In mancanza di indicazioni, Magook si inoltrò nella foresta in una direzione a casaccio. Che piste cercare, che genere di tracce? Se perfino gli espertissimi picciominidi e vampiri non avevano nessuna idea sicura sul Piccolo Popolo, come avrebbe fatto lui a individuare un segno che lo conducesse alle abitazioni di quelle creature elusive?
Vide rametti spezzati, erba calpestata, impronte nella fanghiglia... ma erano le solite tracce di animali, o dei loro cacciatori. Proseguì per ore, ore, ore. A volte, grumi di sangue rappreso e frammenti di piumino lasciavano un'ultima testimonianza di un incontro tra un picciominide e un vampiro, conclusosi a favore di quest'ultimo.
“Con la fortuna che mi ritrovo” borbottò tra sé Magook “questa notte mi stenderò a riposare proprio al di sopra dei sepolcri dei vampiri. Loro si sveglieranno a mezzanotte e diranno: toh, la colazione in camera!”. Sputò per terra. “Sarei in grado di sconfiggere un branco di quelle sanguisughe, tutti in una volta?”. Non si rispose immediatamente. “Non lo so” tagliò corto. Però il suo organismo non doveva essere molto appetibile, in quanto non conteneva una sola goccia di sangue. Un punto a suo favore.
Mangiò il terzo frutto, ma non buttò via la reticella che lo conteneva: poteva sempre tornare utile per chissaché. “Astuzie da veterano” si disse, ridendo.
Comunque, non ci fu bisogno di aspettare la mezzanotte.
L'attacco fu rapidissimo, violentissimo, silenziosissimo.
Nel momento in cui Magook aveva adottato la misura di emergenza, riducendosi da 50 metri a due metri di altezza, era diventato un individuo agile, sano e forte, ma privo di gran parte dei “superpoteri” di cui godeva l'“ex” Magook. In passato, i sensori (salvo problemi causati dalla vecchiaia) lo avrebbero avvertito immediatamente dell'avvicinarsi del pericolo; adesso invece l'udito fece cilecca, in quella foresta piena di fruscii, ronzii, squittii.
La belva, lunga almeno quattro metri, gli fu addosso in una frazione di secondo, schiacciando Magook al suolo con il proprio peso. Poi lo morse... o lo beccò? Non c'era tempo per le distinzioni cartesiane. Magook sferrò un uppercut da una tonnellata alla testa dell'animale, che emise uno strano ruggito, tipo “Rrrrrrrruuuuuuuuuuuuuh”, e si sollevò sulle zampe posteriori.
L'alieno ne approfittò per dargli, dal basso, uno spintone al torace; la belva barcollò, poi crollò su un fianco. Magook scattò in piedi, serrò le due mani a tenaglia e le abbatté con tutta la sua forza contro le costole della bestia. Scricchiolio di ossa, un fiotto di sangue, un ruggito. La belva, pazza di dolore, scalciò scaraventando Magook contro un albero.
Si rialzò immediatamente; la belva, ferita, ebbe invece bisogno di alcuni secondi.
Così l'alieno ebbe modo di osservare con più calma l'avversario. “La Natura si è sbizzarrita parecchio da queste parti” pensò. Il grande carnivoro, nero, lungo quattro metri, aveva zampe anteriori notevolmente più robuste di quelle posteriori; anche il torace era molto più massiccio del bacino. Gli arti anteriori non avevano dita: terminavano con un cuscinetto di cuoio imbottito, come le zampe di un elefante ma senza le unghie. Il dettaglio più impressionante era la testa. Era munita di un becco da condor, ma vi affiorava una dentatura mobile, che poteva ritrarsi all'interno della bocca o protrudersi all'esterno (cfr. la “bocca nella bocca” di Alien). Sulla schiena e lungo i fianchi, file di spine taglienti che erano penne modificate. “Sembra la versione apocalittica di Dàvv” commentò Magook.
La belva si preparò a spiccare un balzo.
Tra i pochi superpoteri rimasti a Magook c'era la possibilità di produrre (piccole) appendici all'esterno degli arti. Fece materializzare una lama nella parte superiore dell'avambraccio.
La belva saltò, ruggendo.
Magook saltò a sua volta contro di lei, ma più rasente al suolo. Si incrociarono a mezz'aria. Magook sfrecciò al di sotto del ventre della bestia, squarciandole il ventre con la lama, provocando una pioggia di sangue e budella.
Non riuscì a oltrepassarne il corpo, però. All'ultimo istante, la testa di Magook andò a sbattere con una violenza spaventosa contro un ginocchio della belva. L'impatto gli fece deviare traiettoria, Magook sbatté a terra, schizzò di nuovo rotolando in aria, sbatté di nuovo a terra, continuò ad allontanarsi lateralmente come un birillo impazzito, abbattendo vegetazione, colpendo il terreno ora con la schiena, ora con le gambe, ora con la testa, finché si spiaccicò contro un tronco enorme.
Perse i sensi.

mi ricorda vagamente, ma molto vagamente, la scena di Sandokan con la tigre, ad eccezione del finale...

