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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: I libri di Maxpullo «prec succ»
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  Autore  Discussione: I libri di Maxpullo  (letto 37111 volte)
Serena M. B.


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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #225 data: 24 Novembre 2014, 09:46:05 »
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Citazione da: waferdi il 23 Novembre 2014, 09:51:15


Citazione da: bibliotecario il 18 Novembre 2014, 18:10:36


Citazione da: bibliotecario il 14 Novembre 2014, 12:55:54

...
Due presi.
In arrivo per martedì prossimo, ti perdono l'infruttuosa ricerca in libreria per un bel autografo


Arrivati !
A primo acchito possiamo già dire che le dimensioni non lasciano indifferenti



Biblio, nemmeno col libro sotto gli occhi hai scritto il titolo giusto.
E' la prima volta che il Buco del Verme diventa un Buco Caldo Immagino che un buco nel terreno sia caldo di suo.
Correggi la scheda del libro, non capisco come nemmeno l'autrice si sia accorta dell'errore.



Rieccomi. :-)
Sono stata offline per diversi giorni... Leggo adesso tutti i vostri post.
Non è la prima volta che devo fare lo spelling del titolo, ma da quando è uscito Interstellar, i wormhole sono diventati "di moda", per così dire, e trovo in giro sempre più persone che conoscono il significato e l'origine del termine.
Sulla retrocopertina c'è un'illustrazione speculare in cui si vede lo sbocco sul lato "opposto", con la Terra, la Luna e la Via Lattea. C'è un video demenziale postato su richiesta (con relativi bloopers) in cui mostro le due illustrazioni realizzate per il primo volume da Stefano Decarli: https://www.facebook.com/video.php?v=858687397477087&set=vb.210575395621627&type=3&theater; (Ecco, con questo direi che Lady Machine Gun s'è giocata quel briciolo di reputazione che poteva esserle rimasto... LOL)


Serena
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #226 data: 25 Novembre 2014, 21:31:45 »
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Innanzitutto un doveroso grazie a Serena che è venuta a visitare queste nostre pagine, confermando ai miei occhi l'impressione di una autrice giovane, dinamica e - dote che personalmente apprezzo moltissimo - molto auto-ironica.
Devo dire che il materiale fornito è molto interessante e che presto o tardi intendo leggere anche gli altri libri della saga.
Brava Serena continua così!
  

Ma adesso...
adesso è il momento di riprendere con la rubrica!!!! Perchè siamo già indietro di due recensioni e questo non va affatto bene: per punirmi mi autoprescrivo un romanzo di Ian Watson da leggersi a tappe forzate
Ok. Fatto il mea culpa, vi "sparo" assieme le ultime due letture così mi rimetto in pari
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #227 data: 25 Novembre 2014, 21:42:55 »
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K.S. Robinson: buona la prima

Mi perdoni l'amico Arne per la battuta su Watson, ma dopo due letture "terrificanti" il buon Ian ha ormai preso stabilmente il posto di Zelazny e della Le Guin (redenti dopo le ultime letture) nella mia personale classifica della nefandezza.
Ma, mentre Watson proprio non lo sono riuscito a digerire, c'è un'altra pietanza dello "Chef Saknussemm" che ho trovato invece piuttosto gustosa: sto parlando di Kin Stanley Robinson, conosciuto attraverso le recensioni di Arne, e di cui ho apprezzato moltissimo la recente lettura di "Icehenge".



