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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: I Libri di Maxpullo 2010 «prec succ»
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  Autore  Discussione: I Libri di Maxpullo 2010  (letto 150757 volte)
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #255 data: 30 Settembre 2010, 23:42:08 »
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Resident evil, la saga infinita - quinta parte

Il sesto romanzo della Perry, "Codice Veronica", Urania Resident Evil 6, non soltanto è l'ultimo volume della saga apparso come supplemento ad Urania, ma, a mio avviso, è anche il più deludente.

   Tratto dall'ominimo videogame (il quarto della serie originale), questo romanzo non ha davvero nulla di speciale e soprattutto non racconta nulla di nuovo.
Come al solito c'è molta azione, ma, differentemente dai capitoli precedenti si avverte una paurosa mancanza di fantasia nell'autrice (che potrebbe in effetti derivare da una mancanza di fantasia da parte degli auotri del videogioco): sebbene infatti la doppia ambientazione nell'isola dell'Umbrella e nella base polare suggerisca il giusto background per una serie scoppiettante di creature e di trappole come accadeva ne "L'orrore sotterraneo", qui non c'è nulla di simile e gli "upgrade" dei mostri già presentati negli altri libri appaiono piuttosto delle inutili forzature e in definitiva lasciano un po' il tempo che trovano.
Anche la storia dei due fratelli gemelli non riesce a dare la giusta verve al romanzo che si trascina così in modo quasi scontato verso lo scialbo finale, rappresentando quindi un episodio assolutamente inutile e trascurabile nell'economia della saga. Un romanzo discreto se vogliamo, ma anche deludente rispetto allo standard degli altri 5.
Una ulteriore nota di demerito, a mio parere, è dovuta alle informazioni false riportate nella quarta di copertina: chi l'ha redatta non solo non ha mai letto il libro, ma quasi certamente ignorava quasi del tutto la continuity della vicenda. Questo romanzo, infatti, non si colloca tra "Caliban cove" e "La città dei morti" come suggerito da chi ha redatto la trama, ma bensì costituisce il naturale proseguimento dell'avventura immediatamente dopo "L'orrore sotterraneo" ed è quindi corretto leggerlo nella sequenza di pubblicazione.

Ma se il deludente "Codice Veronica" rappresenta (sinora) la parola fine all'avventura di Resident Evil all'interno collana Urania, la saga può dirsi tutt'altro che conclusa da questa scialba vicenda.
Già nel 2002, infatti, appena due anni dopo "Codice Veronica", la coppia vincente Capcom/Perry si presenta nuovamente al grande pubblico con una nuova avventura e relativa novelization: si tratta di "Resident Evil: Zero Hour", tratto dal videogioco "Resident Evil 0" e destinato a rivelare una serie di retroscena sull'universo di Resident Evil, riprendento eventi e situazioni antecendenti "Tyrant il distruttore". Il volume è ancora inedito in Italia.
Ma si tratta del classico "canto del cigno" perchè, dopo quest'ultima apparizione, la Perry esce di scena e smette di scrivere le sue novelization e così la saga, proseguita sui videogame con altre 5 uscite, finisce per separarsi in modo definitivo dal mondo letterario percorrendo un sentiero parallelo e non sempre lineare, con diverse uscite che rivisitano retrospettivamente le vicende del passato ed altre che, pur rimanendo agganciate all'universo di Resident Evil, si disconstano dalla serie principale per ambientazione, personaggi situazioni.
L'eredità della Perry è stata, in seguito, raccolta da due autori giapponesi: Tadashi Aizawa e Suiren Kimura, il primo ha proseguito la saga letteraria con "Resident Evil: Rose Blank" del 2006, mentre il secondo nel 2007 ha scritto "Resident Evil: Todliche Freiheit", entrambi inediti in Italia. Di seguito le copertine dei tre volumi sinora inediti.


La terza componente dell'universo di Resident Evil (dopo videogame e libri) è rappresentata dal ciclo dei film che, al momento, consta di cinque titoli (uno dei quali interamente in computer grafica). La vicenda cinematografica è, a mio avviso, quella più convincente all'interno della saga, per due motivi: innanzitutto per la sua spettacolarità, in secondo luogo perchè, sebbene intricata come i videogame ed i romanzi, risulta alla fine più lineare e ben narrata.

