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Discussione: I libri di Maxpullo 2011 (letto 18425 volte) |
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Re:I libri di Maxpullo 2011 « Rispondi #15 data: 06 Febbraio 2011, 18:27:16 » |
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Quando arrivano i bebèUno dei luoghi comuni più diffusi è quello secondo cui, quando in casa arriva un neonato, è finita la libertà e non c'è più tempo per se stessi e per le proprie passioni. Nulla di più falso: è vero che da quando ho iniziato a scrivere questa pagina mi sono dovuto interrompere almeno una quindicina di volte per rimettere il ciuccio ad Arianna e per dare la poppata pomeridiana a lei ed alla sorellina Silvia, ma è vero anche che il tempo di scriverla c'è stato eccome. E poi, ad onor del vero, va detto anche se, senza i loro strilli ed il loro bisogno di essere accudite, non avrei mai avuto l'ispirazione per questa scheda... ma andiamo con ordine. Se la lettura di " Universo" ha accompagnato le ore che precedevano il parto, è stato un altro ottimo romanzo di Heinlein a scandire il tempo di un altro grande evento: l'arrivo a casa delle due bimbe. Sto parlando di " Una famiglia marziana", Urania Classici 82, la cui lettura si è irrimediabilmente intrecciata con tutte le attività cui deve far fronte ogni coppia di neo-genitori. Di seguito il commento (al libro, non alle attività). | | Senza dubbio originale la scelta di raccontare una storia attraverso il diario di una adolescente ed il rischio di cadere nella farsa (visto che a scrivere è in trealtà un uomo adulto) è elevatissimo, ma Heinlein riesce a condurre il gioco in modo superbo, e, con una narrazione molto naturale ci regala una lettura gradevole, mai forzata e molto interessante. Gli interludi arricchiscono la vicenda di ulteriori significati ed il finale, assolutamente inatteso e, per certi versi, drammatico, getta una luce completamente nuova su tutto il libro, rendendolo un classico davvero sui generis. L'unica nota stonata, a mio parere, è una certa sottile vena di "maschilismo" che mi è parso di veder affiorare qua e là nella lettura: la giovane protagonista, infatti, non soltanto è sempre invariabilmente sconfitta durante i confronti con il fratello, assai più furbo ed intelligente di lei per sua stessa ammissione, ma, durante il corso della trama, finirà autonomamente per "prendere atto" del fatto che il suo sogno di diventare comandante di una astronave mal si sposa non soltanto con i costumi della sua società, ma anche con le sue stesse pulsioni. Il suo desiderio di emergere e di dimostrare il suo valore si scioglie come neve al sole di fronte alla vista di bebè bisognosi di cure ed affetto e la nostalgia del fratellino Duncan sembra a tratti prevalere sul suo sogno di visitare i mondi fuori da Marte. Insomma: a mio avviso è come se il buon Heinlein avesse cercato di dimostrarci che è naturale per una donna desiderare certe cose e che se l'irruenza dell'adolescenza talvolta può indurre sogni di grandezza, poi ci penserà la natura a rimettere le cose al loro giusto posto. Nonostante questa chiave di lettura poco simpatica (frutto però forse solo di mie personali considerazioni), questo rimane un libro da leggere e da annoverare tra i capisaldi della fantascienza. |
Vista la situazione, quindi, è perfettamente normale che il ricordo di questo libro rimarrà per sempre legato alle prime poppate, alle prime colichette notturne (il primo che scoprirà perchè le colichette arrivino solo dopo il tramonto vincerà il nobel) ed ai primi cambi di pannolini; inoltre devo dire che ho trovato assolutamente appropriate alle circostanze di lettura le vicende della giovane protagonista alle prese con i lattanti e posso archiviare la coincidenza di leggere cose simili proprio mentre mi stavano accadendo assieme alle tante altre capitatemi in passato. L'ultimo motivo di lieta sorpresa che ha accompagnato questa lettura è stato lo scoprire che, nonostante i luoghi comuni e nonostante il notevole impegno quotidiano, il tempo per leggere c'è ancora. Ed anche quello per scrivere recensioni ogni tanto.