Iniziamo con il dire che se ci si aspetta una storia con finale a sorpresa questo romanzo finisce per essere una delusione: il mistero di Icehenge, infatti, esiste solo in parte e la verità che sta dietro la sua costruzione inizia ad intravedersi ben prima dell'intuizione del protagonista. Tirare in ballo come "colpevole" un personaggio mai nominato prima, poi, non è mai una buona idea e lascia in bocca un sapore di "artificioso" che gli rimane appiccicato fino al finale.
Ma se l'intreccio presenta questa ed altre ingenuità, è innegabile che l'affresco di storia futura regalatoci da K.S. Robinson sia tra i più suggestivi e poetici mai scritti: in un mondo in cui l'umanità ha praticamente raggiunto l'immortalità ed avrebbe tutti i mezzi per intraprendere la via delle stelle, l'uomo è costretto a rimanere "confinato" all'interno del sistema solare da una classe dirigente miope e reazionaria che non esita a ricorrere alla violenza per autoperpetuare il proprio potere e soffocare nel sangue ogni tentativo di ribellione.
Ed è in questo distopico palcoscenico che si muovono i protagonisti del romanzo, impegnati in una vicenda che abbraccia quasi 400 anni e suddivisa in tre trame assai diverse tra di loro, ma destinate ad intrecciarsi in maniera sorprendente: da un lato c'è l'odissea di Emma Weil, suo malgrado "eroina" di un gruppo di dissidenti decisi a sfidare il sistema ed a sacrificarsi per l'ideale di raggiungere le stelle; da un altro invece ci sono Hjalmar Nederland ed Edmond Doya, due studiosi che, con diverso approccio, diversa mentalità e diversi mezzi, tentano di risolvere il sorprendente enigma di fanta-archeologia insito in Icehenge, gigantesca costruzione megalitica posta su Plutone da mani ignote.
Senza ombra di dubbio la visione di Icehenge toglie il fiato e ci regala immagini indimenticabili, pregne di quel sense-of-wonder che pochi autori dopo Clarke hanno dimostrato di saper gestire: ed è proprio questa visione a rappresentare gran parte del fascino del romanzo. Lo sbarco su Plutone, l'arrivo al sito, le descrizioni dei monoliti e della luce solare che sorge e tramonta sul circolo di blocchi di ghiaccio, sono momenti di pura magia che da soli valgono la lettura.
Sicuramente l'intreccio avrebbe potuto esser gestito in modo migliore e, certamente, qualche ingenuità di meno sulla descrizione della società di semi-immortali avrebbe giovato al quadro complessivo, ma mai come in questo caso mi sento di "perdonare" queste piccole lacune e, con la visione di Ichenge scolpita nella mente e nel cuore, mi limito a dire: davvero un ottimo libro. Leggetelo.


E adesso sotto con "La notte del drive-in 3" di Lansdale
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #228 data: 25 Novembre 2014, 21:51:29 »
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Tra Dick e Tomas Milian...

Era da tempo che volevo leggere il seguito della saga di Lansdale sul mondo del Drive-in, ma non trovavo mai il coraggio di farlo, soprattutto perchè avevo trovato il secondo libro assai meno godibile e divertente del primo e temevo il tracollo.
Ebbene, mi sbagliavo: "La notte del drive-in 3", nonostante il titolo stupidino è un libro sorprendente, destinato a regalare emozioni straordinarie proprio nelle ultime pagine. Una raccomandazione: non leggetelo mentre siete in compagnia di altre persone.



