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  Autore  Discussione: I Saggetti del Duca  (letto 2151 volte)
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I Saggetti del Duca: Guerra nella Galassia 2
« Rispondi #15 data: 06 Gennaio 2009, 14:22:17 »
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2. Mezzo secolo fa...

Lessi questo romanzo mezzo secolo fa, avevo sette anni, sapevo a malapena leggere e, come ho più volte raccontato ero affascinato dagli Urania di mio cugino, soprattutto dalle loro copertine ricche di astronavi e paesaggi meravigliosi. Era l’autunno del 58, Urania usciva già da 5 anni e mio cugino li aveva tutti, circa 180 numeri, poco più, che già da mesi adocchiavo pregustandone la lettura... e, facendomi coraggio, gliene chiesi qualcuno da leggere e lui me ne diede tre, il primo era Guerra nella Galassia di Edmond Hamilton, il secondo era Schiavi degli invisibili di Eric Frank Russell e il terzo era Gorilla Sapiens di Lyon Sprague de Camp e Peter Schuyler Miller.
Furono i primi di una lunghissima serie e nel corso degli anni lessi tutta la collana ancor prima di possederla io stesso (finì poi spappolata nell’allagamento di casa del ’98).
Quindi Guerra nella Galassia fu il primo in assoluto e come dice anche Malaguti, mi trovai di fronte alla summa della space-opera, al suo prodotto più raffinato e completo, senza passare, come i lettori americani, attraverso la lenta evoluzione del genere narrativo, ma cogliendolo nel suo aspetto più compiuto e completo.
Per me, fanciullo di sette anni, fu uno shock emotivo gradevolissimo, era proprio ciò che la mia fervida fantasia chiedeva ad una lettura: mostri, guerre stellari, eroi senza macchia, cinici avventurieri e soprattutto lei, Lianna, che divenne per me il simbolo della donna che avrei amato, se mai avessi avuto la fortuna di incontrarla...
In certo senso fui anche un po’ fortunato, all’epoca abitavo vicino a mio cugino e potevo farmi prestare i libri e leggerli poi di nascosto a casa, i miei infatti consideravano la fantascienza una lettura stupida e diseducativa e, quando scoprirono dopo svariati mesi le mie “ignobili” letture proibirono ai mio cugino di fornirmele, ma ormai avevo già letto decine di romanzi ed in qualche modo continuai a leggerne anche quando cambiammo casa ed andammo ad abitare lontani da tutti i miei parenti, a quel punto già grandicello utilizzai i pochi soldi dei regali natalizi per comprare di nascosto, in estate, su una bancarella a Ostia Lido i romanzi che più avevo amato e Guerra nella Galassia fu tra questi, una copia sbertucciata e squinternata che nel corso degli anni lessi innumerevoli volte, riprovando ad ogni lettura il fascino che mi aveva incatenato alle sue pagine in quell’autunno del ’58...
Passarono gli anni ed altri romanzi divennero i miei prediletti: Anni senza fine, La Città e le Stelle, La Spada di Rhiannon, tanto per dirne alcuni, pur non dimenticai il mio primo amore e lo acquistai di nuovo in edizione Libra e poi in edizione Nord, prima di riunire nella mia casa di scapolo l’intera collezione Urania dolorosamente perduta poi nell’allagamento di casa cui ho prima accennato. Ancora oggi a casa di mio padre a Roma, in un grosso armadio in garage, dentro un cassetto giace quella copia sbertucciata tante volte letta con amore di Guerra nella Galassia, avrei voluto portarla con me a casa mia, ma dato che ne avevo una copia perfetta nella mia collezione il vecchio fascicolo a brandelli mi sembrava quasi un peso inutile... lo rimpiansi solo quando persi la mia collezione di Urania, ma in biblioteca avevo le versioni Libra e Nord e la perdita fu meno dolorosa, potevo sempre leggerlo in una versione migliore, anche se priva delle illustrazioni interne che mi avevano fatto sognare.
Cosa curiosa non fui il solo dei cugini a subirne il fascino, il fratello del cugino collezionista amò anche lui questo romanzo a tal punto che quando ebbe una figlia la chiamò... Lianna! Lianna oggi quasi trentenne non ignora l’origine del suo inconsueto nome e di sicuro avrà letto anche lei il romanzo che lo ha ispirato...