    
Di seguito l'elenco dei titoli sinora usciti nelle sale con l'anno di produzione:

    * Resident Evil (2002)
    * Resident Evil: Apocalypse (2004)
    * Resident Evil: Extinction (2007)
    * Resident Evil: Degeneration (2008)
    * Resident Evil: Afterlife (2010)

I primi due film della serie sono stati, inoltre, oggetto di novelization da parte dello scrittore statunitense Keith R. A. De Candido il quale ha pubblicato "Resident Evil: Genesis" e "Resident Evil: Apocalypse" le cui copertine sono riportate a fianco.

E mentre l'universo di Resident Evil prosegue la sua inarrestabile espansione arricchendosi di videogame, libri tratti dai videogame, romanzi originali, film, film tratti dai libri e viceversa, questa scheda si chiude qui (per il momento).
« Ultima modifica: 01 Ottobre 2010, 07:15:27 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #256 data: 01 Ottobre 2010, 07:50:47 »
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Citazione da: maxpullo il 30 Settembre 2010, 23:42:08

nel 2007 ha scritto "Resident Evil: Todliche Freiheit", entrambi inediti in Italia.


mamma mia, Max, non appendere maaai la rubrica al chiodo! chiederemo all'Onu di varare una Dichiarazione dei diritti degli UMini. Art. 1: "Il diritto a leggere I libri di Maxpullo è inalienabile..."

volevo solo aggiungere la traduzione di Tödliche Freiheit = Libertà letale.
e la cover mi piace un sacco.
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #257 data: 01 Ottobre 2010, 07:58:59 »
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la creazione di ibridi mostruosi in laboratori segreti è un tema antico. tra gli esempi recenti forse più interessanti, c'è la saga fantasy del Mondo Emerso di Licia Troisi. vari "bei mostri" si vedono nel volume:

« Ultima modifica: 01 Ottobre 2010, 07:59:28 di dhr » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #258 data: 01 Ottobre 2010, 16:05:27 »
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Citazione da: dhr il 01 Ottobre 2010, 07:50:47


mamma mia, Max, non appendere maaai la rubrica al chiodo! chiederemo all'Onu di varare una Dichiarazione dei diritti degli UMini. Art. 1: "Il diritto a leggere I libri di Maxpullo è inalienabile..."

...


Se ne può parlare... ma non si fanno anticipazioni: chi vivrà vedrà


PS
Le mie letture sono ferme da ormai due settimane: per un po' dovrò vivere di rendita ma non preoccupatevi, di materiale buono ce ne sta ancora
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #259 data: 02 Ottobre 2010, 14:26:29 »
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Due pianeti targati Murray Leinster

Tra le letture della scorsa estate ce ne sono state due in particolare che mi hanno favorevolmente impressionato e che ci tenevo a ricordare in questi ultimi scampoli della rubrica di quest'anno.
Si tratta di due storie accumunate dal titolo simile e dal fatto di esser state scritte da Murray Leinster in quello che potremmo definire il periodo "pionieristico" della fantascienza, un periodo d'oro in cui non era importante specificare il dove, il quando o addirittura il perchè, ma in cui era invece sufficiente lasciar spaziare la fantasia per immaginare mondi lontani e straordinarie avventure, un periodo in cui nulla era ancora stato scritto ed in cui ogni trovata aveva l'indubbio sapore dell'originalità.
Al giorno d'oggi i lettori si sono fatti forse più smaliziati e meno propensi ad apprezzare storie di mostri, pianeti remoti ed eroi coraggiosi che lottano per salvare le belle fanciulle, ma non saprei dire se tutto ciò sia stato un bene o un male: forse storie come quelle della prima fantascienza d'avventura potranno oggi apparire un po' ingenue o con trame banali e scontate, ma, se a narrare queste storie è un grande autore che ha fatto della fantasia la sua miglior arma, allora è innegabile che esse saranno in grado di conservare il loro fascino nel corso del tempo ed a mantenere intatta tutta la loro capacità di intrattenere.
Il primo dei due libri che vi vorrei raccomandare è "Il pianeta dimenticato", Urania 354, senza dubbio una delle storie più gradevoli e ricche di spunti di un autore che non manco mai di apprezzare ad ogni lettura.

