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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | La Fantascienza in Generale | Discussione: a.sf. 2011/2012 - Programma annuale «prec succ»
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  Autore  Discussione: a.sf. 2011/2012 - Programma annuale  (letto 32054 volte)
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #150 data: 07 Marzo 2012, 17:36:10 »
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A puro titolo di curiosità.

La trilogia delle armi di Isher doveva entrare nella decima annata della mia collana ideale.
L'ho solo spostata più avanti per far posto a Brunner, Pohl e Blackburn...
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #151 data: 07 Marzo 2012, 18:04:08 »
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Citazione da: maxpullo il 07 Marzo 2012, 17:36:10

A puro titolo di curiosità.

La trilogia delle armi di Isher doveva entrare nella decima annata della mia collana ideale.
L'ho solo spostata più avanti per far posto a Brunner, Pohl e Blackburn...



Van Vogt è tra i miei preferiti ! Un grande !
Ma per apprezzarlo bisogna leggerlo col disincanto con cui si leggono le fiabe.

Un altro autore a me caro era un grande ammiratore di Van Vogt:  P.K.Dick
Ed un autore che ho scoperto da poco e che mi ha fulminato coi suoi 2 romanzi è anche lui molto "VanVogtiano": Colin Kapp.
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #152 data: 10 Marzo 2012, 11:04:08 »
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L'arma del Caos (The Chaos weapon, 1977) di Colin Kapp




Seconda parte del ciclo del Caos.


Colin Kapp mi ha letteralmente fulminato con 2 soli romanzi, cioè "La memoria dello spazio" (aka La galassia brucia) e questo "L'arma del Caos".

"L'arma del Caos" addirittura supera in bellezza il suo predecessore.

La scrittura di Kapp è fluida e mai pesante, le descrizioni efficaci e mai eccessive ne troppo lunghe o articolate, la narrazione è spedita ed il ritmo incalzante. Le bellissime idee e trovate si susseguono a ritmi incredibili (sopra tutte spicca la creazione di Talloth e Coul, gli Dei transdimensionali simbiotici).

Le splendide idee non prendono comunque il sopravvento sul personaggio, il quale/i resta il fulcro della vicenda. Ed anche in questo Kapp risulta essere molto VanVogtiano.

Infine alcune immagini non possono non lasciare a bocca aperta e splendidamente meravigliati ... e non accenno quali per non guastarvi la lettura !



Voto: 9  ... il massimo !!



(perchè 9 è il massimo che io abbia mai dato ad un romanzo di SF, perchè il 9,5 di "City" è una eccezione, perchè il 10 è , al momento, esclusiva di tal Jules Verne)
« Ultima modifica: 10 Marzo 2012, 11:05:47 di Arne Saknussemm » Loggato
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #153 data: 12 Marzo 2012, 12:08:00 »
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Le armi di Isher di Alfred Elton Van Vogt (The weapon shops of Isher, 1951)




Come "La guerra contro i Rull", anche questo romanzo è un fix-up composto da 3 storie:

-The See-Saw (1941)
-The weapon shop (1942)
-The Weapon shop of Isher (1949)

Le tre storie hanno subito qualche modifica e piccoli tagli e sono state inserite in frammenti creati ex-novo dall'autore.

Ho gia letto i 3 racconti qualche anno fà (e devo dire che "See-Saw" mi piacque molto, belli anche gli altri 2) , adesso mi cimento con il romanzo.

--------------------------------------

Bellissimo.
Certo, datato. Ma questo gli dà un aria da "favola fantascientifica".
Le ambientazioni sono molto belle, le idee sempre originali, particolari.
Molte cose vanno accettate e basta perchè Van Vogt non dà spigazioni scientifiche ma inventa a ruota libera (ed è certo meglio di tante spiegazioni pseudoscientifiche quasi incomprensibili!).
Utopia a piene mani: trasfigurazione della società americana, del capitalismo spietato, della distanza che separa i potenti dal mondo relae, dalla vita di tutti i giorni.
Frustrazione ed umiliazione del cittadino impotente che viene portato su e giu dalle onde di quel famoso mare che sta tra i dire ed il fare.

