavoro.
“Magari era già in uno stato d’animo alterato, vuoi per l’emozione di essere invitato per la prima volta al raduno, vuoi per l’ansia dovuta alla preparazione di un lavoro certosino che lo aveva messo a dura prova. Fatto sta che, guardando verso l’oggetto che ormai ha richiamato l’attenzione di tutti noi, ha fatto la mirabile scoperta della quale ti ha accennato due sere prima. A mio parere è il forno a microonde il catalizzatore di tutta la questione. Anche se mi prenderete per pazzo, sono pronto a scommettere che il cofanetto è ancora nel vano del forno. E tu, Gianfranco, non lo hai visto perché è diventato invisibile.”
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #32 data: 19 Aprile 2011, 11:25:17 »
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Un nuovo caso per l'ispettore D'H'R: "il cofanetto invisiiiiibbbile!!"  

allora siamo in ottime mani....

iogy ari-
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #33 data: 19 Aprile 2011, 11:31:30 »
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Citazione da: iogy il 19 Aprile 2011, 11:25:17

Un nuovo caso per l'ispettore D'H'R: "il cofanetto invisiiiiibbbile!!"  

allora siamo in ottime mani....

iogy ari-


Ehm, caro Iogy, non per togliere a Dhr, ma l'ispettore è l'altro Dario...
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #34 data: 19 Aprile 2011, 12:38:37 »
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Citazione da: marco.kapp il 19 Aprile 2011, 11:31:30


Citazione da: iogy il 19 Aprile 2011, 11:25:17

Un nuovo caso per l'ispettore D'H'R: "il cofanetto invisiiiiibbbile!!"  

allora siamo in ottime mani....

iogy ari-


Ehm, caro Iogy, non per togliere a Dhr, ma l'ispettore è l'altro Dario...


non per toglierti niente, Marco, ma iogy si riferisce ad altro
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #35 data: 20 Aprile 2011, 08:42:27 »
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La risata di Gianfranco si sentì fino a due isolati di distanza, e richiamò ad aggiungersi al capannello anche quei due o tre scettici che ne erano rimasti lontani, intenti nell’osservazione di una versione rilegata di un fumetto erotico.
“Invisibile? E chi ti dice invece che non sia transitato in un universo parallelo? O che si sia teletrasportato? Dario, mi sa che hai letto troppe riviste pulp” disse Gianfranco tra le lacrime.
Dario la prese con filosofia:
“Sapevo che avresti avuto questa reazione. Poco fa, dopo aver preso il caffé, ho telefonato a un amico di Milano per avere alcune informazioni che mi hanno aiutato a raggiungere le conclusioni che ho esposto. Non solo, subito dopo mi sono fatto prestare il notebook del segretario e ho effettuato una ricerca su internet. Non sai che da tempo l'Università californiana di Berkeley sta effettuando studi su come rendere invisibili gli oggetti ? Credi che siano notizie troppo fantascientifiche? Anche in Inghilterra sono vicini ad ottenere il famoso mantello invisibile come quello del famoso maghetto con gli occhiali. Ti sfido, cosa sei pronto a scommettere?”
Un caos di voci si alzò dagli astanti che suggerivano per la scommessa gli oggetti più svariati, dalla maglietta del Milan autografata da Gullit e Baresi fino all’edizione rifinita in oro 18 karati del numero 500 di F & S.
Gianfranco non ebbe esitazioni:
“Ti regalo tutta la mia collezione di Ciak rivista di cinema dal 1985 ad oggi e la raccolta di tutte le cartoline-locandina che conteneva. Sono 2448 pezzi. Tu in cambio cosa mi daresti?”
“Ti regalo la mia Audi A4 V6 turbo.”
“Bene, ci sto.”
I due si strinsero la mano e il segretario si apprestò a mettere a verbale la scommessa.
Venne la notte; insonne per Gianfranco, il quale continuava a rodersi per la trovata dell’amico e concittadino che aveva da sempre considerato una persona seria e professionale.
Venne anche la domenica, che vedeva come tradizione la partenza dei soci più distanti da casa per primi.
Salvo, l’amico ragusano, e Vincenzo che lo avrebbe accompagnato fino a Salerno, furono i primi a stringere in abbracci i padroni di casa Mauro e Flavia; poi fu il turno di Stefania, che tornava a Roma, e dei due amici bolognesi.
I rimanenti, quasi tutti del nord Italia, fecero una breve visita a Treviso fino all’ora dell’aperitivo.
Chiusero la mattinata con un pranzo luculliano a basso costo presso un enorme ristorante cinese, dopodiché salutarono anch’essi i generosi organizzatori.
Tra tutti era rimasto un accordo ferreo di essere immediatamente informati da Gianfranco sul suo nuovo sopralluogo nella mansarda di Vittorio, al fine di appurare quale era la verità sul famoso cofanetto fantasma.
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #36 data: 20 Aprile 2011, 17:25:06 »
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marco ti faccio ancora i complimenti, la storia mi piace assai!
ma raccontaci qualche retroscena, tipo quanto dedichi al giorno a un capitoletto,
se hai già la storia in mente, oppure procedi via via "istintivamente". ecc ecc..
cose succose insomma, almeno per me...