   Che Murray Leinster fosse un grande maestro nel riuscire a creare trame avvincenti e ricche di tensione si sapeva, ma che un romanzo di fantascienza degli anni '50 riesca a conservare intatto il suo fascino e a dare emozioni ancora al giorno d'oggi va tutto a suo merito.
Questo suo romanzo ricorda, per alcuni aspetti, "Il lungo meriggio della Terra", ma mentre il romanzo di Aldiss abbonda di fantasia e si perde talvolta in lunghe e noiose descrizioni del paesagio, questo libro di Leinster non può che essere definito "adrenalinico": pochissime righe per descrivere la genesi del pianeta sono più che sufficienti all'autore per creare l'ambientazione adatta, il palcoscenico su cui rappresentare il suo dramma, e immediatamente si viene catapultati in un mondo da incubo popolato di insetti mostruosi in cui l'imperativo è quello della sopravvivenza ad ogni costo.
Non c'è tregua per i protagonisti impegnati con mortali insidie e micidiali implacabili nemici, ma non c'è tregua neppure per il lettore, impegnato in una lettura serrata che terminerà solo con l'ultima pagina.
Forse non sarà il romanzo migliore di Leinster, ma la sua avventurosità e la sua ambientazione assolutamente "fuori dal tempo" lo rendono vero classico intramontabile, una perla di quella fantascienza pionieristica, magari anche un po' ingenua, ma che non perde il suo fascino anche a distanza di anni.

L'altro romanzo che voglio presentarvi oggi è forse un po' meno spettacolare del primo perchè meno ricco di creature mostruose, ma se questo non è per voi un problema, allora non potrete far altro che gradire ed apprezzare "Il pianeta del tesoro", Urania 389, un romanzo della prima metà degli anni '60, che ancora oggi si legge in una giornata, permettendo alla mente di svuotarsi e di godersi un'avventura semplice semplice ma narrata davvero in modo superlativo.

   Non c'è un attimo di sosta in questo movimentatissimo romanzo di Leinster dove la banalità di una trama molto all'acqua di rose non ha il tempo di emergere a causa del ritmo forsennato dell'avventura.
Dal misterioso e sospetto comportamento dell'equipaggio dell'astronave in panne presentata in avvio di romanzo, sino all'avventuroso epilogo della storia sul pianeta abbandonato, passando per il rocambolesco e fortunoso inseguimento nelle profondità dello spazio, l'autore non concede un attimo di tregua e di riflessione nè ai lettori e nè ai suoi protagonisti.
Alla fine ne viene fuori un divertente e gustoso classico della fantascienza d'avventura, in cui basta chiudere gli occhi per immaginare gli spietati pirati spaziali a caccia del tesoro, la damigella in pericolo che deve essere salvata e l'eroe senza macchia e senza paura "alla Jack Vance" che si getta nella mischia per salvarla.
Nonostante il tempo trascorso e l'ingenuità della fantascienza "vecchia maniera" l'ho trovato un buon libro.

Ed anche se al termine delle due letture vi sembrerà di non aver ricevuto quell'arricchimento interiore o quel senso di esservi avvicinati a scoprire il mistero del cosmo, come magari vi sarebbe capitato leggendo un romanzo di Dick o di Clarke, scommeto che non potrete assolutamente affermare di esservi annoiati.
Perchè l'inventore dei Gizmo e dei Greks, degli alberi semoventi di Gow Island e dei terrificanti e misteriosi abitatori degli abissi della fossa di Luzon, ha il raro dono di riuscire a tramutare la pietra grezza in oro puro e di saper sempre creare storie memorabili ad altissimo grado di intrattenimento.
« Ultima modifica: 02 Ottobre 2010, 14:29:34 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #260 data: 06 Ottobre 2010, 23:11:29 »
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Il tema delle elementari

Tra i tanti aneddoti che accompagnano i libri della mia collezione ce n'è uno in particolare che ricordo sempre con piacere e che è la testimonianza più lampante di come la mia passione per la fantascienza affondi le sue radici già nella mia infanzia.
Avevo dieci anni quando il nostro maestro ci diede per compito in classe il tema che ogni bambino deve prima o poi affrontare durante la sua carriera scolastica: "Inventa una storia".
E, così, mentre la pioggia autunnale bagnava i vetri della scuola ed i miei compagni davano libero sfogo alla loro fantasia componendo favole più o meno articolate, io, ispirato dalla copertina de "L'asteroide abbandonato" di Murray Leinster, Urania 638, mi divertii ad immaginarne il contenuto e composi un tema di fantascienza.
Purtroppo il manoscritto originale è andato perduto, ma la storia, con pure tutte le sue ingenuità, è ancora impressa nella mia mente e, per pura malvagità nei vostri confronti, colgo l'occasione di questo spazio per riassumervela.