3. I Personaggi del romanzo

Tutti i personaggi sono indispensabili e adombrano gli archetipi tipici della space opera: Hamilton li ha attentamente creati dando a ciascuno di essi una funzione quasi simbolica che adombra in Guerra nella Galassia una sorta di mito collettivo del fantastico.
L’eroe onesto e leale è chiaramente John Gordon, ma Hamilton ha saputo renderlo come uno di noi, grigio impiegato, senza prospettive, scapolo e con grandi sogni e quindi questo facilita a noi lettori l’identificazione con lui: ci riconosciamo in lui e vediamo nelle sue gesta quelle che noi stessi vorremmo poter compiere e che, nella realtà, ci sono precluse dalla vita di tutti i giorni.

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I Saggetti del Duca: Guerra nella Galassia 3
« Rispondi #16 data: 06 Gennaio 2009, 14:23:31 »
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Lianna è invece la donna che tutti abbiamo sognato sia nella giovinezza che nell’età adulta, bellissima, intelligente, coraggiosa, leale ed appassionata, la Principessa di Fomalhaut vive nei sogni di ciascuno di noi, anche nei sogni di chi non ha mai letto questo romanzo, potrà avere altri nomi, un altro aspetto, ma è un simbolo archetipico dell’eterno feminino, della donna amata e sognata, sperata e cercata, che ognuno di noi ha desiderato incontrare e che ha proiettato non solo sui sogni ma nella persona che poi è divenuta la compagna della nostra vita. Lianna rappresenta la perfezione della nostra immagine di donna, è un simbolo quasi irragiungibile che si concretizzava pienamente solo nei nostri sogni, ad occhi aperti o chiusi, ma sempre come piena aspirazione del nostro desiderio, più volte frustrato dalla vita reale.
Zarth Arn, lo scienziato che scambia il suo corpo con John Gordon, dandogli così modo di realizzare i suoi sogni e le sue ambizioni, è lo studioso onesto, non ambizioso ma capace di grandi sogni e di grandi cose, apparentemente in ombra nel romanzo è in realtà il quid che dà a tutta la vicenda il suo via. Zarth Arn è il prototipo dello studioso, privo di ambizione e leale, non ambisce quindi ad essere imperatore, il suo solo desiderio è dedicarsi ai suoi studi, amare Murn ed indagare il passato, quel passato da cui preleverà il vero protagonista del romanzo.
Non di meno sono importanti Chan Corbulo e Hul Burrel, personaggi diametralmente opposti sia nel ruolo che rivestono sia nelle relazioni con John Gordon, il primo è l’ammiraglio traditore, simbolo stesso della slealtà e dell’ignominia, che tenterà dapprima di distruggere la famiglia imperiale uccidendo l’imperatore Arn Abbas e al tempo stesso di coinvolgere nella rovina Zarth Arn-John Gordon sino a tentare di giustiziarlo quando scopre che potrebbe rivelare la sua infame condotta: nevrotico, folle, avido di potere, privo di lealtà, servo di Shorr Kan, odia tutto ciò che è onestà e lealtà e non esita a mettere in atto piani folli per realizzare i suoi sogni demenziali. Il secondo, Hul Burrel, è invece, come detto, l’esatto opposto, onesto e leale fino al sacrificio di sé stesso, per lui non esistono le mezze misure, devoto alla famiglia imperiale, non esita a rischiare di persona per salvare Zarth Arn, non esita a mettersi contro il suo stesso ammiraglio perché crede alle parole del cadetto della famiglia imperiale, per Hul Burrel il dubbio che Zarth Arn sia un traditore è solo fuggevole, la sua totale lealtà è messa a dura prova, ma non esita mai a proteggere il giovane principe a cui crede con totale devozione, ma non ingenuamente, ovvero accerta la verità, non prende decisioni emotive, ma quando è convinto dell’innocenza del principe non esita a mettere in gioco la sua stessa vita e quella degli uomini a lui vicini. Non a caso sarà proprio lui ad accompagnare il principe Zarth Arn, che per lui è più di un amico, nel viaggio sulla Terra dove avverrà lo scambio finale delle menti dei due uomini, dove cioè Zarth Arn, il vero Zarth Arn tornerà nel suo universo e dove John Gordon tornerà alla vita grigia di un tempo, dopo l’ubriacante esperienza vissuta come Imperatore pro-tempore della Galassia.
Ma non dimentichiamo Shorr Kan, il capo della Lega dei Mondi Oscuri, ambizioso, intrigante, corruttore, il demone della vicenda, colui che, spinto da un sogno ambizioso e micidiale, porterà la guerra nella galassia fino al drammatico epilogo finale... eppure questo avventuriero è meno sanguinario e brutale di quel che apparentemente sembra, ha anzi degli slanci di inaspettata solidarietà e fraternità con John Gordon, quando scopre lo scambio mentale si arresta per non danneggiare il cervello del suo prigioniero, più volte gli dice quanto loro due siano simili e nella lugubre scena finale ne accetta la vittoria, gratificando Zarth Arn-John Gordon di un comprensivo e bizzarro sorriso. Shorr Kan è la quintessenza del male, dato che porterà la guerra nella galassia, ma è anche un uomo intelligente che capisce i suoi limiti e cerca di ovviare ad essi con l’astuzia e, cosa non trascurabile, odia la violenza non necessaria stigmatizzando il ricorso ad essa se gratuito, non esita infatti a condannare l’assassinio di Arn Abbas ad opera di Chan Corbulo, addebitando solo a quest’ultimo un omicidio a suo avviso più dannoso che utile al suo progetto di supremazia. Nel corso del romanzo, come già detto, odiamo questo personaggio, ma è un odio strano, stemperato quasi in un vago senso di ammirazione per la sua strana onestà di avventuriero privo di fanatismo: Shorr Kan non è un folle fanatico, ha un sogno di potere, ma non è stupido, sa capire quando il gioco è finito e ha pronta una via di fuga, come poi scopriremo nel seguito che Hamilton scrisse vent’anni dopo, perché sa di essere intelligente e non esclude di poter tornare alla ribalta in una nuova veste...

