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Discussione: quanto conosciamo della sf europea? (letto 1857 volte) |
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #2 data: 15 Dicembre 2013, 23:10:35 » |
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Citazione da: maxpullo il 15 Dicembre 2013, 17:54:26 Personalmente trovo che il francese Serge Brussolo sia un autore da annoverare tra i massimi; uno scrittore eccellente, allo stesso livello di Ballard se non superiore; purtroppo non sono in molti a pensarlo ed ho sentito dire che le sue apparizioni su Urania siano state violentemente contestate dai lettori al punto da provocare cali nelle vendite. Di Brussolo apprezzo soprattutto lo stile poetico e visionario con cui riesce a rendere visibili e verosimili le sue storie al limite del surreale ed ogni incontro con una sua opera è sinora stata una sorpresa sotto ogni punto di vista. Della SF europea conosco molto poco, limitandomi a quello che hanno proposto Urania e Galassia nel corso degli anni per cui ho avuto modo di leggere principalmente SF inglese tanto con i grandi come Clarke, Wyndham, Ballard, Maine, Tevis e Christopher, ma anche con i meno noti come Charles Logan (suo il bellissimo "Naufragio") e David Guy Compton (davvero eccellenti "I missionari" ed "E scese la morte"). Al di fuori della SF inglese ho avuto modo di apprezzare ovviamente Stanislaw Lem (principalmente con "Solaris" e "L'indagine") ed i fratelli Strugatski con il loro immaginifico "Stalker". In ultimo c'è un'opera a me particolarmente gradita di SF "rumena" e cioè "Pianeta Morphy" di Adrian Rogoz, romanzo a sfondo scacchistico molto originale e ricco di spunti interessanti.
| Brussolo piaceva anche a me, ho comunque sentito anche io delle violente proteste che il suo nome scatena tra gli appassionati. Probabilmente se venisse ristampato oggi incontrerebbe un destino diverso, chi lo sa? Grazie per aver ricordato Stanislaw Lem che pochi ricordano...a proposito hai letto Il Pianeta del Silenzio? E grazie anche per aver segnalato anche Rogoz che non conoscevo. Devo ammettere che di autori rumeni l'unico che conoscevo di quel paese è Ion Hobana, ma solo perchpè anni fa Gianfranco deTurris pubblicò un suo racconto su L'Eternauta. A quanto pare in quel paese si utilizzava molto l'incursione del fantastico nella quotidianità, ma dopo la fine del comunismo pare che-a parte in Russia e in 'Ungheria- il genere sia entrato in crisi. Qualcun altro ha nomi da segnalare?
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #4 data: 16 Dicembre 2013, 08:58:30 » |
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #5 data: 16 Dicembre 2013, 09:56:52 » |
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Diciamo che l'accostamento tra Brussolo e Ballard (a parte la "B" iniziale) è in effetti un po' azzardato e va spiegato un po' meglio (se mi perdonate l'OT). Trovo che entrambi facciano spesso escursioni nel grottesco, nell'abnorme, nel distorto, soffermandosi ad esplorare gli abissi di pazzia che albergano nell'uomo e che entrambi riescano letteralmente a "cavare il sangue dalle rape", tramutando in poesia immagini e situazioni che normalmente provocherebbero solo disgusto (cadaveri mummificati, sanguinarie riunioni di famiglia, giganti annegati e persone che si auto-cannibalizzano). Analogamente mi pare che entrambi abbiano abbandonato del tutto il sentiero trionfalistico tracciato da molti esponenti della SF americana ed europea (Hamilton, Vance, Asimov, Clarke solo per citarne alcuni): i loro protagonisti infatti sono sempre invariabilmente sconfitti da un cosmo che non è tanto ostile quanto piuttosto leopardianamente indifferente al loro agire e da situazioni paradossali ed assolutamente imprevedibili al punto che il loro unico (ed ultimo) rifugio è nella morte o nella follia. Leggendo Ballard e Brussolo, inoltre, ho letteralmente l'impressione di "vedere" con la mente quello che hanno scritto e mi viene spontaneo accostarli tra di loro proprio per questa loro rara capacità di visualizzare immagini e situazioni e di fissarle come un pittore fa con un quadro (statue sonore, rovine che affiorando dal deserto, mostruose creature che vagano nella sabbia, tatuaggi che si muovono sotto la pelle, squali che agonizzano nelle pozzanghere). Entrambi infine sono soliti non scrivere una riga in più del necessario e di non voler fornire una spiegazione per i fenomeni cui si imbattono i loro personaggi, preferendo una narrazione più visiva spesso a scapito della trama stessa. Insomma: leggere Brussolo o Ballard mi da le stesse sensazioni che ho guardando un quadro di Magritte, Dalì o di De Chirico e non mi soffermo a guardare se le figure hanno le giuste proporzioni o se siano verosimili e realistiche, ma piuttosto mi gusto l'immagine come fosse la rappresentazione di un sogno ad occhi aperti. Ma le analogie si fermano qui perchè mentre Ballard ripete il suo esercizio più e più volte concentrandosi sulla psiche umana, sul drammatico impatto della sua sfida al cosmo e sul mistero del tempo, risultando - ai miei occhi - talvolta noioso (vedi " Terra bruciata" o " Foresta di cristallo"), Brussolo mi da l'impressione di avere un repertorio più variato e, anzichè concentrarsi sull' "uomo", sembra piuttosto prediligere gli "ambienti" folli e impossibili in cui esso si trova ad agire (pianeti spazzati da venti inspiegabili, tunnel metropolitani chiusi, riserve di creature umanoidi troppo pericolose per essere messe in libertà). Al momento sono entrambi nell'empireo dei miei autori preferiti assieme a Brin, Dick, Sawyer, Shaw e Lovecraft e, come faccio per questi, mi centellino i loro romanzi che ancora mi rimangono da leggere, riservandomeli per il futuro...