Immaginatevi la scena: sono in una sala d'attesa dove delle persone stanno conversando del più e del meno mentre io sono immerso nella lettura. Ho appena finito di leggere un episodio in cui il protagonista parla di un amico sodomizzato con tutti i pantaloni da un dinosauro eccitato che poi lo divora prima di eiaculare, quando una signora vicino a me mi rivolge la parola: -E lei, così taciturno, che cosa sta leggendo?
- Un libro di fantascienza - replico io sperando di far cadere lì il discorso.
- Ah si, e di che parla? - mi chiede ancora lei.
Imbarazzato, borbotto: - Beh, di un gruppo di persone che esplorano un pianeta...
A questo punto chiudo il libro e mi dedico anche io alla conversazione per timore di dover dare altri particolari.
Ma, adesso, a mente fredda, mi domando tra me e me: cosa stavo effettivamente leggendo? Di che parlava il libro? Un lettore superficiale potrebbe affermare che questo romanzo è uno splatter puro e semplice, nemmeno troppo divertente, che rappresenta la degna conclusione di una trilogia all'insegna del grottesco e del rivoltante.
Eppure questa chiave di lettura non convince sino in fondo e soprattutto non la dice tutta sul libro: sotto la patina di picaresche e volgari disavventure narrate con linguaggio degno del miglior (peggior?) Tomas Milian, infatti, si scorge una trama ben ideata e si agitano i fantasmi di un mistero che attende da ben due volumi di essere risolto e spiegato in qualche maniera.
Ed il modo in cui Lansdale ci guida verso la soluzione dell'enigma, in maniera spontanea, leggera, scanzonata ha del magnifico e ci regala anche brani che non esito a definire indimenticabili: la scena del mondo dei Drive-in che si sfalda è semplicemente grandiosa, l'immagine del cielo che crolla e del sole che affonda del mare è vero e proprio un incubo ad occhi aperti e la "dickiana" spiegazione finale (una spiegazione quasi alla "Ubik"), per quanto semplicistica e scontata è l'unica in grado di giustificare tutti gli avvenimenti.
Lansdale in definitiva dimostra di aver ben compreso la lezione di P.K. Dick sulla realtà, sulla sua percezione e sui mondi onirici, ma, da bravo autore, la rielabora in maniera autonoma non solo nella forma, con la scelta di un linguaggio scurrile e sboccato ma molto efficace e di personaggi fracassoni e sopra le righe, ma anche e soprattutto nei contenuti: la morte del sognatore, infatti, non implica la fine del suo sogno (o del suo incubo) e, sprofondando attraverso infiniti stadi di coscienza che avvicinano progressivamente alla morte, la vita onirica del cervello può proseguire praticamente all'infinito.
Ottimo lavoro!


E adesso? Devo ancora decidere, vi farò sapere...  
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #229 data: 26 Novembre 2014, 09:27:59 »
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Citazione da: maxpullo il 25 Novembre 2014, 21:42:55








Sono contento che ti sia piaciuto ! E sono ancora più contento che ti sia piaciuto questo "Icehenge", opera che non ho ancora letto ma della quale ho sentito parlare come "il romanzo più acerbo di Robinson, ancora legato ai suoi esordi ed al suo periodo cyberpunk". Mi pare invece di capire che dietro ci sia molto di più...

Bene,mi hai convinto: lo leggerò prima di imbarcarmi in quel lunghissimo viaggio che è "Gli anni del Riso e del Sale".

(...quante cose ci sarebbero da tradurre di KSR, che peccato... dal nebula del 2012 "2312" all'ultimo della trilogia marziana, da "Galileo's dream" al recente "Aurora" ... tanta roba...è proprio per lui che sto pian pianino iniziando la lettura in lingua originale... )
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #230 data: 26 Novembre 2014, 10:02:32 »
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....ci sarebbe anche il secondo della trilogia marziana, se è per quello
oppure è stato tradotto e non ne so niente?
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #231 data: 26 Novembre 2014, 10:16:09 »
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Citazione da: zecca_2000 il 26 Novembre 2014, 10:02:32

....ci sarebbe anche il secondo della trilogia marziana, se è per quello
oppure è stato tradotto e non ne so niente?


Hai ragione...volevo dire l'ultimo del ciclo delle 3 californie ... e poi i 2 di Marte.
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #232 data: 26 Novembre 2014, 14:37:00 »
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Citazione da: maxpullo il 25 Novembre 2014, 21:31:45

Innanzitutto un doveroso grazie a Serena che è venuta a visitare queste nostre pagine, confermando ai miei occhi l'impressione di una autrice giovane, dinamica e - dote che personalmente apprezzo moltissimo - molto auto-ironica.
Devo dire che il materiale fornito è molto interessante e che presto o tardi intendo leggere anche gli altri libri della saga.
Brava Serena continua così!
  