iogy
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #37 data: 21 Aprile 2011, 08:53:21 »
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9

Il giorno dopo, Gianfranco si recò in visita all’ospedale per sincerarsi delle condizioni di Vittorio.
Non riuscì a farsi ammettere nel reparto di terapia intensiva, pertanto andò a Cuggiono a trovare la moglie dell’amico.
La signora lo rassicurò dicendo che le condizioni del marito erano leggermente migliorate, anche se i medici si riservavano ancora la prognosi.
Sentendosi un po’ rincuorato, Gianfranco chiese il permesso per poter salire in mansarda.
Due minuti dopo il cellulare di Dario squillò. Era Gianfranco:
“Avevi ragione tu. Il cofanetto è nel forno, ma giurerei che non c’era quando ho guardato io. Hai vinto tu la scommessa.”
“Bene. Per caso l’hai toccato?”
Il tono di urgenza che traspariva dalla voce di Dario mise nell’amico un po’ di apprensione.
“No, perché?”
“Non farlo, non toccarlo assolutamente. Arrivo immediatamente da te con un amico. Dimmi di nuovo l’indirizzo, che l’ho dimenticato.”
Gianfranco glielo disse, poi rimase ad attendere rimirando nel frattempo la collezione di riviste di Vittorio.
Era passato per cinque volte davanti alla finestrella di quel forno stramaledetto. Il cofanetto era lì, in bella vista all’interno facendosi beffe di lui.
Eppure avrebbe giurato e stragiurato che quando aveva perquisito il locale l’oggetto non c’era.
Passò più di un’ora, ormai era quasi mezzogiorno e iniziava a preoccuparsi. Scese dalla signora ad aspettare, e le spiegò con imbarazzo che stava attendendo due amici.
Il suono del campanello lo fece sussultare.
La donna aprì il portoncino e Dario fece il suo ingresso, con l’aria un poco stanca di chi ha appena percorso chissà quanti chilometri, accompagnato da un tipo piuttosto strano.
Era un omone alto, di nome Marco, con pesanti occhiali fuori moda e capelli ricci a forma di palla. Era il ritratto tipico di un geek metropolitano.
In mano teneva una pesante valigia professionale in plastica e alluminio. Fatte le presentazioni si diressero su per la scala a chiocciola in mansarda e lo sguardo cadde sul fatidico elettrodomestico.
Dario spiegò:
“Il mio amico, qui, è docente presso il dipartimento di fisica sperimentale al Politecnico di Milano. È impegnato nella ricerca riguardante eterostrutture e nanostrutture su silicio, per applicazioni avanzate in elettronica.”
“Etero… che?” Chiese sbigottito Gianfranco.
“Pensa, doveva andare alle nozze di una pronipote, ma nell’accennargli per sommi capi il problema si è convinto a venire qui immediatamente.”
Marco, anziché dirigersi verso il forno, come si sarebbe aspettato Gianfranco, prese invece la direzione della stampante laser e, dopo averla afferrata, la capovolse e la studiò meticolosamente con strani aggeggi elettronici che aveva estratto dalla valigia.
Appoggiata la stampante si recò poi verso il forno e lo aprì.
Da una tasca tolse un paio di pinzette e le infilò nell’apertura. Disse:
“Attenzione. Adesso preleverò il cofanetto. Dario, stai riprendendo tutto?”
Gianfranco si stupì di non essersi accorto che il giornalista aveva estratto una videocamera e stava eseguendo delle riprese del forno.
“Sì, procedi pure.”
Gianfranco si chinò per osservare meglio ciò che Marco si apprestava a fare, incuriosito da tanta meticolosità.
Marco chiuse le pinzette sul bordo del cofanetto, ma appena lo mosse, questo sparì nel nulla.
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #38 data: 21 Aprile 2011, 14:26:03 »
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dai! dai!
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #39 data: 22 Aprile 2011, 08:42:52 »
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Ultima puntata.

