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Discussione: Migliore Traduzione di Lovecraft. Lippi Vs Fusco (letto 2070 volte) |
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Migliore Traduzione di Lovecraft. Lippi Vs Fusco « data: 23 Febbraio 2014, 17:59:50 » |
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Salve, voi preferite di più le traduzioni dei racconti di Lovecraft fatta da Lippi (Mondadori), oppure quella di Fusco/Pilo (Newton,Fanucci)? a me piacciono più le traduzioni di Lippi...quelle di Fusco mi sembrano troppo letterali e "modernizzate", non sembra neanche di leggere dei racconti di inizio 900.
vi incollo l'incipit di DAGON così potete fare un confronto:
ORIGINALE (non so se è il manoscritto originale o la versione modificata da Weird Tales): I am writing this under an appreciable mental strain, since by tonight I shall be no more. Penniless, and at the end of my supply of the drug which alone, makes life endurable, I can bear the torture no longer; and shall cast myself from this garret window into the squalid street below. Do not think from my slavery to morphine that I am a weakling or a degenerate. When you have read these hastily scrawled pages you may guess, though never fully realise, why it is that I must have forgetfulness or death.
It was in one of the most open and least frequented parts of the broad Pacific that the packet of which I was supercargo fell a victim to the German sea-raider. The great war was then at its very beginning, and the ocean forces of the Hun had not completely sunk to their later degradation; so that our vessel was made a legitimate prize, whilst we of her crew were treated with all the fairness and consideration due us as naval prisoners. So liberal, indeed, was the discipline of our captors, that five days after we were taken I managed to escape alone in a small boat with water and provisions for a good length of time.
------------------------------------------------------------------------------- LIPPI (Mondadori):
Scrivo queste note in una morsa d'angoscia e so che al termine della notte sarò finito. Senza un soldo e senza la droga che rende sopportabile la mia esistenza, non posso reggere oltre la tortura: mi butterò dalla finestra di questa soffitta. Ma la mia dedizione alla morfina non deve farvi pensare che sia un debole o un degenerato; quando leggerete queste pagine intuirete (anche se non riuscirete a comprendere del tutto) perché non mi restino che l'oblio o la morte. Fu in una delle zone più aperte e meno frequentate del Pacifico che il piroscafo di cui ero sovrintendente cadde vittima dell'incrociatore tedesco. La grande guerra era all'inizio e le forze navali del nemico non avevano ancora ceduto completamente, come poi sarebbe avvenuto: la nostra nave venne catturata e noi dell'equipaggio fummo trattati con il rispetto e la considerazione dovuti ai prigionieri di guerra. Anzi, la disciplina dei nostri catturatori era così blanda che dopo cinque giorni riuscii a fuggire da solo, in barca, con acqua e provviste per diverso tempo.
------------------------------------------------------------------------------- FUSCO (Newton):
Scrivo in uno stato di tensione insostenibile. Fra poco sarà l'alba e, allora, io non esisterò più. Privo d'ogni mezzo, privo della droga che - sola - mi ha consentito fino ad oggi di sopravvivere ai miei incubi, non mi rimane altro modo per sottrarmi al tormento: mi getterò dall'alta finestra di questa soffitta, nella squallida strada sottostante. Tuttavia, io non sono un debole. È vero, sono schiavo della morfina, ma non sono un degenerato. Quando avrete finito di leggere quello che, tra i brividi della febbre, sto scrivendo, forse riuscirete a comprendere le mie ragioni. La mia vicenda ebbe inizio in una delle zone più aperte e meno frequentate dell'immenso Oceano Pacifico, quando la nave mercantile inglese sulla quale ero imbarcato venne catturata da un vascello corsaro tedesco. La Guerra Mondiale era allora ai suoi inizi, e il comportamento sul mare dei tedeschi non era ancora arrivato al livello di atrocità che raggiunse più tardi. Noi prigionieri fummo perciò trattati con ogni riguardo, e la sorveglianza cui eravamo sottoposti era così allentata che, dopo soli cinque giorni dalla cattura, riuscii a fuggire.
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« Ultima modifica: 23 Febbraio 2014, 18:12:45 di quellen » |
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Re:Migliore Traduzione di Lovecraft. Lippi Vs Fusco « Rispondi #2 data: 23 Febbraio 2014, 22:14:03 » |
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Citazione da: quellen il 23 Febbraio 2014, 17:59:50 Salve, voi preferite di più le traduzioni dei racconti di Lovecraft fatta da Lippi (Mondadori), oppure quella di Fusco/Pilo (Newton,Fanucci)? a me piacciono più le traduzioni di Lippi...quelle di Fusco mi sembrano troppo letterali e "modernizzate", non sembra neanche di leggere dei racconti di inizio 900.
vi incollo l'incipit di DAGON così potete fare un confronto:
ORIGINALE (non so se è il manoscritto originale o la versione modificata da Weird Tales): I am writing this under an appreciable mental strain, since by tonight I shall be no more. Penniless, and at the end of my supply of the drug which alone, makes life endurable, I can bear the torture no longer; and shall cast myself from this garret window into the squalid street below. Do not think from my slavery to morphine that I am a weakling or a degenerate. When you have read these hastily scrawled pages you may guess, though never fully realise, why it is that I must have forgetfulness or death.