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Re:I libri di Maxpullo 2011 « Rispondi #17 data: 07 Febbraio 2011, 22:17:52 » |
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Un anno di 13 mesi...Con la scorsa scheda abbiamo dato ufficialmente l'addio al 2010 e possiamo dire concluse le commemorazioni di un anno che, anche senza averlo ancora vissuto, non ho esitato a definire sin dall'inizio "un anno speciale". Ma per poter iniziare davvero il nuovo corso della rubrica è necessario compiere ancora un ultimo rito: la pubblicazione dell'e-book del 2010. Questo. Manca la copertina, qualche link è da sistemare e quasi certamente conterrà un numero imprecisato di strafalcioni ed orrori ortografici, ma sento che se non lo pubblico ora non lo pubblico più, per cui eccovi qui il mio diario di letture del 2010, completo di tutte le sciocchezze che mi è balenato in testa di scrivere nel forum e di una appendice dedicata ad un autore straordinario: James Graham Ballard. Con questo post, dopo soli 13 mesi, si conclude un anno davvero speciale. Buona lettura Maxpullo
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Re:I libri di Maxpullo 2011 « Rispondi #18 data: 08 Febbraio 2011, 10:48:47 » |
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Citazione da: maxpullo il 07 Febbraio 2011, 22:17:52 Un anno di 13 mesi...
Con la scorsa scheda abbiamo dato ufficialmente l'addio al 2010 e possiamo dire concluse le commemorazioni di un anno che, anche senza averlo ancora vissuto, non ho esitato a definire sin dall'inizio "un anno speciale". Ma per poter iniziare davvero il nuovo corso della rubrica è necessario compiere ancora un ultimo rito: la pubblicazione dell'e-book del 2010. Questo. Manca la copertina, qualche link è da sistemare e quasi certamente conterrà un numero imprecisato di strafalcioni ed orrori ortografici, ma sento che se non lo pubblico ora non lo pubblico più, per cui eccovi qui il mio diario di letture del 2010, completo di tutte le sciocchezze che mi è balenato in testa di scrivere nel forum e di una appendice dedicata ad un autore straordinario: James Graham Ballard. Con questo post, dopo soli 13 mesi, si conclude un anno davvero speciale.
Buona lettura Maxpullo
| Grazie Ma la copertina arriverà, vero? Un abbraccio Lucky
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Appena letto: Letto in parte: |
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Re:I libri di Maxpullo 2011 « Rispondi #20 data: 08 Febbraio 2011, 13:07:17 » |
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Re:I libri di Maxpullo 2011 « Rispondi #21 data: 08 Febbraio 2011, 13:08:29 » |
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Re:I libri di Maxpullo 2011 « Rispondi #25 data: 08 Febbraio 2011, 13:56:51 » |
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Re:I libri di Maxpullo 2011 « Rispondi #26 data: 11 Febbraio 2011, 10:58:32 » |
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Aveva ragione Ray BradburyQualche tempo fa il mio giudizio non proprio entusiastico su " Cristalli sognanti" di Theodore Sturgeon suscitò qualche perplessità ed è per questo motivo che mi sono accostato ad un altro classico di questo autore con molta cautela. Prima di avventurarmi nella lettura di " Venere più X", Urania classici 122, quindi, ho provato prima a capire meglio che tipo fosse questo Sturgeon e se davvero la favoletta circense dei cristalli viventi fosse la sua storia migliore e mi sono letto l'introduzione di Mauro Gaffo in apertura di questo nuovo libro. Ed è stato proprio grazie ad una frase riferita a Ray Bradbury e riportata in questa introduzione se non ho abbandonato subito la lettura e precisamente mi riferisco all'aneddoto secondo cui Bradbury giudicava i lavori di Sturgeon talmente interessanti da sentire il dovere di "smontarli" per "capire come funzionassero". | | A dire il vero, dopo un clamoroso sonno sulle prime pagine confuse e noiose fino alla noia ero arrivato al punto di dubitare della sanità mentale del buon Ray, ma proseguendo nella lettura ho maturato alla fine un giudizio molto differente che riporto qui di seguito.