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #6 data: 16 Dicembre 2013, 12:47:04 » |
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Ritorno nel topic con alcune altre segnalazioni. Innanzitutto quella riguardante il tedesco Frank Schatzing che, di recente, ho potuto apprezzare nel kolossal "Il quinto giorno": un po' troppo ricco di "effetti speciali" e di colpi di scena all'americana, ma assolutamente imperdibile. E poi, nell'ambito della SF europea non dobbiamo dimenticarci di quella nostrana che tanti capolavori ha saputo produrre nel corso degli anni. La voglio introdurre limitandomi a ricordare i miei quattro autori italiani preferiti. Il primo è Samy Fayad, semisconosciuto commediografo, scrittore e giornalista che negli anni '60 ha saputo regalarci due autentiche "perle" come "La collina di Hawotak" e "Ulix il solitario"; il secondo è Dario Tonani, il nostro "Dick nazionale", che con i suoi scritti ha letteralmente fondato il cyberpunk in Italia, regalandoci opere sensazionali come "Infect@" e "L'algoritmo bianco"; il terzo è invece Francesco Grasso, autore poco prolifico ma validissimo e che ha saputo scrivere due romanzi notevoli come "Al di là del muro" e "2038: la rivolta", ricchi di spunti interessanti. L'ultimo è, naturalmente, Valerio Evangelisti che con il suo ciclo di Eymerich ha saputo portare la SF italiana laddove nessuno era riuscito ad arrivare.
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #7 data: 16 Dicembre 2013, 13:24:34 » |
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #8 data: 16 Dicembre 2013, 15:15:07 » |
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Di quelli menzionati da Max, ho letto solo 2 libri di Clarke , poi ho letto lo stupendo ciclo del vuoto di P. F. Hamilton, il meraviglioso dittico di C. Kapp La memoria dello Spazio e L'Arma del Caos, quel capolavoro che è Solaris di Lem, INRI di Moorcock che mi è bastato, un libro di I. Watson che lo lascio a chi ne è innamorato, ho finito ieri Vita con gli Automi di J. White un buon libro ma sinceramente vado controcorrente con gli altri commenti dei forumisti, ora sto leggendo Il Prefetto di Alastair Reynolds. Diciamo praticamente nulla. Poi volevo dire a Max che W. Tevis è statunitense, :) forse lui intendeva Karen Traviss ???
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« Ultima modifica: 16 Dicembre 2013, 15:16:24 di MILES VORKOSIGAN » |
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #9 data: 16 Dicembre 2013, 16:15:43 » |
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #10 data: 16 Dicembre 2013, 16:20:43 » |
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Citazione da: maxpullo il 16 Dicembre 2013, 12:47:04 Ritorno nel topic con alcune altre segnalazioni. Innanzitutto quella riguardante il tedesco Frank Schatzing che, di recente, ho potuto apprezzare nel kolossal "Il quinto giorno": un po' troppo ricco di "effetti speciali" e di colpi di scena all'americana, ma assolutamente imperdibile. E poi, nell'ambito della SF europea non dobbiamo dimenticarci di quella nostrana che tanti capolavori ha saputo produrre nel corso degli anni. La voglio introdurre limitandomi a ricordare i miei quattro autori italiani preferiti. Il primo è Samy Fayad, semisconosciuto commediografo, scrittore e giornalista che negli anni '60 ha saputo regalarci due autentiche "perle" come "La collina di Hawotak" e "Ulix il solitario"; il secondo è Dario Tonani, il nostro "Dick nazionale", che con i suoi scritti ha letteralmente fondato il cyberpunk in Italia, regalandoci opere sensazionali come "Infect@" e "L'algoritmo bianco"; il terzo è invece Francesco Grasso, autore poco prolifico ma validissimo e che ha saputo scrivere due romanzi notevoli come "Al di là del muro" e "2038: la rivolta", ricchi di spunti interessanti. L'ultimo è, naturalmente, Valerio Evangelisti che con il suo ciclo di Eymerich ha saputo portare la SF italiana laddove nessuno era riuscito ad arrivare.