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I Saggetti del Duca: Guerra nella Galassia 4
« Rispondi #17 data: 06 Gennaio 2009, 14:24:40 »
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E infine il personaggio più silenzioso, quello che nell’intero romanzo “parla” una sola volta, ma che quando lo fa lacera addirittura il tessuto dello spazio... ovvero il Distruttore, l’arma mitica creata da Brenn Birr per respingere i mostri della Nube di Magellano ben 120.000 anni prima dello svolgersi degli eventi narrati. Per tutto il romanzo si parla di lui, Shorr Kan vuole scoprirne il segreto e per questo non esita a compiere passi che si riveleranno poi disastrosi, i baroni leali all’impero condizionano la loro lealtà alla prova che il Distruttore esiste e funziona ancora, la famiglia imperiale che ne custodisce il segreto ne è quasi terrorizzata e il distruttore stesso è ospitato in una segreta inavvicinabile protetta da raggi mortali calibrati sulle cellule dei membri della famiglia imperiale... Da notare infatti questo geniale espediente del narratore, grazie a questa protezione, lui, che in fondo è un mistificatore, potrà dimostrare di essere un principe legittimo e non un impostore, dato che anche se le menti sono state scambiate il corpo, che lo si voglia o no, è sempre quello di un principe imperiale e, in tal modo metterà a tacere ogni tentativo di dubitare sulla sua persona...