Bravo...

Andrea /Eremita

Citazione da: Eremita il 16 Febbraio 2010, 22:16:14

mi ricorda vagamente, ma molto vagamente, la scena di Sandokan con la tigre, ad eccezione del finale... Bravo... Andrea /Eremita

Grazie e... sììììì, era proprio QUELLA scena di Sandokan! sono felicissimo che la cosa sia stata notata :-))

- Ooohhhfff... - mormorò Magook parecchie ore dopo. - Qualcuno ha preso la targa di quel camion? (*)


A fatica, si sollevò su un gomito. Si guardò attorno finché non ebbe individuato la belva che lo aveva aggredito. L'enorme cadavere era disteso a 200 metri di distanza; mammiferi simili a sciacalli e uccelli simili ad avvoltoi stavano banchettando con le sue interiora. Viceversa, nessun animale sembrava interessarsi all'alieno, tranne un coleottero che gli zampettava su una mano.
Stava calando la sera.
“Ho avuto la meglio su un àvatr” pensò Magook, ricordando quale fosse il nome della belva nella lingua di Dàvv. “Mica tanto, la meglio... Ahia!”. Si rimise in piedi, ma si sentiva tutto indolenzito. Nessun osso rotto, in quanto lui non aveva ossa.
Osservò di nuovo il cadavere spolpato della bestia, poi si guardò attorno. - E adesso?
Poche decine di minuti, e sarebbe stata notte. “Come faccio a trovare quel Piccolo Popolo del ca##o?”. Era di nuovo furioso con il destino che lo aveva fatto naufragare su quel pianeta assurdo. “Chissà!” ringhiò tra sé. “Magari basta suonare il campanello!”. Mise le mani ad altoparlante attorno alla bocca e gridò: - Piccolo Popolo, mi sentite? Ho bisogno di parlare con voi! Oh-éé-ééh! Piccolo Popolo, mi ricevete forte e chiaro?!
“Bene” pensò. “Adesso che ho fatto la mia idiozia quotidiana, posso...”
- Siamo quiii... - gli sussurrò all'orecchio, al buio, una vocina femminile.
Magook ebbe un sobbalzo. Attorno alla testa gli stava volteggiando quella che lui aveva scambiato per una lucciola di grandi dimensioni. Invece era una donna di dimensioni minuscole, circa 15 cm, gialla, con ali membranose sulla schiena, alle cosce e alle caviglie.
- Tu... tu sei del Piccolo Popolo? - chiese Magook.
La creatura volante emise una risata argentina. - “Piccolo Popolo” dillo a tua sorella! Noi siamo il Potente Popolo degli Elfi. - Rise di nuovo e compì altre tre spirali acrobatiche attorno a lui. - Però lasciamo che le specie inferiori ci chiamino come meglio gli aggrada. Ma tu... mica vorrai essere annoverato tra le specie inferiori?
Magook trovava simpatica la nuova arrivata. - No. Quindi vi chiamerò “elfi”.
Lei applaudì. - Bravissimo!
- Portami dai tuoi leader - disse l'alieno, sentendosi vagamente ridicolo.
- Perché? - fece lei, svolazzando e facendo capriole nell'aria.
- Devo conoscere il vostro popolo. Devo capire meglio come funziona questa Terra... di superficie.
- Allora hai cercato le persone giuste. Ecco l'ingresso al nostro regno!
Magook si guardò in giro. - Dov'è?
- Ovunque!! Ih ih ih ih ih ih ih!
Magook di colpo si smaterializzò.
Si rimaterializzò nel quartier generale degli elfi.