10

“Come sospettavo. Caro Dario, caro signor… ehm, come si chiama, scusi?”
“Gianfranco” Rispose, impietrito.
“Ehm… ecco. Vedete, credo che ci troviamo di fronte ad una grande scoperta. Come saprete, tante grandi invenzioni sono nate per caso; la penicillina, ad esempio, o la gomma per i pneumatici. Il vostro amico Vittorio probabilmente ha inventato la prima vernice che potremmo definire a luce lenta.”
“Cosa?” Esclamò Gianfranco.
“Luce lenta. È da un po’ che i maggiori istituti di ricerca europei stanno studiando come costruire il primo computer quantistico. Questo computer del futuro dovrebbe impiegare un particolare tipo di luce polarizzata per trasmettere informazioni, ma i fotoni appaiono troppo veloci e caotici per poter risultare utili in qualche modo. Attraverso una esasperata ricerca sui materiali si è però riusciti recentemente a proiettare su dei microchip al carbonio un laser particolare a ioni di bario, e si è rilevato un apprezzabile risultato. La luce appariva rallentata di un fattore pari a 12001.”
Dario intervenne:
“Si è ottenuto il rallentamento della luce.”
“E quindi?” replicò un Gianfranco sempre più esterrefatto.
“Immagini di osservare le stelle in una notte di cielo sereno. Penso che lei sappia che la luce delle stelle prima di arrivare ai suoi occhi ha impiegato decine o centinaia di anni. Se qualche anno fa una di quelle stelle si fosse trasformata in nova o fosse stata inghiottita da un buco nero, tanto per fare un esempio, noi lo verremmo a sapere con un grande ritardo.
Il signor Vittorio, a quanto pare, ha eseguito un trattamento per puro caso che, grazie alla tecnologia laser estremamente sofisticata di questa stampante, abbinata alle nanoparticelle di inchiostro contenute nelle cartucce, ha trasformato un semplice pezzo di cartone in una specie di specchio a luce lenta.
Il rullo in lega di iridio della stampante, riscaldato a 200 gradi è servito come catalizzatore alle nanoparticelle che si sono fissate al cartoncino secondo uno schema particolare. L’irradiazione con microonde ha concluso il processo chimico-fisico mediante una reazione misteriosa, che dovrò riuscire a riprodurre nel laboratorio del dipartimento.
In pratica la luce colpisce l’oggetto, ma ne viene respinta a bassissima velocità, al punto che il nostro occhio percepisce al posto del cofanetto lo spazio come era prima che l’oggetto lo occupasse.
Se l’oggetto rimane fermo per un certo periodo nello stesso posto, la luce che raggiunge l’occhio ci dà la conferma che il cofanetto è lì, davanti a noi. Ma se lo spostiamo, prima che l’immagine ci raggiunga deve passare dell’altro tempo, e intanto l’oggetto è invisibile. Chiaro, no?”
Marco era raggiante, con le pinzette strette intorno al nulla; continuava a rigirare da una parte e dall’altra il cofanetto.
Era molto curioso l’effetto che faceva l’osservarne alternativamente l’esterno e l’interno; quest’ultimo, non rivestito di vernice invisibile, appariva come un piccola apertura su un universo parallelo o come un portale rivolto verso un altro tempo.
Lo scienziato, mormorando tra sé mentre eseguiva un rapido calcolo mentale, aggiunse:
“Anche in Inghilterra stanno eseguendo degli studi sui cosiddetti metamateriali2, ovvero materiali che hanno la proprietà di far curvare la luce attorno a sé. L’Università inglese di Salford sta lavorando a una sorta di mantello invisibile che funziona con principi simili a quello che abbiamo appena visto3. Nel nostro caso però, il fattore di rallentamento della luce deve aver raggiunto valori a sei cifre… è incredibile, il nostro amico, grazie a una serie di fortunate coincidenze, li ha battuti sul tempo.”
Dario riprendeva il tutto con estremo interesse:
“Mi preoccupa un po’ il fatto che in questa scoperta vedo solo applicazioni di tipo militare. Immagino che verranno sviluppati progetti su droni-spia invisibili o altri veicoli che potranno giungere praticamente in casa del nemico senza che questo se ne accorga.”
Marco, senza distogliere lo sguardo dalle pinzette rispose:
“Non dimenticarti che, se riusciremo a riprodurre il processo di invisibilizzazione, chiamiamolo così, in un ambiente standard, avremo la possibilità in poco tempo e a costi molto ridotti di costruire computer superveloci basati su microchip ottici a meccanica quantistica.”
Poco dopo estrasse dalla valigia altri strumenti, e rilevò anche temperatura, umidità, e vari tipi di radiazioni elettromagnetiche.
“Mi sa che Vittorio si farà una barca di soldi con il brevetto di questa cosa” rifletté Gianfranco.
“L’importante, per ora, è che il nostro amico si riprenda da questo brutto infarto” ribatté Dario.
“Domani riproverò ad entrare nel reparto di terapia intensiva; credo però che faremmo meglio a tacere della scoperta, per ora. Non vorrei dargli il colpo di grazia.”
Marco e Dario, dopo aver imbustato per bene il cofanetto impacchettarono anche la stampante e il forno a microonde; lo scienziato asserì che, per riprodurre l’esperimento in laboratorio, doveva utilizzare i medesimi strumenti e le stesse condizioni ambientali dell’ufficio di Vittorio.
Gianfranco, nell’assistere al trasloco, venne assalito da un sospetto:
“Ma… c’è da fidarsi di questi universitari? Non è che poi si terranno il brevetto e la gloria?”
“Prevedevo questi suoi dubbi” s’intromise il professore, togliendo un foglio di carta intestata del Politecnico di Milano dalla borsa e mostrandolo a Gianfranco “Pertanto ho approntato questa dichiarazione che attesta la proprietà del materiale che verrà prelevato e mi impone l’obbligo di mantenere il segreto sui risultati degli esperimenti che effettuerò presso il mio laboratorio. Restano salvi tutti i diritti del proprietario relativi alla scoperta dell’effetto luce lenta”.
Gianfranco sorrise di fronte all’espressione prettamente fantascientifica utilizzata da Marco, ma si dichiarò soddisfatto.
Prima che Dario, con le braccia strette attorno agli ingombranti strumenti, si apprestasse a scendere, si voltò verso l’amico collezionista:
“Ah, quasi dimenticavo una cosa importante…”
“Cosa?”
“Quand’è che mi porterai la tua collezione di riviste che ho vinto con la scommessa?”
Detto questo, scese precipitosamente giù dalla scala per evitare il calcio che l’amico stava per affibbiargli.