La mia storia iniziava con l'avvistamento di un gigantesco e misterioso asteroide artificiale ai limiti del sistema solare sulla cui natura i governi della Terra iniziavano ad interrogarsi. Veniva quindi stabilito, in tempo da record, di tentare una esplorazione dell'oggetto per comprenderne la natura e le intenzioni. E quando il razzo di esplorazione, partito dalla Terra, giungeva finalmente sull'asteroide, gli astonauti si trovavano di fronte ad un strano edifico che si rivelava essere pieno di cubi, prismi ed altre forme geometriche colorate che fluttuavano nel vuoto. Attraversando un corridoio che sembrava sfociare in un'altra camera, gli astronauti improvvisamente cessavano la loro comunicazione con la Terra, gettando tutti nello sconforto e nel panico.
Ma gli astronauti, inconsapevoli di questa interruzione, proseguivano l'esplorazione e, completato l'attraversamento del corridoio, uscivano all'aperto dall'edificio e si ritrovavano in un mondo completamente devastato.
E lì, tra le inconcepibili rovine, gli astronauti leggevano, inciso nella pietra, un messaggio tremendo, scritto dall'ultimo superstite di quel mondo ormai morto. Un messaggio che avvisava i posteri che quel mondo era, in realtà la Terra, ridotta così dalla follia della Terza Guerra Mondiale in cui nessuno era uscito vincitore ed in cui nessuno era scampato al disastro.
Trafelati gli astronauti ritornavano indietro portando con loro il messaggio e, non appena varcavano di nuovo il corridoio, la comunicazione si ristabiliva permettendogli di avvisare la Terra della loro scoperta.
Ripartito il razzo, l'asteroide scompariva in modo improvviso e misterioso così come era comparso.
Gli astronauti, al loro ritorno, venivano acclamati come eroi e la sensazione suscitata dal messaggio da loro rinvenuto era tale che immediatamente venivano firmati trattati di pace solidi e duraturi tra i governi della Terra, anche se gli scienziati in realtà non erano riusciti a comprendere affatto la natura dell'asteroide.
Il tema finiva interrogandosi sul chi è sul perchè avesse inviato quel messaggio alla Terra e, senza fornire una risposta, lasciava velatamente intuire che doveva trattarsi di una razza extraterrestre in grado di viaggiare nel tempo e che aveva a cuore il destino della Terra e dei suoi abitanti.

Eppure, nonostante la copertina del libro di Leinster avesse colpito la mia fantasia al punto da farmi immaginare una storia simile, prima della scorsa estate non mi era mai venuto in mente di aprirlo e leggerlo.

   Sarà stata forse la curiosità di capire se la storia che avevo immaginato era corretta o meno, oppure semplicemente la voglia di scoprire un altro romanzo di un autore che personalmente apprezzo, fatto sta che, dopo quasi trent'anni dal suo reperimento nella libreria di casa dei nonni, il libro è stato finalmente letto ed il suo commento può quindi accompagnarsi alla storia nata dalla mia fantasia.

Possiamo senza alcun dubbio definire questo romanzo come "fantascienza d'altri tempi": numerose banalità e una trama da favoletta d'avventura per bambini si uniscono sapientemente ad una noiosità di fondo che accompagna quasi tutta la lettura, facendo desiderare di leggere quanto prima la conclusione.
Eppure non me la sento di bocciare questo "classico" della FS, non soltanto perchè reca in copertina la firma di Murray Leinster, uno dei miei autori preferiti, ma anche e soprattutto per i diersi felicissimi spunti disseminati qua e là che rendono la storia a tratti interessante e ne risollevano le sorti.
Il mistero dei sogni del protagonista, la scoperta della fortezza abbandonata e della sua origine fanno da contrappeso alla storia dell' "astronave fatta in casa", a quella della puerile corsa allo spazio con i soliti "pasticcioni" sovietici ed agli amori da operetta che mettono a dura prova la pazienza del lettore.
Un mix quindi tra banale e originale che alla fine pur soddisfacendo poco, si riesce a leggere ed apprezzare per quello che è: una storia d'avventura dei primordi della SF scritta da un autore che ci ha regalato ben altri capolavori guadagnado, a mio avviso, la piena sufficienza.