Questo romanzo non è di semplice lettura nè di semplice interpretazione. Sebbene, infatti, la banalità e l'inconsistenza della storia narrata, abbiano del ridicolo, immediatamente dopo la lettura ci si accorge che il vero intento dell'autore non è quello di divertire, intrattenere o di raccontare, quanto piuttosto quello di indurre una serie di intelligenti riflessioni su due argomenti piuttosto scomodi quali il sesso e la religione. Questo romanzo non è dunque una vera e propria storia di fantascienza, ma bensì uno scritto cui la bravura dell'autore ha saputo infondere un qualcosa di unico, quasi una sorta di formula magica capace di veicolare il suo pensiero e la sua visione del mondo attraverso il tempo e di portare la mente del lettore a lavorare ad un livello inconscio più che ad apprezzare la trama che sta leggendo. Durante la lettura, infatti, se non ci si lascia subito sopraffare dalla noia mortifera della storia e si prosegue fino in fondo, ci si accorgerà che, pagina dopo pagina, il quadro dipinto da Sturgeon si fa via via più chiaro e che il pensiero dell'autore traspare alla fine in maniera limpida oggi come all'epoca della sua stesura. Non sarà un capolavoro, ma rimane un'opera inconsueta e originale, in grado di gettare un ponte tra la fantascienza e la filosofia. |
Certo non mi metterò a "smontare" questo romanzo per cercare di capire come funziona, perchè mi basta sapere che funziona comunque e che alla fine ti fa guardare all'argomento sesso in modo completamente diverso da come si è abituati a fare, ma piuttosto è importante notare come, alle volte, uno stile inconsueto ed un modo di raccontare "differente dalla norma" possano far si che un romanzo discreto venga considerato, invece, una boiata, come è accaduto al povero " Venere più X", che, nell'edizione più diffusa di Urania Collezione è stato letteralmente sommerso da una serie di votacci e sberleffi che assolutamente non merita. Bravo Sturgeon, ma bravo anche Bradbury a saper andare "oltre" la trama.
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Re:I libri di Maxpullo 2011 « Rispondi #28 data: 14 Febbraio 2011, 16:49:43 » |
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Gli estranei: introduzione
Qualcuno è naufragato sul nostro pianeta e magari cerca solo un rifugio per poter sopravvivere; qualcun'altro è stato mandato in avanscoperta dalla sua razza per spiarci e per preparare una invasione; qualcuno ancora è un illegittimo "figlio delle stelle" (con tutto ciò che questo comporta); qualcuno è semplicemente "diverso" da noi in un modo misterioso che non si riesce a spiegare (e magari non ha senso farlo); qualcuno, infine, è diventato "diverso" da noi in seguito ad un esperimento. Hanno una sola cosa in comune: il loro aspetto esteriore è quello di veri e propri esseri umani perchè se c'è una cosa che tutti costoro hanno ben chiaro sin dall'inizio è che con l'uomo non si scherza. Mai. In questa nuova scheda multipla, che giaceva da anni nel calderone delle idee inespresse delle mia mente, intendo presentare una serie di romanzi il cui protagonista, buono o malvagio che sia, cela la sua vera identità sotto fattezze umane, nascondendo la sua vera natura e, spesso, i suoi veri scopi. Si tratta di libri molto differenti tra loro per trama e stile, ma che condividono l'idea di solitudine e di "alienità" di chi è diverso, di chi è estraneo ai suoi simili, al suo mondo ed ai suoi tempi: qualcuno è una vittima, qualcuno uno spietato carnefice, ma tutti loro senza eccezione si nascondono dall'uomo perchè conoscono il suo istintivo odio per i diversi e la sua frenetica volontà di distruggere ciò che non comprendono. E, sebbene il loro aspetto gli consenta presso gli umani una maggior fortuna del celebre, repellente "Outsider" di Lovecraft, sanno che questo è un vantaggio minimo e che la loro sorte è sempre in bilico.