Leggere Van Vogt è sempre un'esperienza particolare...
Voto:  8
(Non vado sopra l'otto perchè il romanzo risente parecchio dell'opera di Fix-Up)
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #154 data: 10 Aprile 2012, 19:24:04 »
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Sto leggendo "Scrutare nel buio" di Philip K. Dick (aka "Un oscuro scrutare", A scanner darkly, 1977)






"Credo che questo romanzo sia un capolavoro, forse l'unico capolavoro che scriverò mai..."  (PKD)
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #155 data: 12 Aprile 2012, 12:01:54 »
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La caduta di Hyperion - Dan Simmons (The fall of Hyperion, 1990)





Quoto in pieno il commento di Francibass (vedi db).
Non l'ho trovato all'altezza del precedente. Troppo prolisso e ripetitivo nelle descrizioni, la prima metà del romanzo è davvero lenta...a volte pesante. Si riprende nella seconda parte anche se la conclusione lascia perplessi.
Dopo mille e passa pagine vorrei qualcosa di piu'... invece dobbiamo affidarci alle avare spiegazioni di Moneta, ai monosillabi di una IA ed ai (Trooooppi!) versi di Keats.
E che dire sulla "vera missione della vera voce dell'albero Het Masteen" ?? Non voglio spoilerare, ma si sfiora il ridicolo !
Manca la sperimentazione che tanto avevo apprezzato in "Hyperion".
Resta la maestria di Simmons, i bei dettagli (ma anche in questo "Hyperion" è nettamente superiore) ed il potere immaginifico del testo. E nonostante i difetti elencati resta comunque una gran bella lettura.
Leggero' sicuramente i 2 volumi seguenti.

Do un 7,5 che sarebbe stato 8 se il romanzo avesse avuto 200 pagine in meno !
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #156 data: 16 Aprile 2012, 09:05:42 »
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Citazione da: Arne Saknussemm il 10 Aprile 2012, 19:24:04

Sto leggendo "Scrutare nel buio" di Philip K. Dick (aka "Un oscuro scrutare", A scanner darkly, 1977)






"Credo che questo romanzo sia un capolavoro, forse l'unico capolavoro che scriverò mai..."  (PKD)


Dici picappaddì ????
Mmmm...
"Scrutare nel buio" sta mettendo a dura, durissima prova la mia sopportazione ....

(come si dice... "l'amore non è bello se non è litigarello" !! )
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #157 data: 16 Aprile 2012, 12:09:23 »
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Veramente un po' tutti i libri di Dick hanno messo alla prova la mia sopportazione... Le tre stimmate mi aveva irritato al punto che stavo per buttarlo via e pure La svastica sul sole è stato un po' irritante... il problema è che ti aspetti una linearità ed una trama che concluda qualcosa e non trovi nè l'uno nè l'altro. Poi però alla fine della lettura ti accorgi che hai letto qualcosa di diverso, qualcosa che ti ha fatto vedere la realtà in un altro modo: è come se ti aspettassi di leggere una storia ed invece ti ritrovi a guardare l'autore mentre la scrive e magari non la termina neppure, oppure ti sembra di esser diventato la matita che scorre sul foglio mentre viene fuori la scrittura... molti suoi libri sono vere e proprie esperienze extra-corporee, insomma quel che si dice: non importa la mèta ma il "viaggio"
Sulla scia dell'entusiasmo per questa scoperta ho apprezzato moltissimo Giù nella cattedrale e Scorrete lacrime, disse il poliziotto che sono altri due lavori abbastanza bizzarri e sconclusionati, ma che non si possono non leggere.