E quando il maestro volle premiare il mio componimento come il migliore tra tutti, facendomelo leggere di fronte alla classe intera, la gioia e l'orgoglio che provai in quel momento furono tali che ancora oggi, ogni volta che guardo quella copertina di Thole, non posso fare a meno di associare questo libro a quella emozione e di considerare questo romanzo come uno dei volumi più importanti della mia collezione, un volume che, nonostante sia spaginato e pieno di scritte a penna, non mi sognerei mai di cambiare con una copia più nuova.
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #261 data: 06 Ottobre 2010, 23:22:34 »
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quanti ricordi! ah tocchi di quelle corde, Max...

cavoli, a 10 anni avevi concepito quella storia?! "Nui chiniam la fronte".

da ragazzino scrivevo e disegnavo caterve di racconti e romanzetti horror (l'Uomo Ragno e i robot giapponesi arrivarono un po' dopo), però venivo preso in giro da parenti e insegnanti...

gli unici miei temi che venivano "letti in pubblico" contenevano solo montagne di ca###te. tranne uno al liceo in cui veniva citata la Morte rossa di Poe in riferimento alla peste nei Promessi Sposi
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #262 data: 07 Ottobre 2010, 00:00:14 »
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La rubrica chiude... per quest'anno...

Cari amici, vi informo che la scheda su "L'asteroide abbandonato" sarà l'ultima per quest'anno.
La chiusura anticipata della rubrica è motivata non solo dall'approssimarsi del lieto evento che raddoppierà il numero di membri della mia famiglia, ma anche da un intervento agli occhi che limiterà, giocoforza, sia il tempo quotidiano dedicato alla lettura che quello dedicato al terminale del computer.
Con la storia de "L'asteroide abbandonato", inoltre, si conclude un capitolo fondamentale di questa rubrica: la narrazione di quella che è stata la storia della mia collezione dalle sue origini.
In questi anni vi ho raccontato del mio primo incontro con Urania, con "Dentelungo ed altri estranei", dei libri trovati nella casa dei nonni e di quelli che hanno accompagnato la mia infanzia e che da sempre considero capolavori come ad esempio "La porta sull'estate" e "L'ospite del senatore Horton", passando per i libri acquistati al mercatino di Ciampino ed a quello di Torvaianica, fino alle mie prime scorribande sulle bancarelle di Roma, conclusesi con lo spiacevole episodio de "Il vento dal nulla".
Vi ho raccontato del mio "incontro virtuale" con il Custode ed i suoi "panarielli", dei libri di mia mamma e del mio papà, narrando addirittura gli sconcertanti aneddoti legati ad "Autocombustione umana", l'Urania che visse due volte e ad "Il verde millennio", l'Urania che mi ha rivelato i primi, inequivocabili, sintomi del mio contagio da morbo collezionistico.
Vi ho narrato infine anche la storia del 323bis, l'Urania che mi ha portato a scoprire questa comunità e de "Le escrescenze della Luna" di Robert Bloch, il libro che ha dato l'avvio a questa avventura della rubrica.
Sono stati tre anni straordinari, in cui mi sono divertito a rievocare episodi prima che la memoria iniziasse a fare scherzi e ad inventare un modo diverso di fare recensioni che spero vi sia piaciuto.
E non sono mancate, infine, le storie importanti, legate ad aneddoti più recenti, come ad esempio quella che lega la lettura de "La leva di Archimede" all'emozione profondissima di diventare papà.
Sono stati tre anni intensi e divertenti che mi hanno, infine, convinto a non concludere qui questa avventura, perchè se è vero che la storia della mia collezione è stata ormai narrata del tutto, sento che ci sono ancora tante altre storie da raccontare.
Non so ancora dirvi come sarà la nuova rubrica del 2011, le idee sono tante e per ora l'unica anticipazione che mi sento di farvi è quella che ci saranno più libri di "spessore" e forse un po' meno Urania: la lettura di "Ubik" di P.K. Dick e dei racconti del ciclo di "Vermilion Sands" di Ballard, infatti, mi hanno definitivamente convinto a reperire tutta una serie di "classici" fondamentali della fantascienza che Urania non è riuscita a pubbicare nel corso degli anni ed è da questi che intendo ripartire per proporvi una nuova veste de "I libri di Maxpullo", forse meno personale, ma spero anche più interessante.
E se anche la rubrica per quest'anno si chiude, vi lascio comunque in buona compagnia, regalandovi nelle prossime settimane quella che spero sarà una "gradita sorpresa".
Con simpatia
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« Ultima modifica: 27 Maggio 2011, 23:39:42 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #263 data: 07 Ottobre 2010, 07:26:13 »
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Citazione da: maxpullo il 07 Ottobre 2010, 00:00:14