4. L’ambientazione...

Fastosa, visionaria, incredibile ed affascinante... basta questo per descrivere il background narrativo, ogni ambientazione è superlativa e ricca di suggestione, dalla fortezza terrestre sull’Himalaya, dove Zarth Arn svolge i suoi studi, al meraviglioso mondo di Throon ove ha sede la famiglia imperiale, descritto in memorabili occasioni come quello del canto dell’alba delle montagne di cristallo al primo sorgere dell’alba e alla danza delle lune che si ripete solo in rare occasioni, per non parlar poi delle visioni dello spazio, più volte attraversato da John Gordon nel corso della sua avventura e per non dimenticare la livida sobrietà dei mondo oscuri, orbitanti intorno a soli morenti, sino all’orrore assoluto del mondo su cui John Gordon, Lianna e loro carcerieri fanno naufragio, un mondo di incubo ove gli antichi coloni sono stati mutati in mostri orrendi che si rigenerano da una livida pozza vivente... Avventura allo stato puro! Mostri, mutanti, razze aliene, mondi stupendi e di sogno, mondi morenti e mondi di indicibile orrore...
E in quest’ambientazione ricca e sapientemente descritta si muovono i personaggi, le flotte, le astronavi fantasma e le comunicazioni interstellari, istantanee e basate su una tecnologia molto di là a venire e, di questa tecnologia futura lo scrittore ci dà ragguagli spiegando perché queste navi si muovono a velocità superluce, perché questi raggi subspettrali consentono trasmissioni video istantanee, perché questo mondo futuro esiste... Chiaramente noi sappiamo che si tratta di espedienti narrativi, sappiamo fin dall’inizio che sono cose pseudo scientifiche e indimostrabili oltre che irrealizzabili, ma le accettiamo quasi dogmaticamente come indispensabili al tessuto narrativo e quasi non ci stupiamo quando poi, a distanza di quasi mezzo secolo, scopriamo che una di queste bizzarie tecnologiche... l’abbiamo anche noi! Oggi infatti molte polizie nel mondo usano i taser, ovvero l’arma stordente che così efficacemente Hamilton descrive in una sua nota “Il paralizzatore era un'arma che permetteva di stordire un avversario con un semplice contatto delle due punte metalliche. Questo avveniva in virtù di una breve scarica ad alta tensione, un vero e proprio elettrochoc che, attraverso i nervi, raggiungeva i centri motori del cervello, paralizzandoli completamente”.
Insomma quasi ci domandiamo se anche tutte le altre meraviglie tecnologiche descritte non potranno essere un domani alla nostra portata e non solo in romanzi, ma reali come il taser stesso ed allora anche il telestereo, i raggi subspettrali, la stasi ed il distruttore stessi diventano parte possibile del nostro sconosciuto futuro.
Quel futuro che lo scrittore prudentemente colloca a ben 200.000 anni di distanza, quando l’uomo avrà colonizzato la galassia, quel futuro in cui la Terra, ormai mondo di frontiera non sarà dimenticata come in altre saghe del genere, ma sarà ancora significativa porzione dell’impero stellare e su essa, infatti, Zarth Arn avrà il suo laboratorio da cui si snoderà l’epopea di John Gordon.

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I Saggetti del Duca: Guerra nelloa Galassia 5
« Rispondi #18 data: 06 Gennaio 2009, 14:25:46 »
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5. Cosa obiettare...