It was in one of the most open and least frequented parts of the broad Pacific that the packet of which I was supercargo fell a victim to the German sea-raider. The great war was then at its very beginning, and the ocean forces of the Hun had not completely sunk to their later degradation; so that our vessel was made a legitimate prize, whilst we of her crew were treated with all the fairness and consideration due us as naval prisoners. So liberal, indeed, was the discipline of our captors, that five days after we were taken I managed to escape alone in a small boat with water and provisions for a good length of time.
------------------------------------------------------------------------------- LIPPI (Mondadori):
Scrivo queste note in una morsa d'angoscia e so che al termine della notte sarò finito. Senza un soldo e senza la droga che rende sopportabile la mia esistenza, non posso reggere oltre la tortura: mi butterò dalla finestra di questa soffitta. Ma la mia dedizione alla morfina non deve farvi pensare che sia un debole o un degenerato; quando leggerete queste pagine intuirete (anche se non riuscirete a comprendere del tutto) perché non mi restino che l'oblio o la morte. Fu in una delle zone più aperte e meno frequentate del Pacifico che il piroscafo di cui ero sovrintendente cadde vittima dell'incrociatore tedesco. La grande guerra era all'inizio e le forze navali del nemico non avevano ancora ceduto completamente, come poi sarebbe avvenuto: la nostra nave venne catturata e noi dell'equipaggio fummo trattati con il rispetto e la considerazione dovuti ai prigionieri di guerra. Anzi, la disciplina dei nostri catturatori era così blanda che dopo cinque giorni riuscii a fuggire da solo, in barca, con acqua e provviste per diverso tempo.
------------------------------------------------------------------------------- FUSCO (Newton):
Scrivo in uno stato di tensione insostenibile. Fra poco sarà l'alba e, allora, io non esisterò più. Privo d'ogni mezzo, privo della droga che - sola - mi ha consentito fino ad oggi di sopravvivere ai miei incubi, non mi rimane altro modo per sottrarmi al tormento: mi getterò dall'alta finestra di questa soffitta, nella squallida strada sottostante. Tuttavia, io non sono un debole. È vero, sono schiavo della morfina, ma non sono un degenerato. Quando avrete finito di leggere quello che, tra i brividi della febbre, sto scrivendo, forse riuscirete a comprendere le mie ragioni. La mia vicenda ebbe inizio in una delle zone più aperte e meno frequentate dell'immenso Oceano Pacifico, quando la nave mercantile inglese sulla quale ero imbarcato venne catturata da un vascello corsaro tedesco. La Guerra Mondiale era allora ai suoi inizi, e il comportamento sul mare dei tedeschi non era ancora arrivato al livello di atrocità che raggiunse più tardi. Noi prigionieri fummo perciò trattati con ogni riguardo, e la sorveglianza cui eravamo sottoposti era così allentata che, dopo soli cinque giorni dalla cattura, riuscii a fuggire.
| Noto che entrambi si prendono certe libertà: Lippi dalla seconda frase ha fatto sparire l'"alone" dedicato alla droga; Fusco si è inventato l'"alba" nella prima al pari di Lippi che ha creato dal nulla le "note" nella primissima. Per non parlare della "febbre" aggiunta da Fusco a " When you have read these hastily scrawled pages you may guess", da cui però Lippi ha eliminato "hastily scrawled", così come il "broad" riferito al Pacifico in quella che segue. Entrambi direi peccano di infedeltà al massimo grado, girandosi e rigirandosi le frasi a loro piacimento. Se nel caso di Lippi è giustificato da una certa elegante scorrevolezza nel risultato finale, a Fusco non si può concedere nemmeno questo visto che la sua prosa risulta legnosa.
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mishita
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W UraniaMan(gaman)ia!!!
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Re:Migliore Traduzione di Lovecraft. Lippi Vs Fusco « Rispondi #4 data: 24 Febbraio 2014, 14:12:14 » |
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Anche secondo me entrambi si prendono (troppe) libertà. Omissioni, modifiche, giri di parole per descrivere quello che Lovecraft dice in due parole. La traduzione letterale non renderebbe giustizia, ovvio, ma nemmeno le traduzioni di Lippi e Fusco. Alcune cose sono migliori nella traduzione di Lippi, altre in quella di Fusco. Forse un incrocio delle due (Fusco che completa le omissioni di Lippi, a volte inspiegabili) sarebbe l'ideale. Per chi è pratico, la lingua originale è sempre la scelta migliore. Per chi mastica solo l'italiano, è una questione di gusti e non dovrebbe essere fatta nessuna comparazione con l'originale. Perderebbe in ogni caso. Raramente le traduzioni sono di alto livello o a volte, persino migliori dell'originale. Ma nella quasi totalità dei casi, quei traduttori oggi non ci sono più. Mancano i Vic e i Ric del passato. Rimangono ancora le (rare) traduzioni del G.L. a rendere un piacere la lettura. IMHO.
saluti mish
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