E se anche la rubrica per quest'anno si chiude, vi lascio comunque in buona compagnia, regalandovi nelle prossime settimane quella che spero sarà una "gradita sorpresa".


attendiamo con trepidazione! anzi quattro-pidazione!!
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« Rispondi #264 data: 07 Ottobre 2010, 08:42:20 »
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Un doppio "in bocca al lupo"!
Per i gemelli e per l'intervento!
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #265 data: 10 Ottobre 2010, 20:37:20 »
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Ti attenderemo a piè fermo .
Ma dicci come chiamerete le pupattole ,sennò come faccio a ricamare i bavaglini?
Auguri max.
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« Rispondi #266 data: 16 Ottobre 2010, 14:28:31 »
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Il giorno dei ritorni

Sono stati giorni difficili: ancora adesso mettere a fuoco lo schermo è una impresa, ma posso dire che ormai il peggio è passato ed il recupero completo della vista è sempre più vicino.
Pensate che in due settimane dopo il primo intervento ho letto un solo libro e con grande difficoltà, chiudendo l'occhio appena operato e facendo sforzi disumani ed esercizi di messa a fuoco con l'altro che era stato operato poco prima. Ma ormai il salto è compiuto e per la prima volta dopo quasi trent'anni gli occhiali non poggiano più sul mio naso (ora riposano dentro la custodia nel mio comodino) ed il mondo è diventato improvvisamente una giostra piena di colori e di scritte di cui mai e poi mai avrei sospettato l'esistenza.
Il nuovo Urania che ho scelto come prossima lettura ha un titolo volutamente appropriato alla mia nuova situazione (riguardo il contenuto non saprei ancora che dirvi) ed anche se la sua recensione verrà presentata solo il prossimo anno ogni volta che il mio sguardo ci si posa sopra non posso far a meno di sorridere a pensare quanto possa essere contorta la mia mente per riuscire a concepire una simile associazione di idee...
Ma oggi non è solo il giorno del mio ritorno qui sul forum di UraniaMania (nei giorni scorsi sono stato collegato a botte di 5 minuti al giorno per rispondere a messaggi e scrivere un commentino veloce): è anche il giorno del ritorno di un grande personaggio della fantascienza, un mito che ormai da troppo tempo non fa più sentire la sua voce, perchè il suo "evangelista" lo ha messo da parte (speriamo temporaneamente) per dedicarsi ad altro.
Ebbene si, sto parlando di Nicolas Eymerich: un anno senza leggere un nuovo capitolo delle sue gesta può essere pesante ed allora, nell'attesa che il buon Valerione nazionale si decida a dare un seguito alla sua saga più famosa, ho deciso di aggiungere a questa mia rubrica il tassello che le mancava per quest'anno.
Nelle prossime giornate e fino alla fine dell'anno, infatti, userò questo spazio per trascrivere a puntate la mia mega-recensione sui romanzi del ciclo di Eymerch, già pubblicata come appendice all'e-book del 2009.
Spero che questa mia iniziativa sia gradita e soprattutto spero che la mia flebile voce di ammiratore arrivi alle orecchie di Evangelisti, il quale, magari toccato dalla mia nostalgia per il suo personaggio, torni presto a farlo rivivere per raccontare quella parte della sua biografia che ancora deve essere narrata.
Un saluto a tutti
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Re:I Libri di Maxpullo 2010
« Rispondi #267 data: 16 Ottobre 2010, 16:05:57 »
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Citazione da: maxpullo il 16 Ottobre 2010, 14:28:31