Ci sono poi le eccezioni: Tempo fuor di sesto, Ubik e Il cacciatore di androidi, che sono capolavori senza se e senza ma, in cui non solo c'è questo modo di "uscir fuori dalla realtà", ma c'è pure una trama e così li può apprezzare chiunque.
E tanto per far capire che non basta essere "Dickiani" per apprezzare Dick, aggiungo che ci sono pure i flop.
Mi hanno deluso infatti lavori come L'occhio nel cielo, Utopia andata e ritorno, I giocatori di Titano e in parte Dottor futuro: segno che non sempre gli strappi nella realtà, le improvvise epifanie ed i rovesciamenti di senso comune sortiscono sul lettore (in questo caso io stesso) l'effetto sperato.
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #158 data: 16 Aprile 2012, 13:54:25 »
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Citazione da: maxpullo il 16 Aprile 2012, 12:09:23

Veramente un po' tutti i libri di Dick hanno messo alla prova la mia sopportazione... Le tre stimmate mi aveva irritato al punto che stavo per buttarlo via e pure La svastica sul sole è stato un po' irritante... il problema è che ti aspetti una linearità ed una trama che concluda qualcosa e non trovi nè l'uno nè l'altro. Poi però alla fine della lettura ti accorgi che hai letto qualcosa di diverso, qualcosa che ti ha fatto vedere la realtà in un altro modo: è come se ti aspettassi di leggere una storia ed invece ti ritrovi a guardare l'autore mentre la scrive e magari non la termina neppure, oppure ti sembra di esser diventato la matita che scorre sul foglio mentre viene fuori la scrittura... molti suoi libri sono vere e proprie esperienze extra-corporee, insomma quel che si dice: non importa la mèta ma il "viaggio"
Sulla scia dell'entusiasmo per questa scoperta ho apprezzato moltissimo Giù nella cattedrale e Scorrete lacrime, disse il poliziotto che sono altri due lavori abbastanza bizzarri e sconclusionati, ma che non si possono non leggere.

Ci sono poi le eccezioni: Tempo fuor di sesto, Ubik e Il cacciatore di androidi, che sono capolavori senza se e senza ma, in cui non solo c'è questo modo di "uscir fuori dalla realtà", ma c'è pure una trama e così li può apprezzare chiunque.
E tanto per far capire che non basta essere "Dickiani" per apprezzare Dick, aggiungo che ci sono pure i flop.
Mi hanno deluso infatti lavori come L'occhio nel cielo, Utopia andata e ritorno, I giocatori di Titano e in parte Dottor futuro: segno che non sempre gli strappi nella realtà, le improvvise epifanie ed i rovesciamenti di senso comune sortiscono sul lettore (in questo caso io stesso) l'effetto sperato.

Dico la mia, più che altro per sfogarmi un attimo da questo maledettissimo hardware che devo programmare e che non funziona MAI (non per colpa del software)!!   A me, paradossalmente, Dick ha annoiato profondamente in quelli considerati i suoi romanzi "maggiori": Ubik, Stimmate, Androidi e più di tutti Svastica etc. Invece romanzi poco spacciati tipo Illusione di potere, Vulcano 3, Il disco di fiamma, l'uomo dei giochi a premio, Episodio temporale, Cronache del dopobomba, e parecchi racconti li ho graditi parecchio. Sarà che partivo con meno ambizioni e mi sono goduto l'insolita e caotica inquietudine che li pervade.
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #159 data: 16 Aprile 2012, 14:42:37 »
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Visto che se ne parla.....

Sono appena stato in libreria ed ho visto la biografia a fumetti di Dick....a parte che da quelle poche pagine che ho letto si evince che era un idiota....la cosa che più mi ha fatto incazzare è la faccia tosta con cui si vuole mangiare su uno di quei pochi autori sf che tirano....se penso che poi ci sono pure gli imbecilli che comprano una cosa del genere....brrr!

Ps è uscito il nuovo gargoyle extra....un romanzo sf di martin molto promettente.
« Ultima modifica: 16 Aprile 2012, 14:43:30 di DarkHorseman » Loggato
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« Rispondi #160 data: 16 Aprile 2012, 16:28:23 »
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Citazione da: DarkHorseman il 16 Aprile 2012, 14:42:37

Ps è uscito il nuovo gargoyle extra....un romanzo sf di martin molto promettente.