- Cinquanta milioni di anni fa - spiegò Magook - l'umanità si è estinta. E voi, i vampiri e i picciominidi vi siete impadroniti del pianeta, uno contro l'altro.
- Tutto giusto, tranne l'ultima frase - rispose Beyon. - “Loro” sono gli uni contro gli altri. Noi ci godiamo la vita, come abbiamo sempre fatto. - Prese dal vassoio un frutto verde e lo addentò. - Manca solo il dato più interessante: come mai l'umanità si è estinta?
- Siete stati voi? - chiese Magook.
Beyon rise in quel modo indecifrabile che è tipico degli elfi. - Dài, non scherzare su un tema così tragico!
- Allora non lo so.
L'elfo spalancò i suoi occhi obliqui. - Dici sul serio?
- Dico sul serio.
Beyon si strinse nelle spalle. - Lo scoprirai, prima o poi. Non voglio guastarti il divertimento: sarebbe contrario ai nostri princìpi.
Magook continuava a guardarsi attorno, a disagio. La stragrande maggioranza degli elfi non badava per nulla all'ospite; giusto qualcuno gli lanciava occhiate furtive. - E perché mi avete ammesso nel vostro regno? Immagino che non intendiate propormi un'alleanza.
- No, infatti. Anche perché, di solito, un'alleanza è “contro” qualcun altro, ma noi non abbiamo nemici. - Rise. - O meglio, ai nemici non converrebbe avere noi! - Tornò a fissare Magook con quello sguardo indecifrabile da elfo. - A meno che tu non preferisca stare qui con noi anziché con quegli zoticoni di superficie. Ma... - fece una smorfia - qui ti annoieresti a morte. A te piace scazzottarti con i vampiri e gli àvatr.
Le parole di Beyon facevano una strana impressione nell'apparato uditivo. Avevano una specie di eco; per così dire, un retrogusto concettuale. Magook percepiva più cose di quelle che l'elfo affermava per via verbale. Capì che il livello di civiltà raggiunto dal cosiddetto “Piccolo Popolo” era senza eguali nel cosmo. Se, per ipotesi, non Magook da solo ma l'esercito di Maxp'lo al completo avesse tentato di assalirli, avrebbe ricevuto una sonora batosta. Di più: gli elfi sarebbero stati in grado di invadere, loro, la sua civiltà. Però non si sarebbero mai sognati di farlo. Perché? Perché non era divertente.
E per la prima volta in vita sua, Magook ebbe paura.
Paura.
Beyon era alto un metro scarso, ma Magook avrebbe avuto paura di lui perfino nel suo ex corpo di 50 metri.
Paura.

Citazione da: lalla il 19 Febbraio 2010, 09:30:43

Noto con piacere che l'appuntamento mattutino col buon Magook attorno alle 07.30 (con due lievi ritardi l'8 febbraio alle 08.05 e il 14 febbraio alle 07,51, piccole scusabili mancanze suppongo dovute a ritardo del caffè e a festeggiamenti di San Valentino) sta diventando una piacevole costante della giornata... Bene, la vita ha bisogno di qualche costante. Egregio Autore, non mi deluda, continui così...oserei proporre alla Sua facondia un calendario di puntate giornaliero così suddiviso: 1) ore 07,30 2) ore 11,30 pausa pranzo 3) ore 16 4) ore 19,30 pausa cena 5) ore 22 Non mi uccida. Grazie. lalla

Cara Lalla, sei un vero tesoro. Ma temo di non poterti davvero accontentare: un po' per i motivi tirannici detti in precedenza, ma anche e soprattutto per impossibilità fisica. Sono presissimo con il lavoro (vedi scritta al fondo dei miei post), un volume spesso e da realizzare relativamente "in fretta" per conciliarlo con altri impegni. Se poi tieni presente che UNA singola puntata di Magook richiede da mezz'ora a un'ora di elaborazione...

Grazie ancora di tutto.

Citazione da: marco.kapp il 19 Febbraio 2010, 11:50:08

Citazione da: dhr il 18 Febbraio 2010, 07:37:32 ... della galassia di Maxp'lo... Non ti ho ancora fatto i complimenti, fino ad ora, ma te li meriti. Sarebbe il mio sogno, scrivere un romanzo FS-surreal-fantasy come questo!

Grazie a te, e... sì, il nome della galassia era "casualmente casuale" :-D

Ne approfitto per rilevare che il nome della vampira Grava è il "femminile" dell'inglese grave. E Dàvv è il "maschile" di dove per assonanza con Dave, David, Davide.
Beyon sta per beyond, l'Oltre-uomo. "L'uomo è una corda tesa tra la scimmia e l'Oltre-uomo" (F. Nietzsche).

Banalità, ma per rendere più familiari i personaggi.