Ma adesso...
adesso è il momento di riprendere con la rubrica!!!! Perchè siamo già indietro di due recensioni e questo non va affatto bene: per punirmi mi autoprescrivo un romanzo di Ian Watson da leggersi a tappe forzate
Ok. Fatto il mea culpa, vi "sparo" assieme le ultime due letture così mi rimetto in pari



Grazie a te, Max (Massimo? Massimiliano?). :-)

Ho letto con interesse la tua recensione. Lascio soltanto una nota riguardo ai personaggi "sopra le righe" e alle battute ironiche infilate in mezzo a situazioni drammatiche. Premessa: sono una giramondo, e nel corso dei miei numerosi viaggi fuori dal continente mi è capitato d'incontrare i soggetti più assurdi inseriti nelle situazioni e nei contesti più incredibili. Ti faccio un esempio.
Dopo aver scritto i primi due romanzi della saga, mi era capitato spesso di riflettere sul particolarissimo rapporto che si viene a creare fra una guardia del corpo e la persona che è chiamata a proteggere, quella che i mercenari chiamano semplicemente "client". Scrivendo dei due yikràm dell'Imperatore (se volete conoscerli, vi rimando ai due spin-off pubblicati sulla pagina Fb: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=838188976193596&id=210575395621627), avevo potuto soltanto immaginarlo, quel tipo di rapporto, ma a distanza di pochi anni mi sono ritrovata anche a viverlo, proprio nei panni del "client", e per pura coincidenza, quando lavoravo a Nassiriyah le mie due guardie del corpo (T. e Bear, mercenari del team d'élite della private security company più temuta del mondo) ricordavano moltissimo Liam e Micah.
Il primo era un bestione di due metri e dieci (peraltro strabico e rasato a zero), psicologo e paramedico del gruppo, con una lunga carriera come bodyguard per varie famiglie reali, un gigante (buono come il pane, per chi lo conosceva) dall'intelligenza acutissima e dall'ironia pungente che sapeva tutto di te ancor prima di averti parlato. Non portava a tracolla uno spadone high-tech come Liam, ma una Minimi da sette chili + munizioni ("Tanto non mi pesa"). :-D Un giorno mi disse "Ti proteggo a costo della pelle non perché sono pagato per farlo, ma perché ormai ti considero una buona amica". Lo adoravo.  
L'altro, T., era un giovanotto pel di carota con una lunga carriera alle spalle nell'assassinio mirato di signori della guerra in Africa e altrove. Non parlava volentieri dei suoi trascorsi (in particolar modo delle sue cicatrici), compresa l'occasione in cui il suo team, trovandosi sul posto, si offrì di disinnescare sul nascere il genocidio del Rwanda facendo fuori "chirurgicamente" i sobillatori, ma non ottenne l'autorizzazione dall'ONU e dovette restarsene lì assistendo alla mattanza senza far nulla. Caustico, stizzoso, era una mina innescata sempre pronta a esplodere, e ostentava un realismo darwiniano e un nihilismo micidiali; pretendeva da se stesso il possibile e l'impossibile, tenendosi tutto rigorosamente dentro, e sul lavoro era d'una precisione e una freddezza impressionanti. Il suo concetto di "tranquillo passatempo per il weekend" era la caccia grossa nella savana con l'arco compound, ma aveva anche un lato tenerissimo, sorprendentemente fragile e infantile, riservato alle pochissime persone che avevano la fortuna di diventare sue amiche e "rompere il guscio", per le quali penso che avrebbe sputato anche l'anima.
Molti dei loro colleghi erano morti, nel corso delle missioni precedenti, compresa la scorta precedente (falcidiata in un attentato "dimostrativo"): loro erano considerati i migliori, ed erano stati mandati giù per questo motivo. Erano matti quanto DEVE essere matto (nel bene o nel male) chiunque faccia il loro mestiere in paesi in guerra, e quando sapevano di stare rischiando davvero la pelle, il loro modo di venirci a patti erano proprio le battute, gli scherzi, il gusto del nonsense e l'ironia più dissacrante e fuori luogo possibile (Sparano tutto intorno? Vi getto una manciata di proiettili in mezzo ai piedi per vedere se sapete davvero gestire il panico; C'è un allarme "incoming"? Vado a farmi un birrino nel bar privato del team con l'insegna "Mortuary Affairs Office" raccattata fra le macerie di una battaglia precedente, razzi come porta-scottex, T-walls per sparare con le carabine a fine serata e vecchi bazooka, mortai e nastri di proiettili appesi al soffitto a mo' di decorazioni/festoni; È Halloween? Mi faccio trovare riverso nella doccia in un lago di sangue con un finto foro di proiettile in corpo... Il minimo sindacale perché qualcuno noti lo scherzo, dato il contesto).
Più si gironzola per il mondo (soprattutto lungo tratte poco battute), più ci si rende conto di quanto sia "normale" l'anormalità, e quanto varino le reazioni delle persone in condizioni di stress. Se vi sembra strano che Myriam tiri fuori un "Ho una fame dannata" nel bel mezzo di un inseguimento, pur non essendo un killer super-addestrato come T., vi assicuro che non lo è... ;-)