Lo hai visto in libreria ??
Perchè sul sito Gargoyle non risulta ancora (se non nel planning di 5 mesi fà. Planning che la casa editrice ha già rivoluzionato a febbraio ed a marzo) .
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« Rispondi #161 data: 16 Aprile 2012, 17:15:26 »
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Citazione da: Arne Saknussemm il 16 Aprile 2012, 16:28:23


Citazione da: DarkHorseman il 16 Aprile 2012, 14:42:37

Ps è uscito il nuovo gargoyle extra....un romanzo sf di martin molto promettente.


Lo hai visto in libreria ??
Perchè sul sito Gargoyle non risulta ancora (se non nel planning di 5 mesi fà. Planning che la casa editrice ha già rivoluzionato a febbraio ed a marzo) .


Si l'ho sfogliato...costa 16/17 euro
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« Rispondi #162 data: 16 Aprile 2012, 17:16:53 »
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Citazione da: maxpullo il 16 Aprile 2012, 12:09:23

Veramente un po' tutti i libri di Dick hanno messo alla prova la mia sopportazione... Le tre stimmate mi aveva irritato al punto che stavo per buttarlo via e pure La svastica sul sole è stato un po' irritante... il problema è che ti aspetti una linearità ed una trama che concluda qualcosa e non trovi nè l'uno nè l'altro. Poi però alla fine della lettura ti accorgi che hai letto qualcosa di diverso, qualcosa che ti ha fatto vedere la realtà in un altro modo: è come se ti aspettassi di leggere una storia ed invece ti ritrovi a guardare l'autore mentre la scrive e magari non la termina neppure, oppure ti sembra di esser diventato la matita che scorre sul foglio mentre viene fuori la scrittura... molti suoi libri sono vere e proprie esperienze extra-corporee, insomma quel che si dice: non importa la mèta ma il "viaggio"
Sulla scia dell'entusiasmo per questa scoperta ho apprezzato moltissimo Giù nella cattedrale e Scorrete lacrime, disse il poliziotto che sono altri due lavori abbastanza bizzarri e sconclusionati, ma che non si possono non leggere.

Ci sono poi le eccezioni: Tempo fuor di sesto, Ubik e Il cacciatore di androidi, che sono capolavori senza se e senza ma, in cui non solo c'è questo modo di "uscir fuori dalla realtà", ma c'è pure una trama e così li può apprezzare chiunque.
E tanto per far capire che non basta essere "Dickiani" per apprezzare Dick, aggiungo che ci sono pure i flop.
Mi hanno deluso infatti lavori come L'occhio nel cielo, Utopia andata e ritorno, I giocatori di Titano e in parte Dottor futuro: segno che non sempre gli strappi nella realtà, le improvvise epifanie ed i rovesciamenti di senso comune sortiscono sul lettore (in questo caso io stesso) l'effetto sperato.


E' vero: leggere un romanzo di Dick è una esperienza.
Esperienza straniante, illuminante, spiazzante.. ed è vero, il viaggio alla fine è piu' importante della meta.
Ma con Ubik, Stigmate e la svastica la lettura è sempre stata accompagnata dal piacere della lettura (al di là delle emozioni trasmesse dal romanzo ), da una voglia di riuscire ad andare "al di là" di cio' che si legge, da una serie di considerazioni e di astrazioni suggerite dalle pagine e dallo svolgersi degli eventi, da una partecipazione personale quasi intima all'esperienza...
Con "Un oscuro scrutare" ancora niente di tutto questo. Ed ho già letto 2/3 del romanzo.
Al momento non posso testimoniare nulla se non un po' di noia.
Ovviamente aspetto di finire il romanzo... chissà che Dick non metta a segno un altro dei suoi colpi "segreti".
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« Rispondi #163 data: 16 Aprile 2012, 20:02:49 »
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Citazione da: maxpullo il 16 Aprile 2012, 12:09:23