| ... A me per essere sinceri è piaciuto anche il tuo commento off topic non condivido del tutto l'accostamento tra Ballard e Brussolo però è questa passione nel genere che cercavo quando mi sono iscritto a questo forum. P.s Sai che Samy Fayad è spesso rappresentato nei teatri napoletani? P.s 2: si Schatzing è molto hollywoodiano però "Il Quinto Giorno" condivido è fantastico.
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #11 data: 16 Dicembre 2013, 16:22:29 » |
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Citazione da: MILES VORKOSIGAN il 16 Dicembre 2013, 15:15:07
Di quelli menzionati da Max, ho letto solo 2 libri di Clarke , poi ho letto lo stupendo ciclo del vuoto di P. F. Hamilton, il meraviglioso dittico di C. Kapp La memoria dello Spazio e L'Arma del Caos, quel capolavoro che è Solaris di Lem, INRI di Moorcock che mi è bastato, un libro di I. Watson che lo lascio a chi ne è innamorato, ho finito ieri Vita con gli Automi di J. White un buon libro ma sinceramente vado controcorrente con gli altri commenti dei forumisti, ora sto leggendo Il Prefetto di Alastair Reynolds. Diciamo praticamente nulla. Poi volevo dire a Max che W. Tevis è statunitense, :) forse lui intendeva Karen Traviss ???
| Eh si Tevis è statunitense Grande Reynolds, condivido.
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #12 data: 16 Dicembre 2013, 18:23:01 » |
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No no, il Tevis che intendevo era proprio Walter con tutti i suoi "mimi" e "uomini che cadono sulla terra"... Mea culpa. Però in compenso mi ero completamente dimenticato di Moorcock che, a parte il delirante " I.N.R.I.", trovo uno scrittore molto valido. Consiglio " Il veliero dei ghiacci" e " Il corridoio nero" entrambi apparsi su Galassia. Ovviamente il mio apprezzamento è al netto della sua produzione in ambito fantasy di cui non ho letto nulla
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Re:quanto conosciamo della sf europea? « Rispondi #13 data: 17 Dicembre 2013, 14:28:33 » |
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Citazione da: maxpullo il 16 Dicembre 2013, 12:47:04 Ritorno nel topic con alcune altre segnalazioni. Innanzitutto quella riguardante il tedesco Frank Schatzing che, di recente, ho potuto apprezzare nel kolossal "Il quinto giorno": un po' troppo ricco di "effetti speciali" e di colpi di scena all'americana, ma assolutamente imperdibile. E poi, nell'ambito della SF europea non dobbiamo dimenticarci di quella nostrana che tanti capolavori ha saputo produrre nel corso degli anni. La voglio introdurre limitandomi a ricordare i miei quattro autori italiani preferiti. Il primo è Samy Fayad, semisconosciuto commediografo, scrittore e giornalista che negli anni '60 ha saputo regalarci due autentiche "perle" come "La collina di Hawotak" e "Ulix il solitario"; il secondo è Dario Tonani, il nostro "Dick nazionale", che con i suoi scritti ha letteralmente fondato il cyberpunk in Italia, regalandoci opere sensazionali come "Infect@" e "L'algoritmo bianco"; il terzo è invece Francesco Grasso, autore poco prolifico ma validissimo e che ha saputo scrivere due romanzi notevoli come "Al di là del muro" e "2038: la rivolta", ricchi di spunti interessanti. L'ultimo è, naturalmente, Valerio Evangelisti che con il suo ciclo di Eymerich ha saputo portare la SF italiana laddove nessuno era riuscito ad arrivare.
| Ciao a tutti, sono stato assente per un po' da questi lidi, ma ho tanti amici qui, per cui mi riaffaccio volentieri. Ringrazio Maxpullo per la citazione e le belle parole che mi hanno fatto molto piacere. E colgo l'occasione per augurare a tutti, di cuore, un sereno Natale e uno spumeggiante e fantascientifico 2014. Au revoir Cletus
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