Saluti a tutti!
Lady Machine Gun



(T. e Bear durante un'esercitazione - foto a bassissima risoluzione perché non li si riconosca. In rete non esistono, e in pubblico usano soltanto i loro "nomi di battaglia".)



(Il baretto privato del team, che diventava uno shooting range in caso di torneini post-barbecue)



(T. m'insegna a sparare con il SIG - foto tagliata)    
« Ultima modifica: 28 Novembre 2014, 02:39:29 di Serena M. B. » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #233 data: 27 Novembre 2014, 23:43:49 »
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Citazione da: Serena M. B. il 26 Novembre 2014, 14:37:00

....


semplicemente: WOW




Citazione da: Arne Saknussemm il 26 Novembre 2014, 09:27:59


Citazione da: maxpullo il 25 Novembre 2014, 21:42:55








Sono contento che ti sia piaciuto ! E sono ancora più contento che ti sia piaciuto questo "Icehenge", opera che non ho ancora letto ma della quale ho sentito parlare come "il romanzo più acerbo di Robinson, ancora legato ai suoi esordi ed al suo periodo cyberpunk". Mi pare invece di capire che dietro ci sia molto di più...

Bene,mi hai convinto: lo leggerò prima di imbarcarmi in quel lunghissimo viaggio che è "Gli anni del Riso e del Sale".

(...quante cose ci sarebbero da tradurre di KSR, che peccato... dal nebula del 2012 "2312" all'ultimo della trilogia marziana, da "Galileo's dream" al recente "Aurora" ... tanta roba...è proprio per lui che sto pian pianino iniziando la lettura in lingua originale... )


Arne anch'io come te sono stato molto attratto da Gli anni del Riso e del Sale (comparso per magia in una libreria dell'usato che di solito non ha un tubo e preso a 7 euri ). Però...però devo anche leggere Costa dei Barbari/delle Palme di Robinson. E devo finire Tutti a Zanzibar la cui lettura è stata diluita tantissimo causa studio.
« Ultima modifica: 27 Novembre 2014, 23:44:18 di Andy Dufresne » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #234 data: 28 Novembre 2014, 19:55:23 »
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Citazione da: Serena M. B. il 26 Novembre 2014, 14:37:00


Grazie a te, Max (Massimo? Massimiliano?). :-)

