Tra circa quindici giorni si aprirà la nuova sede di Elara, e nelle nostre intenzioni dovrebbe essere un giorno di festa, di ripresa, di incontro.

Ma c'è un'ombra che stempera ogni entusiasmo. Perché quella che si apre domani è la settimana nella quale potremmo perdere definitivamente una luce come quella di Ugo Malaguti, oppure ritrovarlo e averlo con noi, forse non per l'inaugurazione della sede, giorno nel quale se tutto andrà bene Ugo si sottoporrà all'intervento chirurgico che deve salvargli la vita (Ugo non è indistruttibile, gli ultimi accertamenti clinici hanno rivelato un netto peggioramento delle sue situazioni di salute), ma nelle settimane e nei mesi successivi. Perché qualunque cosa lui stesso pensi in questo momento di amarezza, il nostro più grande desiderio è averlo di nuovo con noi, con le sue magie letterarie e la sua inesauribile fantasia.

Domani Ugo trasferirà sua madre nella struttura protetta che si prenderà cura di lei. Un momento importante e definitivo, come lui stesso afferma, ma necessario.

Ora però il problema più immediato e drammatico, rimasto per ultimo ma non ancora risolto, è dato dal fatto che sia la sua salvezza clinica, sia la sua salvezza lavorativa e di vita dipendono ormai dal fatto che nella prossima settimana riesca a realizzare un altro miracolo: quello di trovare un'abitazione dove trasferirsi, realizzare il trasloco, tutto questo da solo con sua moglie, senza la possibilità di aiuto fisico da parte di nessuno, senza la possibilità di offrire garanzie bancarie e quindi dovendo anticipare mensilità e depositi in contanti, e soprattutto di farlo nel momento stesso in cui dopo inenarrabili giri avrà individuato il posto adatto e più economico dove poter continuare a vivere e lavorare.

Ottenere una proroga senza versare cifre che farebbero sfumare per sempre la sua possibilità di utilizzare quanto raccolto per liberarsi da una trappola nella quale è rimasto bloccato sembra impossibile. E se anche fosse possibile, non darebbe alcuna soluzione, rimandando solo il problema. Sia chiaro: se Ugo riuscirà questa settimana a sistemare i problemi residui, avrà in un certo senso vinto la battaglia contro il destino, se non ci riuscirà, saranno vanificati sforzi e angosce di tanti.

Il tempo scorre impietosamente, per tutti, e la coincidenza delle spese e delle attività per la nuova sede rende impossibile a noi di Elara di aiutarlo, cosa che Ugo non sta prendendo benissimo, avendo l'impressione di essere abbandonato, un'impressione che, per quanto errata, lo deprime ancora di più, tanto che chi lo ha visto è molto preoccupato per le sue condizioni morali. I suoi appelli personali sono sempre più disperati e sempre più stanchi. Dobbiamo risolvere la cosa adesso, perché siamo realmente all'ultima spiaggia e quello che si può e deve fare lo si può fare adesso, o mai più.

La solidarietà e la generosità di tanti amici ha permesso di avvicinare la cifra, indubbiamente pesante, aggravata anche dai ricatti subiti per ottenere una proroga che gli permette di essere ancora vivo oggi, ma che scade l'8 di settembre, necessaria per dargli i mezzi per affrontare questo ultimo scoglio.

Il dramma è giunto quindi alla sua fase finale. Risolverlo è ancora possibile, ma quanto Ugo ha raccolto ancora non basta. Certamente la parte che rimane è piccola, rispetto a quella che era la voragine iniziale, e di questo va ringraziata la generosità di tanti, anche di chi non conoscendo Ugo si è commosso umanamente di fronte a una tragedia obiettivamente insolita e pesantissima, indipendentemente dalla persona che ha coinvolto.

Questo nostro estremo appello si rivolge a tutte le persone di buona volontà. Ugo può farcela, se dispone dei mezzi indispensabili per affiancare alle ricerche le conclusioni. Ormai sono pochissime migliaia di euro che mancano per permettergli di affrontare e risolvere anche l'ultimo e più drammatico problema, e ci riuscirà, con il suo coraggio, la sua fantasia, la sua capacità dialettica, ma solo a patto che tutti noi riusciamo a completare ciò che abbiamo iniziato e portato avanti, forse in maniera insufficiente, ma con infinito affetto e con grande sacrificio.

Spariamo tutte le nostre cartucce adesso. Non ne avremo un'altra occasione. Ci mettiamo anche noi tra coloro che faranno il loro sacrificio subito. È possibile risolvere questa situazione drammatica, ma bisogna agire ora.

Non c'è più tempo per riflettere, aspettare, rimandare. Dobbiamo compiere un ultimo, estremo, corale sacrificio, e inviare quanto ci è possibile, subito, con un bonifico sul seguente conto corrente della Cassa di Risparmio di Ferrara istituito a nome di UGO MALAGUTI: IBAN: IT85 R 06155 02402 000000000278.

Agli amici di Ugo chiediamo di partecipare subito con noi, con quello che è loro possibile, magari informando Ugo di quanto farete con un SMS – ma questo non è importante, visto che i bonifici si materializzano in banca il giorno successivo a quello nel quale sono effettuati – a non vanificare un mese di battaglia, di angoscia.

È possibile che Ugo ce la faccia a salvare la sua vita professionale e la sua vita fisica. Dipende solo da noi, e dal tempo, che è pressante.

Ogni dubbio, ogni attesa, sarebbero fatali.

Si vedrà in questi giorni il nostro spessore morale, per salvare definitivamente una persona che ha fatto tanto e che, se uscirà da questa impasse mostruosa, ancora tanto potrà fare.

Chi lo stima e chi gli è amico non può sottrarsi alla propria parte. Chi non lo conosce ma sa valutare i drammi umani e conosce il senso della solidarietà faccia altrettanto.

Ma subito.

Speriamo con tutto il cuore di poter organizzare in ottobre una grande festa per il ritorno tra la sua gente di una persona che in questi mesi ci è mancata enormemente.

Grazie.