Secondo la bio/bibliografia presente su
wikipedia, James Graham Ballard fu fortemente ispirato dalla pittura surrealista ed io sono fortemente d'accordo con questa affermazione: in quasi tutti i suoi scritti, infatti, si riesce a scorgere l'influenza del movimento ed il predominare di temi ed argomenti relativi all'amore, alla follia, all'abbattimento delle convenzioni sociali e soprattutto alla rivelazione dei meccanismi inconsci del pensiero fanno si che Ballard possa a tutti gli effetti essere ricondotto allo stesso filone che ispirò l'arte di Mirò e Magritte.
Si può dire che Ballard sia stato uno dei primi autori da me "recuperati" nel corso degli anni: dalle prime deludenti letture di "
Vento dal nulla" e "
Terra bruciata", passando per la lettura di antologie/capolavoro come "
Il gigante annegato" ed "
I segreti di Vermilion Sands", la mia opinione su di lui è mutata al punto che oggi lo considero non soltanto uno dei miei autori preferiti in assoluto, ma anche forse l'unico scrittore di SF che sia riuscito davvero a trascendere i canoni del genere, creando brani che sono vera e propria poesia, vera e propria letteratura.
Il punto di forza di Ballard, a mio avviso, è rappresentato dal suo linguaggio fortemente visivo e ricercato, in grado non solo di descrivere alla perfezione gli apocalittici scenari di devastazione e rovina in cui si muovono i suoi personaggi, ma anche di rendere tangibile i loro pensieri, per quanto alienati e folli possano essere. La potenza espressiva di questo suo linguaggio gli ha valso sostanzialmente la facoltà di riuscire a rendere quasi poesia in prosa argomenti tutt'altro che poetici come l'immagine di un gigantesco cadavere che si decompone su una spiaggia (
Il gigante annegato) o quella di una folle carneficina di famiglia i cui membri si aggrediscono tra loro in preda alla pazzia (
Riunione di famiglia).
Ma quello che a Ballard è riuscito meglio di ogni altro autore di SF in assoluto è stato il delicato compito di rendere comprensibile e tangibile il più sfuggente degli elementi e cioè il tempo: non soltanto nelle sue prime opere Ballard ha saputo rendere visibile il tempo immaginando folli sconvolgimenti del suo scorrere (
Il tempo di guasta,
Controtempo,
Il signor F è il signor F), ma è alresì riuscito anche ad ipotizzare vere e proprie catastrofi dovute all'annullamento del tempo (
L'uomo luminoso o
La foresta di cristallo), a creare storie di straordinaria poesia in cui è evidente la soggettività del tempo (
Il giardino del tempo) ed a raccontare possibili scenari di evoluzione dell'uomo e delle creature terrestri in modo tale da sviluppare nuovi organi sensoriali in grado di "vedere" il tempo (
Le voci del tempo).
L'altra tematica predominante nei suoi scritti è la caducità dell'uomo ed il generale senso di sfiducia sulle sue reali possibilità di conseguire obiettivi duraturi o anche semplicemente di riuscire a confrontarsi con un cosmo incomprensibile.
Mentre i personaggi di Stanislaw Lem accumulano dati inutili che servono solo a dimostrare l'incapacità umana di stabilire un contatto con tutto ciò che è alieno, i personaggi di Ballard si limitano ad impazzire ed a cercare nel loro inconscio una fuga da una realtà che rappresenta la negazione di tutto ciò in cui hanno sempre creduto. Secondo la filosofia di Ballard il programma spaziale di esplorazione del cosmo è solo il primo passo verso un generale decadimento della civiltà provocato dalla scoperta di un universo troppo vasto per essere compreso o accettato ed è per questo che gran parte delle sue storie sono ambientate in scenari di devastazione in cui le vestigia della civiltà spaziale appaiono quasi dei monumenti all'umana follia che non ha saputo prevedere o arginare la catastrofe per tempo e gli stessi astronauti, pionieri di questa nuova forma di pazzia, sono visti non già come eroi, ma quasi come le prime inconsapevoli vittime di un morbo destinato a contagiare ed a sconvolgere tutta l'umanità.
Ma se il linguaggio di Ballard è il suo punto di forza che gli consente di creare piccoli capolavori quando egli ci regala le sue terrificanti ed apocalittiche visioni del mondo futuro, esso rappresenta al contempo (a mio avviso) anche il suo principale punto di debolezza: laddove la sua prosa ricercata risulta efficace in storie di breve respiro, essa risulta invece pesante, monotona e ripetitiva quando la trama si allunga, al punto che è davvero difficile riuscire a conciliare il gradimento per il Ballard romanziere rispetto al Ballard scrittore di racconti.
In conclusione di questa breve ed assolutamente inesaustiva presentazione di Ballard, vorrei consigliare a tutti le seguenti letture che rappresentano a mio avviso il fior fiore della sua produzione.
- La doppia antologia "Passaporto per l'eternità" / "Essi ci guardano dalle torri". Strafalcioni editoriali a parte contiene molte storie davvero memorabili tra cui "Il tempo si guasta", il cui titolo è erroneamente invertito con quello di "Tredici verso Centauro".
- Le raccolte "Il gigante annegato", "Incubo a quattro dimensioni", "Gli scultori di nuvole", "La zona del disastro", "Ora zero" ed "I segreti di Vermilion Sands" (Fanucci)
- I romanzi "Deserto d'acqua" e "Condominium"
Per una lettura "guidata" dei suoi racconti vi propongo invece la mia recensione-fiume che trovate in appendice a
questo mio e-book che ripercorre la carriera del Ballard narratore nelle sue varie apparizioni italiane.
A voi la parola