Che lo si voglia o no, vi sono però un paio di cose che non ci convincono pienamente, pur amando questo romanzo alcuni svolgimenti della trama ci lasciano perplessi, anche se durante la lettura non vi diamo peso.
Innanzi tutto la successione degli eventi iniziali ci sembra poco accettabile e vediamo il perché:
- Zarth Arn scambia la mente con John Gordon dicendogli testualmente “tu passeresti semplicemente qualche settimana nel mio corpo...”, ovvero per Zarth Arn è pacifico che lo scambio debba durare “qualche settimana”...
- Pochi giorni dopo lo scambio gli uomini della Lega dei Mondi Oscuri cercano di rapire Zarth Arn, uccidendo Vel Queen, lo scienziato collega di Zarth Arn negli esperimenti di scambio mentale, ma l’intervento di Hul Burrel sventa il piano criminoso, portando Zarth Arn su Throon dove di lì a poco alla festa delle Lune sarà annunciato il suo fidanzamento con Lianna di Fomalhaut...
Ecco, questa successione degli avvenimenti non convince, se Zarth Arn deve fidanzarsi con Lianna alla Festa delle Lune, cosa sta a fare sulla Terra? Perché nessuno va lì a prenderlo per farlo essere presente al suo fidanzamento? Come fa a promettere “qualche settimana” a John Gordon quando in realtà dopo pochi giorni dovrebbe essere su Throon per il suo fidanzamento?
Non che non lo sapesse, sia il fratello Jahl Arn che la moglie morganatica Murn fanno chiaramente capire che lui era ben informato dell’evento, il primo un po’ lo consola, la seconda gli fa chiaramente capire che sarà lei la sua vera moglie. Insomma Zarth sa che dovrà fidanzarsi eppure fa uno scambio che secondo logica non potrebbe aver correttamente luogo per mancanza di tempo, ovvero sarebbe stato più plausibile se la Festa delle Lune avesse avuto luogo qualche tempo dopo il suo ritorno a Throon, o se il fidanzamente fosse stato convocato ed annunciato in virtù del ritorno anticipato di Zarth Arn a Throon. Nel romanzo invece tutto è conseguenziale, la sera stessa del suo inatteso ritorno ha luogo festa e fidanzamento. Quindi in definitiva secondo la logica Zarth non doveva essere sulla terra a far esperimenti, doveva essere già in viaggio di ritorno per presenziare al suo stesso fidanzamento, invece nel romanzo l’arrivo di Hul Burrel è del tutto imprevisto, addirittura irregolare, e sorprende gli uomini della Lega proprio al momento del rapimento!
Ecco, questa è una manchevolezza narrativa, non ce ne accorgiamo nel corso della lettura ma se ci riflettiamo sopra notiamo l’incongruenza...
L’altra cosa che ci convince poco è che il Distruttore non sia più stato usato per ben 120.000 anni, un periodo di tempo incredibilmente esteso che ci fa dubitare che in un lasso di tempo così assurdo non vi sia mai stata una guerra tale da richiederne l’uso! Oltre tutto già ci sembra strano pensare ad una famiglia imperiale che regna incontrastata sulla Galassia da un periodo di tempo ancora più ampio, senza che vi sia stato il minimo avvicendamento di dinastie diverse...
Il Distruttore viene quindi riesumato solo per sconfiggere Shorr Kan e tutto sommato è difficile credere che nei 120.000 anni precedenti la galassia abbia vissuto in una pace idilliaca senza guerre tra fazioni o regni siderali!
Di punto in bianco infatti quel Distruttore di cui persino la famiglia imperiale aveva sacro timore si tira fuori dalle segrete dapprima allo scopo di fornire una dimostrazione e poi mancando il tempo lo si usa in battaglia e nel successivo romanzo si parla di una flotta in allestimento, con il Distruttore, per spazzar via dalle Nubi di Magellano i mostruosi esseri tornati alla ribalta...
Quindi nel giro di pochi anni il Distruttore, nonostante il terrore che incute sarà usato più di una volta e, non convince quindi che per ben 120.000 anni sia stato sepolto e dimenticato nelle segrete imperiali.
Ma si tratta di obiezioni, in fondo, quasi scolastiche, giusto per cercare il cosiddetto pelo nell’uovo, dato che ogni lettura ci fa dimenticare queste incongruenze e ci fa accettare senza nulla da eccepire la magia della narrazione hamiltoniana, ovvero è questo il fascino del romanzo, farci dimenticare, durante la lettura, anche quelle discrepanze per restituirci solo il gusto dell’epopea siderale narrata e la piacevole narrazione degli eventi.