FINE

1 - Notizia tratta dal sito “Le Scienze.it”. Vedi http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Luce__lenta__per_l_elettronica_di_domani/1344615
2 - Per saperne di più sui metamateriali è possibile reperire un articolo sul sito “Corriere.it”. vedi http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/10_Ottobre/21/caprara.shtml?fr=correlati?fr=correlati
3 - Notizia tratta dal sito “Corriere.it”. Vedi http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_novembre_26/mantello-invisibile-dipaola_b173169c-f970-11df-a6ac-00144f02aabc.shtml
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #40 data: 22 Aprile 2011, 08:52:09 »
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Molto carino, complimenti.  Certo che se la storia fosse stata vera Victory sarebbe diventato uno degli uomini più ricchi del mondo...
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #41 data: 22 Aprile 2011, 09:12:39 »
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E BRAVO Marco  e tutti gli altri che hanno collaborato


GRAZIE

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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #42 data: 22 Aprile 2011, 09:22:27 »
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Innanzitutto, i ringraziamenti.

Ringrazio innanzitutto Victory, che ha collaborato perfezionando la "sua" storia e le scene riguardanti la Trifidata; Gianfranco "Lucky" e Darkowl, che hanno contribuito suggerendo correzioni importanti; Dario "Cletus", che ha contribuito all'ispirazione di questo racconto; ringrazio, in ultima, tutta la Trifidata, che con il suo contenuto eterogeneo e spassoso ha dato l'ambientazione ideale per una storia che vuole essere anche un omaggio al "Club dei Vedovi Neri" di Asimov.
Chissà se al prossimo appuntamento non nascerà un nuovo enigma per i nostri Vedovi Neri...


