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Vittorio Giardino, No Pasaràn. Una storia di Max Fridman. Lizard Edizioni. Maggio 2000, 23x30,5, colore, cartonato, 64 pagine, lire 32.000.
Max Fridman è tornato. Lo troviamo in Spagna, nell'autunno del 1938, nel cuore della guerra spagnola. Appare sulla scena dell'intricata vicenda di una guerra civile dove si confrontano fascismo e antifascismo: quasi una costante nell'Europa di quegli anni. Max Fridman giunge in Spagna non per epica guerriera o per un forte idealismo, si lancia nella mischia per cercare un amico, per rispondere alla domanda d'aiuto espressa dagli occhi imploranti della moglie dell'amico. Ritorna in luoghi conosciuti, scopre il nuovo e trova vecchi amici, il tutto narrato dalla potente e raffinata poesia di Vittorio Giardino. Un'estetica del quotidiano coniugata con i grandi temi della vita, perchè la vita disegnata da Giardino è fatta di piccoli particolari scrupolosamente descritti.
Giardino è la via italiana alla ligne claire, di cui ha assorbito estetica ed epica. Il suo Max Fridman nasce nel 1982 sulle pagine di Orient Express, una seconda avventura appare su Corto Maltese, la rivista anni Ottanta diretta da Fulvia Serra. Raffinate storie di spionaggio tra Budapest e Istanbul ambientate nelle immediate vicinanze della Seconda Guerra Mondiale. La proverbiale meticolosità di Giardino si esprime nel tratto ricercato e ampiamente descrittivo con un'attenzione monomaniacale al dettaglio.
Il volume presentato dalla Lizard esce praticamente in contemporanea con il mercato francese, e questa è una piacevole novità. La seconda parte della storia è ancora in lavorazione e l'attesa si fa già spasmodica, anche se Giardino ci ha abituato ai tempi lunghi: infatti, abbiamo dovuto attendere quindici anni prima di vedere di nuovo in azione il buon vecchio Max.
Il rigore di Giardino affascina. Il suo incedere narrativo avvince. La sua scrittura, in questa avventura, diviene omaggio e memoria mentre nell'aria si sentono le presenze di chi si è misurato con la guerra civile spagnola: Orwell, Malraux, Hemingway, Kostler, Dos Passos, Machado e Bernanos. Alle immagini le foto di Robert Capa. Un volume da non perdere.
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