gli occhiali non poggiano più sul mio naso (ora riposano dentro la custodia nel mio comodino) ed il mondo è diventato improvvisamente una giostra piena di colori


sempre detto che l' LSD è stata una grande invenzione


Citazione:
userò questo spazio per trascrivere a puntate la mia mega-recensione sui romanzi del ciclo di Eymerch


benisssssssssssssssssimo! siccome me lo sono perso per intero a piè pari, adesso faccio i recuperi aka sostegno!
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« Rispondi #268 data: 16 Ottobre 2010, 20:19:32 »
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Ah!!! che bello, avevo paura non scrivessi più per un pezzo   
Sono contenta per i tuoi occhioni
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« Rispondi #269 data: 16 Ottobre 2010, 22:59:45 »
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Nicolas Eymerich forever - parte 1

Pochi, pochissimi personaggi letterari posseggono la trascendente forza evocativa propia di quel Nicolas Eymerich da Gerona, inquisitore della Chiesa di Roma, nato dalla fantasia di Valerio Evangelisti.
Antieroe per eccellenza, personaggio in cui è spesso assai difficile immedesimarsi, l’implacabile inquisitore, protagonista del ciclo più tenebroso che la fantascienza ricordi, è liberamente ispirato ad un personaggio storico realmente vissuto, ed è mia intenzione, in questa appendice, tentare di riproporre i romanzi del ciclo nell’ordine cronologico delle avventure narrate, che non coincide affatto con quello di scrittura o di pubblicazione delle singole storie e di presentare l’intero ciclo nella sua continuità di passato, presente e futuro.
L’impresa non è affato banale perchè ogni romanzo, non si limita semplicemente a narrare una avventura di Eymerich, ma sviluppa parallelamente anche una o più trame ambientate in tutt’altro luogo ed in tutt’altro tempo che rappresentano episodi strettamente correlati con quanto accade all’inquisitore; quasi sempre una delle due trame è ambientata in un futuro non bene identificato e rappresenta un effetto delle azioni di Eymerich, mentre in alcuni casi, come ad esempio ne “Il castello di Eymerich”, assistiamo allo sviluppo di trame ambientate nel passato che costituiscono il “prologo” o meglio l’“antefatto” della vicenda principale.

Lo scopo di questa appendice, tuttavia, non è quello di voler “smontare” le storie di Eymerich, per ricomporle nella loro sequenza temporale corretta, perchè ciò equivarrebbe di fatto a snaturarle ed a renderle meno gustose, ma bensì quello di fornire una sorta di “guida alla lettura” per coloro i quali decidessero di leggere i romanzi del ciclo in maniera organica e si accingessero ad intraprendere il lungo e avventuroso viaggio che dai bui secoli del Medioevo ci conduce ben oltre i nostri giorni.
Sebbene, infatti, ogni romanzo si possa effettivamente leggere ed apprezzare come un libro a se stante, solo la lettura di tutti i romanzi nel loro insieme riuscirà a fornire il quadro completo dell’universo disegnato dall’autore. E, anche se non è sempre un universo piacevole a vedersi, con le sue guerre e le sue mostruose creature evocate dall’umana follia, non si può negare che esso abbia un suo certo fascino.
Infatti, nonostante non sia vasto come la galassia di Asimov o variopinto come l’Oikumene di Vance, l’universo creato da Evangelisti è un qualcosa di semplicemente grandioso per la semplicità e la naturalezza con cui esso è in grado di restituire intatto tutto il fascino della magia attraverso l’introduzione di sorprendenti principi fisici ignorati dalla scienza. In questo straordinario continuum, quindi, non c’è alcun bisogno di ricorrere al soprannaturale o al paranormale, ma ogni terribile fenomeno che si verifica, ogni raccapricciante evento che ha luogo, è chiaramente e semplicemente correlato ad una qualche legge fisica che la scienza umana non può o non vuole riconoscere come vera.

(... continua ...)
« Ultima modifica: 16 Ottobre 2010, 23:00:21 di maxpullo » Loggato
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