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I Saggetti del Duca: Guerra nella Galassia 6
« Rispondi #19 data: 06 Gennaio 2009, 14:26:58 »
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6. Ritorno alle Stelle

In base a quanto sinora detto come vediamo il seguito che Hamilton diede al romanzo venti anni dopo?
A mio avviso non favorevolmente, mi spiego: dare un seguito alla storia ha rotto la magia, ha incrinato il sogno... la bellezza del romanzo era anche nella speranza futura del ricongiungimento tra John Gordon e la sua Principessa delle Stelle, in quella promessa di un miracolo futuro che avrebbe reso possibile il sogno...
Dar corpo a questa aspettativa con un seguito ha rotto l’incanto! Volevamo essere noi a sognare, immaginare questo seguito, volevamo esser noi a dare un seguito ciascuno con il proprio sentimento, invece abbiamo avuto una storia che, sia pur nei molti avvenimenti che si snodano nel corso del secondo romanzo, ci ha in definitiva deluso un po’ per i continui bisticci tra i due protagonisti, ma soprattutto perché ha in definitiva banalizzato il sogno a livelli di scontata quotidianità.
Sì, alla fine dopo tante traversie l’amore tra i due protagonisti trionfa, ma c’era bisogno di questo seguito? No! Di sicuro ha annullato l’aspettativa che era parte integrante della vicenda.
Hamilton nel seguito effonde a piene mani la sua abilità narrativa: mutanti, mostri delle Nubi di Magellano, il ritorno di Shorr Kan che ora si presenta più come un simpatico furfante con una sua strana etica che lo porta a schierarsi con gli Imperiali contro gli invasori non umani, ottenendo persino il perdono non solo da Lianna ma addirittura dalla famiglia imperiale!
Insomma è un seguito di cui si poteva fare a meno, anche se è ben scritto, anche se è avvincente, soprattutto perché i bisticci tra John Gordon e Lianna ci lasciano l’amaro in bocca, ad ogni lettura di Guerra nella Galassia infatti era proprio l’amore tra i due che ci dava il gusto dell’attesa, svilirlo a livello di bisticci ed incomprensioni ha rovinato tutto e poco importa se alla fine vi sarà la definitiva riconciliazione, perché oramai non riusciremo più a vedere in loro quell’amore assoluto e quasi di favola che aveva suggellato la chiusura di Guerra nella Galassia.
A volte un seguito può distruggere la magia, come in questo caso, e non sorprende che mentre Guerra nella Galassia resta uno dei romanzi più belli della space opera, il suo seguito, Ritorno alle Stelle, ne sia solo la sua banalizzazione, come un sogno che viene sconvolto da un brusco risveglio nella grigia quotidianità.
Hamilton muore nel 1977, Ritorno alle Stelle lo scrisse nel 1970, sette anni prima della morte e non ci sorprenderebbe sapere che, se fosse vissuto, vi sarebbe stato un ulteriore seguito con la guerra ai mostri della Nube di Magellano, magari con Shorr Kan insignito di un’alta decorazione per un atto di eroismo... tutto è possibile, ma questo avrebbe annullato definitivamente e per sempre il fascino di Guerra nella Galassia.
Per questo oggi rileggiamo Guerra nella Galassia, trepidiamo per le disavventure di John Gordon, esultiamo con lui per la sua vittoria, ci rammarichiamo, pur apprezzandola, per la sua scelta di rifare lo scambio mentale e, insieme a lui, attendiamo il momento magico in cui raggiungerà la sua Principessa di Fomalhaut ed immaginiamo come tutto questo avverrà, rifiutandoci di accettare che in un altro romanzo tutto è già avvenuto, al solo scopo di non rompere la magia, perché in fondo siamo tutti John Gordon...
                                                                                Duca Lucifero