Citazione da: iogy il 20 Aprile 2011, 17:25:06

...
ma raccontaci qualche retroscena, tipo quanto dedichi al giorno a un capitoletto,
se hai già la storia in mente, oppure procedi via via "istintivamente". ecc ecc..
cose succose insomma, almeno per me...

iogy


L'ispirazione per la storia è nata durante la scorsa Trifidata di settembre, dove Victory e Lucky si sono divertiti a creare un fantomatico cofanetto della collana "Resident Evil" per tirare un pacco a Maxnaldo. Vedi anche il thread http://www.uraniamania.com/forum.php?board=7&action=display&threadid=4755.
Mi sono chiesto: "Cosa succederebbe se il cofanetto REV 3 fosse davvero fantomatico?"
Da qui è partita una serie di considerazioni che di fatto hanno costituito la trama.
Victory fa una scoperta, ma deve succedere qualcosa che gli impedisce di rivelarla agli amici, e qui entra in gioco l'infarto (Victory è stato effettivamente vittima di un infarto, tempo fa); all'inizio mi sarebbe piaciuto che Victory fosse vittima di un omicidio, ma questo avrebbe complicato troppo la trama.
L'ambientazione durante la Trifidata la vedevo bene come una sorta di ritrovo di "Vedovi Neri" nostrani e bene assortiti. Il resto è venuto quasi da sè, consultando i numerosi articoli riguardanti l'argomento invisibilità (alcuni di questi articoli sono comparsi dopo che avevo ultimato il racconto).

Grazie anche a Marben e al Vecchio per i complimenti.
« Ultima modifica: 22 Aprile 2011, 09:23:22 di marco.kapp » Loggato
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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #43 data: 22 Aprile 2011, 11:46:41 »
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Citazione da: marco.kapp il 22 Aprile 2011, 09:22:27

Innanzitutto, i ringraziamenti.

Ringrazio innanzitutto Victory, che ha collaborato perfezionando la "sua" storia e le scene riguardanti la Trifidata; Gianfranco "Lucky" e Darkowl, che hanno contribuito suggerendo correzioni importanti; Dario "Cletus", che ha contribuito all'ispirazione di questo racconto; ringrazio, in ultima, tutta la Trifidata, che con il suo contenuto eterogeneo e spassoso ha dato l'ambientazione ideale per una storia che vuole essere anche un omaggio al "Club dei Vedovi Neri" di Asimov.
Chissà se al prossimo appuntamento non nascerà un nuovo enigma per i nostri Vedovi Neri...


Citazione da: iogy il 20 Aprile 2011, 17:25:06

...
ma raccontaci qualche retroscena, tipo quanto dedichi al giorno a un capitoletto,
se hai già la storia in mente, oppure procedi via via "istintivamente". ecc ecc..
cose succose insomma, almeno per me...

iogy


L'ispirazione per la storia è nata durante la scorsa Trifidata di settembre, dove Victory e Lucky si sono divertiti a creare un fantomatico cofanetto della collana "Resident Evil" per tirare un pacco a Maxnaldo. Vedi anche il thread http://www.uraniamania.com/forum.php?board=7&action=display&threadid=4755.
Mi sono chiesto: "Cosa succederebbe se il cofanetto REV 3 fosse davvero fantomatico?"
Da qui è partita una serie di considerazioni che di fatto hanno costituito la trama.
Victory fa una scoperta, ma deve succedere qualcosa che gli impedisce di rivelarla agli amici, e qui entra in gioco l'infarto (Victory è stato effettivamente vittima di un infarto, tempo fa); all'inizio mi sarebbe piaciuto che Victory fosse vittima di un omicidio, ma questo avrebbe complicato troppo la trama.
L'ambientazione durante la Trifidata la vedevo bene come una sorta di ritrovo di "Vedovi Neri" nostrani e bene assortiti. Il resto è venuto quasi da sè, consultando i numerosi articoli riguardanti l'argomento invisibilità (alcuni di questi articoli sono comparsi dopo che avevo ultimato il racconto).

Grazie anche a Marben e al Vecchio per i complimenti.


... e Buona Pasqua a Tutti

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Re:Sparizione improbabile [racconto]
« Rispondi #44 data: 22 Aprile 2011, 11:59:25 »
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Però così mi fate dispiacere ancor di più di non esserci stato
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