Ho letto con interesse la tua recensione. Lascio soltanto una nota riguardo ai personaggi "sopra le righe" e alle battute ironiche infilate in mezzo a situazioni drammatiche. Premessa: sono una giramondo, e nel corso dei miei numerosi viaggi fuori dal continente mi è capitato d'incontrare i soggetti più assurdi inseriti nelle situazioni e nei contesti più incredibili. Ti faccio un esempio.
Dopo aver scritto i primi due romanzi della saga, mi era capitato spesso di riflettere sul particolarissimo rapporto che si viene a creare fra una guardia del corpo e la persona che è chiamata a proteggere, quella che i mercenari chiamano semplicemente "client". Scrivendo dei due yikràm dell'Imperatore (se volete conoscerli, vi rimando ai due spin-off pubblicati sulla pagina Fb: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=838188976193596&id=210575395621627), avevo potuto soltanto immaginarlo, quel tipo di rapporto, ma a distanza di pochi anni mi sono ritrovata anche a viverlo, proprio nei panni del "client", e per pura coincidenza, quando lavoravo a Nassiriyah le mie due guardie del corpo (T. e Bear, mercenari del team d'élite della private security company più temuta del mondo) ricordavano moltissimo Liam e Micah.
Il primo era un bestione di due metri e dieci (peraltro strabico e rasato a zero), psicologo e paramedico del gruppo, con una lunga carriera come bodyguard per varie famiglie reali, un gigante (buono come il pane, per chi lo conosceva) dall'intelligenza acutissima e dall'ironia pungente che sapeva tutto di te ancor prima di averti parlato. Non portava a tracolla uno spadone high-tech come Liam, ma una Minimi da sette chili + munizioni ("Tanto non mi pesa"). :-D Un giorno mi disse "Ti proteggo a costo della pelle non perché sono pagato per farlo, ma perché ormai ti considero una buona amica". Lo adoravo.  
L'altro, T., era un giovanotto pel di carota con una lunga carriera alle spalle nell'assassinio mirato di signori della guerra in Africa e altrove. Non parlava volentieri dei suoi trascorsi (in particolar modo delle sue cicatrici), compresa l'occasione in cui il suo team, trovandosi sul posto, si offrì di disinnescare sul nascere il genocidio del Rwanda facendo fuori "chirurgicamente" i sobillatori, ma non ottenne l'autorizzazione dall'ONU e dovette restarsene lì assistendo alla mattanza senza far nulla. Caustico, stizzoso, era una mina innescata sempre pronta a esplodere, e ostentava un realismo darwiniano e un nihilismo micidiali; pretendeva da se stesso il possibile e l'impossibile, tenendosi tutto rigorosamente dentro, e sul lavoro era d'una precisione e una freddezza impressionanti. Il suo concetto di "tranquillo passatempo per il weekend" era la caccia grossa nella savana con l'arco compound, ma aveva anche un lato tenerissimo, sorprendentemente fragile e infantile, riservato alle pochissime persone che avevano la fortuna di diventare sue amiche e "rompere il guscio", per le quali penso che avrebbe sputato anche l'anima.
Molti dei loro colleghi erano morti, nel corso delle missioni precedenti, compresa la scorta precedente (falcidiata in un attentato "dimostrativo"): loro erano considerati i migliori, ed erano stati mandati giù per questo motivo. Erano matti quanto DEVE essere matto (nel bene o nel male) chiunque faccia il loro mestiere in paesi in guerra, e quando sapevano di stare rischiando davvero la pelle, il loro modo di venirci a patti erano proprio le battute, gli scherzi, il gusto del nonsense e l'ironia più dissacrante e fuori luogo possibile (Sparano tutto intorno? Vi getto una manciata di proiettili in mezzo ai piedi per vedere se sapete davvero gestire il panico; C'è un allarme "incoming"? Vado a farmi un birrino nel bar privato del team con l'insegna "Mortuary Affairs Office" raccattata fra le macerie di una battaglia precedente, razzi come porta-scottex, T-walls per sparare con le carabine a fine serata e vecchi bazooka, mortai e nastri di proiettili appesi al soffitto a mo' di decorazioni/festoni; È Halloween? Mi faccio trovare riverso nella doccia in un lago di sangue con un finto foro di proiettile in corpo... Il minimo sindacale perché qualcuno noti lo scherzo, dato il contesto).
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Saluti a tutti!
Lady Machine Gun

...    


Caspita! Non hai bisogno di fare tanto sforzo, per scrivere un romanzo. Basta leggere il tuo post e già quello sembra un romanzo d'avventura...