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Re:I libri di Maxpullo 2011 « Rispondi #29 data: 14 Febbraio 2011, 16:50:25 » |
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Gli estranei: troppo umanoTra i romanzi che trattano il tema dell'alieno che si cela sotto fattezze terrestri, il più celebre è senza dubbio " L'uomo che cadde sulla Terra" di Walter Tevis, Urania 694, un libro delicato ed amaro allo stesso tempo che, a dire il vero, ho dovuto rileggere più volte prima di riuscire ad apprezzare, pur se con qualche riserva. La grande "fortuna" dell'estraneo qui protagonista è quella di avere una struttura fisica per gran parte identica a quella umana e di poter contare su una profonda conoscenza della psicologia terrestre: saranno proprio queste due armi a consentirgli di arrivare molto vicino al suo scopo, anche se, alla fine, sarà proprio un eccesso di "assimilazione" all'uomo ed ai suoi valori a causare la sua rovina, quasi che la "caduta" cui si accenna nel titolo sia di natura morale piuttosto che fisica. | | Dopo una seconda lettura del romanzo mi sento di dire che si tratta senza ombra di dubbio di un bel libro anche se, a mio avviso, eccessivamente sopravvalutato nel corso degli anni, visto anche l'abnorme e ingiustificato proliferare di ristampe e riedizioni. Il pregio maggiore del romanzo è, secondo me, quello quello di riuscire a rendere quasi tangibile l'alienità del protagonista, riuscendo a caratterizzarlo in modo praticamente perfetto nella sua condizione di esule, di pària e di reietto, incaricato di una missione delicata il cui esito è appeso ad un filo sottilissimo. Viceversa mi sono sembrate leggermente fuori luogo, o almeno non sviluppate in modo adeguato, quelle che la quarta di copertina indica come "risonanze evangeliche": l'idea, infatti, di accostare la venuta di Newton sulla Terra alla storia del Cristo, pur non essendo priva di una certa suggestione, rimane in sospeso per tutto il testo ed appare più una forzatura che non una idea ben chiara e sviluppata nella mente dell'autore. Altro grosso difetto del libro è quello di presentarci una storia che, soprattutto nelle fasi finali, si fa grossolana e poco credibile: difficile infatti credere che FBI e CIA si accontentino di agire nei confronti di Newton, dei suoi amici e della sua missione, con la "leggerezza" che traspare dal testo, difficile cioè immaginare che l'antheano possa infine cavarsela così quasi a "buon mercato". Ma forse la vera forza del romanzo è proprio questa: nel riuscire cioè a narrare una storia crudele e delicata allo stesso tempo (per citare di nuovo la quarta di copertina), in cui non c'è un vero e proprio finale ed in cui, in definitiva, tutti risultano perdenti, gli antheani perchè destinati all'estinzione, Newton perchè ha fallito (o voluto fallire) e l'umanità perchè ha perduto la sua occasione di "redimersi" e di scongiurare l'apparentemente inevitabile olocausto atomico. Incomprensibili le discrepanze tra la storia narrata nel libro e la sceneggiatura del film. |
Nonostante qualche leggerezza nella trama, tuttavia, questo romanzo ha la capacità di rimanere impresso nella mente e di suscitare emozioni anche per come l'autore ha saputo "vestire" la vicenda; personalmente quindi lo considero un romanzo discreto, ma attribuisco gran parte della sua fortuna al film che Nicolas Roeg ne ha tratto nel 1976, affidando le fattezze del protagonista alla celebre pop-star David Bowie. Certamente un classico da leggere con un messaggio che fa riflettere.
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