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I Saggetti del Duca: Guerra nella Galassia 7
« Rispondi #20 data: 06 Gennaio 2009, 14:28:51 »
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Copertina:
Stupenda e altamente suggestiva questa cover di Caesar pur nella sua spartana essenzialità: un uomo dal volto indistinto, quasi emergente da un enorme vortice di luce giallo verdastra, si avvicina ad uno dormiente, con chiaro riferimento al primo contatto mentale tra Zarth Arn e John Gordon.
E’ di sicuro una delle copertine più belle realizzate da Caesar, soprattutto per l’ottima scelta dei colori e del taglio dell’immagine ripresa dal basso a livello del dormiente.
Lo stesso non si può dire per le modeste immagini interne di Belt, anche se tutto sommato sono molto meno scadenti di altri suoi lavori. Una in particolare mi è sempre rimasta impressa, quella finale di pag. 131, dove John Gordon si prepara a restituire il corpo al principe Zarth Arn, accenden-do l’interruttore generale dell’immenso macchinario sul cui sfondo vi è una vetrata da dove si vede un maestoso cielo notturno.
Annotazioni:
- Dopo vent’anni Hamilton ha dato un seguito a questo romanzo con Ritorno alle Stelle per accontentare i tanti fans che volevano sapere se John Gordon avrebbe un giorno raggiunto la sua Principessa delle Stelle, ma ciò, come dico nel commento, ha dissolto tutta la magia.
- Di sicuro è il romanzo di space opera più amato da chi lo lesse in quegli anni ed io stesso vi sono particolarmente legato dato che fu il primo libro di fantascienza che lessi a soli 7 anni.
- Ho provato a mandare questo saggetto al buon Lippi: non mi ha nemmeno risposto un semplice "Fa schifo!"... Pazienza...

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Re:I Saggetti del Duca
« Rispondi #21 data: 06 Gennaio 2009, 20:32:04 »
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- Ho provato a mandare questo saggetto al buon Lippi: non mi ha nemmeno risposto un semplice "Fa schifo!"... Pazienza...

Lo hai mandato a noi....e te ne siamo grati.
« Ultima modifica: 06 Gennaio 2009, 20:35:58 di gretana » Loggato
Non sto invecchiando, sto diventando vintage.
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Re:I Saggetti del Duca
« Rispondi #22 data: 15 Marzo 2009, 18:36:35 »
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Non mi sono dimenticato dei saggetti... anzi, ma ve li offro in edizione fascicolo: 11 saggetti nuovi in versione pdf illustrata.

Ditemi se vi piace l'idea che fra qualche mese faccio il bis.

Duke

Qui sotto il link per scaricare lo zip.
 Saggetti_1.zip
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Re:I Saggetti del Duca
« Rispondi #23 data: 15 Marzo 2009, 19:11:08 »
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Grande Duca, questa volta vuoi farci fare indigestione?????...scaricato tutto, ora me me li leggerò con la dovuta calma...Merci!
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Re:I Saggetti del Duca
« Rispondi #24 data: 15 Marzo 2009, 19:41:01 »
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Bravo bene bis tris quatris evvai
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Traduttore di: 'Fratello della Nave' di Aliette De Bodard; 'Veritas' di Robert Reed; 'La Stanza delle Anime Perdute' della Rusch. Co-traduttore di 'Santiago' di Resnick; di 'Oggi sono Paul' di Shoemaker pubblicato su Quasar, e di 'Base di Settore: Venice' della Rusch. Nel 2020 di M.D.Rivera 'Nel Buio tra le stelle' e 'Il velo delle stelle'.
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