Complimenti!
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« Rispondi #235 data: 29 Novembre 2014, 08:54:18 »
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Citazione da: Andy Dufresne il 27 Novembre 2014, 23:43:49





Arne anch'io come te sono stato molto attratto da Gli anni del Riso e del Sale (comparso per magia in una libreria dell'usato che di solito non ha un tubo e preso a 7 euri ). Però...però devo anche leggere Costa dei Barbari/delle Palme di Robinson. E devo finire Tutti a Zanzibar la cui lettura è stata diluita tantissimo causa studio.


Il duo delle Californie è molto bello (il terzo purtroppo non è mai stato tradotto) !!
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« Rispondi #236 data: 30 Novembre 2014, 08:37:53 »
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...ma in realta non sono in alcun modo connesis vero?
oppure nel 3o si scopre un legame?
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« Rispondi #237 data: 09 Dicembre 2014, 22:40:34 »
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Tra Doyle e Wells...

Pensavate che avessi smesso di leggere, eh?
Ed invece semplicemente non ho più aggiornato il mio profilo...
Però ho letto una cosa davvero carina: "La guerra dei mondi di Sherlock Holmes" dei due Wellman. Padre e figlio si sono messi letteralmente a "pasticciare" con la storia di Herbert George Wells ed i personaggi di Arthur Conan Doyle e ne è uscito fuori un racconto molto interessante.



Questo romanzo può essere visto come un simpatico omaggio a Sir Arthur Conan Doyle che, attraverso una rivisitazione del capolavoro di H.G. Wells, ci "rivela" il contributo dato alla guerra dei mondi da due suoi grandi protagonisti: Sherlock Holmes ed il professor Challenger.
La narrazione è fluida e la storia è accattivante; sicuramente va dato merito ai due autori di aver saputo ridar vita alle due creature più famose di Conan Doyle, dando l'impressione di saperne gestire carattere e personalità quasi meglio del loro ideatore.
I due Wellman hanno inoltre il merito di aver saputo "rivisitare" il romanzo di Wells (omaggiando implicitamente questo padre fondatore della fantascienza) non soltanto per evidenziarne l'ipotetico ruolo di Holmes e Challenger nella vicenda, ma anche e soprattutto per aver saputo inventare motivazioni e spiegazioni mancanti nel lavoro originale: l'origine degli "invasori", i loro obiettivi ed il loro modus operandi appaiono in finale chiarissimi, quasi spontaneamente e senza alcuna forzatura interpretativa del lavoro di Wells.
L'unica pecca sta secondo me nella scelta assai fuorviante del titolo che avrebbe dovuto essere "George Challenger's War of the Worlds", visto che tra i due personaggi è il pompatissimo professore a dominare l'azione per gran parte della narrazione ed a fare le scoperte più importanti sugli invasori. Holmes, pur nel suo consueto splendore deduttivo, si limita quasi al ruolo di comparsa, apparendo assai meno calato nella vicenda rispetto al suo "alleato".
A mio avviso si tratta in definitiva di una lettura interessante e godibile che probabilmente riesce a conciliare ed a mettere d'accordo tanto i fan di Wells quanto quelli di Conan Doyle.


E adesso il richiamo dell'horror si fa talmente forte che per qualche giorno rinuncerò all'adorato e-reader per tuffarmi nella lettura di "Dagon", freschissima uscita della neo(ri)nata collana Urania horror.
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #238 data: 10 Dicembre 2014, 08:42:28 »
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Ah, ah... L'ultimo Urania horror... L'ho appena finito...  Sono molto curioso delle tue impressioni! Nel libro vi sono però due romanzi, spero che tu legga anche quello di Di Marino!
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Re:I libri di Maxpullo
« Rispondi #239 data: 10 Dicembre 2014, 09:29:58 »
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Citazione da: zecca_2000 il 30 Novembre 2014, 08:37:53

...ma in realta non sono in alcun modo connesis vero?
oppure nel 3o si scopre un legame?


Le storie sono leggibili singolarmente, il concetto che sottende il tutto è uno solo. Sono 3 what if, se cosi vogliamo dire, che alla fine danno una visione univoca dell'uomo e del suo destino. Destino che è nelle sue mani.

Scusa per l'OT Max
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