Veramente un po' tutti i libri di Dick hanno messo alla prova la mia sopportazione... Le tre stimmate mi aveva irritato al punto che stavo per buttarlo via e pure La svastica sul sole è stato un po' irritante... il problema è che ti aspetti una linearità ed una trama che concluda qualcosa e non trovi nè l'uno nè l'altro. Poi però alla fine della lettura ti accorgi che hai letto qualcosa di diverso, qualcosa che ti ha fatto vedere la realtà in un altro modo: è come se ti aspettassi di leggere una storia ed invece ti ritrovi a guardare l'autore mentre la scrive e magari non la termina neppure, oppure ti sembra di esser diventato la matita che scorre sul foglio mentre viene fuori la scrittura... molti suoi libri sono vere e proprie esperienze extra-corporee, insomma quel che si dice: non importa la mèta ma il "viaggio"


In riferimento ad un racconto dal titolo Faith of our fathers...

Era un racconto terribile. Quando lo aveva scritto, ne era abbastanza fiero. Rileggiendolo un anno più tardi, dopo la morte di Jm Pike Jr e quella di Maren, la sua impressione fu diversa. Era semplicemente terribile, ma in maniera diversa. Peggiore.
Vi facevano bella mostra tutti i suoi trucchi, quelle letture di cui scrivendo il proprio autoritratto aveva fatto sfoggio con ingenua soffisfazione, come se volesse bonariamente utilizzare per tutta la vita: il totalitarismo, l'idios, il koinos kosmos, le droghe pcicadeliche, la Realtà ultima, Dio. Il piccolo mondo di Dick.
Mancavano soltanto gli androidi, i simulacri. Per una buona ragione: l'intero racconto era un simulacro. Se un abile falsario avesse voluto scrivere alla maniera di Dick, un informatico realizzare un programma capace di scrivere come Dick, il risultato sarebbe stato simile a quello.
Eppure l'aveva scritto. Ed era proprio lui, magari non eccezionale, ma reale, autentico: Dick e non un androide messa all'insaputa di tutti al posto di Dick. Di questo era sicuro.
Si, ma se fosse stato un androide, ne sarebbe stato altrettanto sicuro. Avrebbe fatto esattamente lo stesso ragionamento da androide. E, accorgendosene, avrebbe avuto paura, perché era programmato per averne.
Tutto ciò non provava nulla, né in un senso né nell'altro, ma anche lui aveva paura.

Il testo di cui sopra è tratto dalla biografia di Dick, scritta da Carrère e penso sia ua bella risposta al tuo post.
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Re:a.sf. 2011/2012 - Programma annuale
« Rispondi #164 data: 20 Aprile 2012, 18:56:43 »
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Scrutare nel buio" di Philip K. Dick (aka "Un oscuro scrutare", A scanner darkly, 1977)






"Credo che questo romanzo sia un capolavoro, forse l'unico capolavoro che scriverò mai..."  (PKD)

Diciamo che non sono d'accordo con l'affermazione di Dick...

Ho fatto fatica per portare a termine la lettura di questo romanzo.
I classici temi dickiani affiorano qua e là ma fondamentalmente il romanzo è una sorta di autobiografia degli "anni '60" dello scrittore. La contestazione, la controcultura e sopratutto le droghe.
Dick riesce benissimo a farci calare nelle "storie" dei tossicomani che inevitabilmente sono assurde, scollegate dalla realtà, simili più alle favole che all'esperienza quotidiana, senza continuità... in un caleidoscopio di droghe ed in un vortice di paranoia. E per questo risulta una lettura un pò (molto) sconclusionata.
Il finale è davvero amaro, non triste ma sconsolante.
E la nota scritta da Dick in appendice non è da meno: parla di illusioni infrante, di gente "bruciata" e mostra un uomo disilluso, senza speranza, che non ripone nessuna fiducia nella società contemporanea, nel sistema.

Voto: 6
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